Liu Xiaobo, Premio Nobel per la Pace 2010

Quest'anno il Premio Nobel per la Pace va al cinese Liu Xiaobo

Venerdì 8 ottobre 2010 Liu Xiaobo è stato insignito del Premio Nobel per la Pace “per il suo impegno non violento a tutela dei diritti umani in Cina”, diventando il primo cinese a ricevere tale riconoscimento.

La sua candidatura al premio venne presentata il 18 gennaio 2010 da parte di personalità come Vaclav Havel (ex Presidente della Repubblica Ceca e promotore di Charta 77), il Dalai Lama, Desmond Tutu (Nobel per la Pace nel 1984), Michael Moore (regista americano di film e documentari di denuncia sociale, premio Oscar nel 2002), Karel Schwarzenberg (ex ministro degli esteri della Repubblica Ceca) e André Glucksmann (filosofo e saggista francese).

La scelta - Nei mesi successivi alla sua candidatura la Cina ha portato avanti un’intensa azione diplomatica volta a scongiurare l’assegnazione del premio allo scrittore o ad altri dissidenti cinesi.
La scelta di Liu Xiaobo ha, senza dubbio, un chiaro significato politico e vuole rappresentare un monito alla seconda potenza economica del pianeta.

Non a caso il Comitato Nobel Norvegese nelle sue motivazioni sulla scelta dello scrittore e attivista dei diritti umani cinese, ha precisato: “Negli ultimi decenni, la Cina ha raggiunto importanti progressi economici difficilmente riscontrabili nella storia passata. Il paese ha ora la seconda economia più grande del mondo, centinaia di milioni di persone sono state strappate dalla povertà. La voglia di partecipare alla vita politica del paese è anche aumentata.”

La situazione in Cina - Il nuovo status della Cina deve portare a un maggior grado di responsabilità. La Cina sta violando alcuni accordi internazionali che ha sottoscritto, così come alcune norme adottate dallo stesso paese per i diritti politici. L’articolo 35 della costituzione cinese stabilisce che «I Cittadini della Repubblica popolare cinese hanno libertà di parola, di stampa, di associazione, di manifestare e di protestare». Nella pratica, però, queste libertà sono state negate ai cittadini cinesi.”

La storia di Liu Xiaobo - Consumato attivista per i diritti umani, Liu Xiaobo è stato più volte arrestato e condannato dalle autorità cinesi nonostante le sue azioni siano sempre state pacifiche, inclusa la partecipazione alla Protesta di piazza Tiananmen nel 1989.

Dal 2003 fino alla condanna al carcere è stato presidente della sezione cinese del PEN Club Internazionale e nel 2004 Reporter Senza Frontiere lo ha insignito del premio «Fondation de France», per la sua opera di strenuo difensore della libertà di stampa.

L’8 dicembre 2008 Liu Xiaobo è stato privato della libertà a causa della sua adesione al “Charta 08”, un manifesto sottoscritto nel giorno del 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell´uomo (10 dicembre 2008) e pubblicato online da 303 intellettuali ed attivisti per i diritti umani cinesi, allo scopo di promuovere una serie di riforme politiche volte alla democratizzazione della Repubblica popolare cinese.

Detenuto in un luogo sconosciuto, è stato formalmente arrestato solo il 23 giugno 2009 con l´accusa di “incitamento alla sovversione del potere dello stato”. Il suo processo si è svolto il 23 dicembre 2009 e due giorni dopo (il 25 dicembre) è stato condannato a 11 anni di prigione e a due anni di interdizione dai pubblici uffici. La sentenza è stata confermata in appello l´11 febbraio 2010.

Perché il Nobel a Liu Xiaobo - Così scrive il Comitato Nobel Norvegese nel motivare l’assegnazione del premio a Liu Xiaobo: “La campagna per stabilire i diritti umani universali anche in Cina è stata intrapresa da molti cinesi, sia nella stessa Cina che all’estero. Attraverso la dura pena a lui inflitta, Liu è diventato il simbolo principale di questa estesa battaglia per i diritti umani in Cina.”

Appresa l’attribuzione del premio a Liu Xiaobo le autorità cinesi hanno reagito in maniera dura e scomposta. Il governo cinese ha infatti interrotto la diretta televisiva con il comitato del Nobel, ha censurato tutti i commenti dei leader occidentali e ha definito il premio a Xiaobo una «oscenità».

I rapporti diplomatici con la Norvegia sono in crisi, mentre Liu Xia, moglie del Premio Nobel, è stata posta agli arresti domiciliari per impedirle di rilasciare dichiarazioni alla stampa ed incontrare personalità politiche e diplomatiche.

Alessio Vaccaro - ottobre 2010

Per leggere le motivazioni del Comitato Nobel Norvegese:
http://nobelprize.org/nobel_prizes/peace/laureates/2010/press.html

Per saperne di più sul PEN Club Internazionale:
http://www.internationalpen.org.uk/index.cfm?objectid=88591886-E0C4-ED84-0991CA118B3FDA54

Azioni sul documento