Più donne...per uscire dalla crisi

Donne ai vertici del lavoro e in politica: una soluzione per uscire dalla crisi

Pensiamo per un attimo a una società diversa. Donne e uomini in parità nei consigli di amministrazione delle maggiori società europee e donne come dirigenti nelle più grandi imprese. E ancora: più donne nei parlamenti nazionali e al governo. Uguale retribuzione. Possibilità per i padri di avere il part-time e occuparsi dei figli, magari al posto delle madri. Pensato? Ecco, tutto questo gioverebbe all’economia europea.

Donne ai vertici? - Non sembra poi così difficile e alcuni Stati europei lo stanno già attuando: una maggiore presenza femminile nel mondo imprenditoriale e a livello politico potrebbe produrre un incremento potenziale del PIL europeo del 27%. Lo dimostra il rapporto “More women in senior positions – key to economic stability and growth” redatto dalla Commissione europea verso la fine di marzo 2010.

Non è fantascienza: il rapporto dimostra che in alcuni stati europei, come la Finlandia dove le donne e gli uomini sono equamente rappresentati nei consigli di amministrazione le imprese sono in media il 10% più proficue di quelle dominate da uomini. Esiste quindi un legame tra presenza femminile nelle aziende e profitto.

Purtroppo però la realtà è ben diversa: nella maggior parte degli Stati europei, ad eccezione appunto della Finlandia e anche della Norvegia, i consigli di amministrazione delle maggiori società europee sono composti per il 90% da uomini.
Per non parlare dei posti dirigenziali: solo il 3% di donne è a capo di imprese europee quotate in borsa.

E per quanto riguarda la politica? La situazione sta leggermente migliorando nel panorama europeo, ma ancora non siamo a livelli di parità. La percentuale di donne presenti nei parlamenti nazionali è aumentata dal 16% fino al 24% nel 2009 , ma è solo a partire dal 30% che si potrebbe misurare un effettivo cambiamento. Anche nei vari governi le donne ministro sono ferme al 27%. Il Parlamento europeo è attualmente l’organo politico europeo dove si registra maggiormente la presenza femminile: ben il 35% di deputate.

Ma anche senza considerare la dirigenza e la politica: la situazione lavorativa per le donne nell’Europa del 2010 non è felice. Meno donne occupate rispetto agli uomini (il 59% contro il 72%), retribuzioni, a parità di livello, inferiori del 17%.

Solo per la sfera del part-time le donne non hanno rivali: solo il 7% di uomini svolge questo tipo di lavoro contro il 31% di donne che spesso si vedono costrette a sceglierlo per bilanciare vita familiare e lavorativa –in mancanza di altri servizi e politiche che la aiutino. Non è quindi un mistero se poi molte di loro non possono dedicarsi alla carriera e occupare posti dirigenziali.

Una valida alternativa - Eppure per far fronte all’attuale crisi mondiale, le donne potrebbero rappresentare una valida alternativa: una dirigenza femminile attrarrebbe i migliori talenti sul mercato. E a sottolinearlo non è solo il rapporto pubblicato dalla Commissione europea, ma anche più della metà degli europei che, secondo un recente sondaggio di Eurobarometro, ritiene che sia necessario che la questione di genere vada urgentemente affrontata.

Qualche passo è già stato fatto: la Carta delle Donne, presentata il 5 marzo 2010 dalla Commissione europea, formalizza l’impegno a garantire maggiore parità di genere in tutte le politiche Ue. In più, sta per essere elaborata una nuova strategia per proporre nuovi piani di uguaglianza di genere per favorire più controllo, più politiche women oriented, più programmi di networking e tutoraggio.

Come ha affermato Viviane Reding, commissario europeo per la Giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza, nonché vice presidente della Commissione europea “L´uguaglianza di genere è al centro della nostra strategia Europa 2020: includere le donne nel lavoro ci aiuterà a uscire dalla crisi.(…) Intendo lanciare un appello a tutte le imprese e a tutti governi affinché si impegnino a fondo per far sì che la parità di genere ai posti di comando diventi una realtà concreta. Tengo inoltre ad incoraggiare le donne di talento affinché raccolgano la sfida di sedere nei consigli di amministrazione e di candidarsi alle alte cariche”.

Francesca Mezzadri - marzo 2010

Per approfondire
La relazione "More women in senior positions – key to economic stability and growth":
http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=762&langId=en&furtherPubs=yes

La Carta delle donne
http://ec.europa.eu/social/main.jsp?langId=en&catId=89&newsId=726&furtherNews=yes

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