La situazione delle carceri in Emilia-Romagna e il caso della Dozza: una questione di dignità

La situazione delle carceri in Emilia-Romagna: sovraffollamento e criticità

carcere DozzaLo scorso 27 giugno l´Assessore alle Politiche Sociali, Teresa Marzocchi, ha presentato alla Giunta regionale la relazione annuale sulle condizioni delle carceri in Emilia-Romagna (“Disposizioni per la tutela delle persone ristrette negli Istituti penitenziari della regione Emilia-Romagna”) prevista dalla legge n. 3 del 2008, tracciando un quadro piuttosto preoccupante delle carceri emiliane e lanciando un appello al governo nazionale per lo stanziamento di maggiori risorse per affrontare l´emergenza derivante dal sovraffollamento degli istituti penitenziari.

La situazione regionale - I dati emersi dalla relazione non sono affatto confortanti: le carceri dell’Emilia-Romagna si collocano al secondo posto in Italia, dopo quelle pugliesi, per il tasso di sovraffollamento.
I detenuti in regione sono 4.373 a fronte di una capienza regolamentare di 2.394, il che significa un indice di sovraffollamento pari al 182,5% (mentre il dato medio nazionale è del 150,95%).

Altro dato interessante è la percentuale di stranieri presenti negli istituti penitenziari emiliani: infatti, se a livello nazionale gli stranieri rappresentano una percentuale del 36,7% della popolazione carceraria, in Emilia-Romagna tale percentuale arriva al 52,4%.
La situazione resta quindi grave nonostante nel 2010 la Regione abbia stanziato 500 mila euro per il programma carcere a cui bisogna aggiungere una quota di co-finanziamento da parte dei Comuni pari a quasi 300 mila euro e 520 mila euro provenienti dal Fondo sociale europeo.

Risorse che sono servite a finanziare una trentina di interventi volti principalmente a rispondere alle gravissime condizioni di sovraffollamento in cui versano tutte le carceri presenti sul territorio emiliano-romagnolo e con l’obiettivo di assicurare il rispetto dei diritti fondamentali delle persone durante la detenzione e favorirne il reinserimento nella società.

Al problema del sovraffollamento si affianca inoltre quello della cronica insufficienza di personale sia per quanto riguarda la polizia penitenziaria sia nell´ambito educativo.
Una carenza a cui fino ad oggi si è potuto far fronte solo grazie al fondamentale contributo del mondo del volontariato, molto presente e strutturato in queste realtà, che ha evitato un ulteriore inasprimento della situazione.

Il Piano Carceri – Lo scorso maggio il Commissario delegato per il Piano Carceri, Franco Ionta ed il Presidente della regione, Vasco Errani hanno siglato un accordo per un nuovo Piano Carceri in Emilia-Romagna.

Il Piano prevede la costruzione di cinque nuove strutture penitenziarie da 200 posti ciascuna a Bologna, Ferrara, Parma, Reggio Emilia e Piacenza con uno stanziamento complessivo di 55 milioni di euro (11 per ogni struttura) e una nuova struttura sanitaria che sostituisca l´attuale ospedale psichiatrico giudiziario (Opg) di Reggio Emilia, che attualmente ospita 321 persone.Una volta realizzato, il piano dovrebbe aiutare ad alleviare l´annosa questione del sovraffollamento e tutti i problemi ad essa correlati.

Il caso della Dozza – Tornata alla cronaca negli ultimi giorni a causa della mancanza di fondi per far fronte alla semplice gestione ordinaria, la Casa Circondariale di Bologna Dozza è uno degli esempi più lampanti dello stato emergenziale delle carceri emiliano-romagnole.

I problemi del carcere bolognese sono noti da tempo: una grave situazione di sovraffollamento con una popolazione detenuta quasi tre volte superiore alla capienza regolamentare ed un´ elevata percentuale di detenuti extracomunitari e tossicodipendenti a cui si aggiunge una situazione sanitaria difficile.

All´interno le celle sono tutte da 10 mq con un bagno di 3 mq.
Per quanto riguarda l’igiene, la situazione più critica si presenta nel reparto giudiziario dove sono ospitati i tossicodipendenti, anche se l’intera struttura risente delle cattive condizioni sanitarie e negli scorsi anni si sono registrati diversi casi di Tubercolosi.
Una video-inchiesta realizzata quest´anno mostra chiaramente la difficile situazione di sovraffollamento e la disperazione all´interno della Dozza.

La situazione è aggravata dal sottodimensionamento dell’organico dipendente, con circa 200 agenti di polizia penitenziaria in meno rispetto a quelli necessari. Una situazione va ad incidere direttamente sui livelli di sicurezza che è possibile garantire all’interno dell’istituto.
Altrettanto gravi sono le carenze di personale nell’area educativa, dove in 20 anni il rapporto numerico tra educatori e detenuti è passato da 1 a 80 a 1 a oltre 200.

Recentemente la direttrice della casa circondariale ha spiegato che a causa dei forti tagli il budget a disposizione della Dozza ammonta a circa 60.000 euro; una cifra che non permette di coprire il costo dei pasti da ottobre e neppure di riparare o pagare la benzina per le auto degli agenti di custodia.
Il comune di Bologna per voce dello stesso sindaco Virginio Merola, assieme all’assessore al Welfare Amelia Frascaroli, si è impegnato a contribuire alla situazione della Dozza e non ha escluso il ricorso ad un’ordinanza sindacale.

Alessio Vaccaro - luglio 2011

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