Dopo il caso del quartiere Ponticelli. Il Report della Fundamental Rights Agency sui Rom

Da maggio 2008 a settembre: la questione Rom in Italia

disegno bimbi dal report FRAIl caso del tentato rapimento di un bambino ad opera di una giovane Rom a Napoli nel maggio del 2008 ha scatenato in Italia un vero e proprio scontro riguardo la questione Rom tra governo italiano, governi dei paesi europei e società civile. Dopo il Parlamento Europeo anche la Fundamental Rights Agency dell’Unione Europea (FRA) ha stilato un Report sui violenti attacchi alla popolazione Rom nel quartiere Ponticelli, registrando anche le varie risposte e reazioni del governo e delle altre istituzioni. Cosa emerge?

Intolleranza e violenza - Innanzitutto un clima di crescente intolleranza e razzismo nei confronti della popolazione nomade. Il tentato rapimento di un bambino da parte di una ragazzina Rom di 16 anni ha generato una serie di violenze inimmaginabili: non solo il tentato linciaggio della ragazzina stessa – di 16 anni - ma anche l’aggressione a 4 giovani Rom per strada, l’assalto di 400 persone ai campi di Rom nel quartiere napoletano di Ponticelli, 3 attacchi incendiari ad altri campi. La violenza è stata così forte che la polizia ha dovuto far evacuare molte persone dai campi – peraltro la maggior parte non autorizzati - e trasferirli in edifici abbandonati o in altri campi.
Pare che tali attacchi siano addirittura stati gestiti dalla camorra – anche se l’opinione di molte ONG è che sicuramente dietro ci siano grossi interessi economici e che l’intera area non veda di buon occhio la permanenza di campi sia autorizzati che non.
L’agenzia FRA all’interno del suo Rapporto ha pubblicato anche molti sondaggi che testano l’opinione pubblica riguardo la questione Rom. E se il 60% degli intervistati si sente personalmente minacciata dalla presenza dei Rom, il 68% crede che i campi rom debbano essere smantellati.
E il governo italiano come ha reagito a tutti questi attacchi? Con il famoso pacchetto sicurezza: diventato legge il 23 luglio 2008, il decreto prevede che il Giudice di Pace possa ordinare l’immediata espulsione di immigrati irregolari, pena la reclusione di un anno per chi non rispettasse l’ordine; inoltre viene prevista un’aggravante per gli immigrati irregolari che commettono crimini (la loro pena sarà aumentata di 1/3), e la pena per chi entra illegalmente in Italia è punibile da 6 mesi a 4 anni di prigione.

Un po´ di solidarietà - Fortunatamente, come spiega il rapporto, a questo decreto sono seguite manifestazioni di solidarietà a favore dei Rom organizzate perlopiù da associazioni (a Napoli, Mantova e Roma), ma anche petizioni ad opera di cittadini (a Venezia), e un mea-culpa dei giornalisti che hanno deciso di adottare un documento che sottolinea le responsabilità etiche e professionali che i giornalisti devono rispettare specie quando scrivono di rifugiati, vittime di tratta e migranti. Responsabilità che non si erano prese, ad esempio per il caso Erba, quando un tunisino era stato messo alla gogna dai media, accusato (ingiustamente e senza alcuna prova) di aver ucciso moglie e figlio –l’evento scatenante che generò la decisione di stilare un documento. Nonostante queste manifestazioni, governo e partiti italiani non hanno esitato, 3 mesi fa, a mobilitare quell’altra parte di cittadinanza che chiedeva lo sgombero dei campi Rom e addirittura, hanno avviato la proposta del famoso censimento Rom da estendere addirittura ai minori. E, nonostante le giustificazioni del Ministro dell’Interno – che il censimento serviva ad integrare e non differenziare la popolazione Rom – il Parlamento Europeo ha dovuto esortare il governo italiano nel luglio 2008 a cancellare tale provvedimento, giudicato razzista e contrario alle direttive europee. Con la raccomandazione di applicare efficaci politiche di integrazione.

E ora... - A settembre però la visita prevista ai campi Rom di Roma da parte di una delegazione del Parlamento Europeo ha disatteso le aspettative.
I delegati hanno dichiarato che, contrariamente alle indicazioni date dal Parlamento Europeo, ad oltre 100 giorni di distanza nessun intervento sociale è stato realizzato. Mentre è stata portata avanti la politica di schedatura nei confronti dei Rom –che avrebbe dovuto essere interrotta al più presto. 3 milioni di euro sono stati versati per il censimento e neanche 1 per interventi sociali.
Oltre a constatare lo stato pietoso nel quali versavano i campi (nessuna condizione igienica, nessun allaccio a gas e acqua potabile), la delegazione ha inoltre sottolineato che nessun bambino Rom era a scuola.
Ma non c´è bisogno di una vista della delegazione europea per capire che la situazione non è migliorata. Pure la diffidenza nei confronti dei Rom sembra crescere giorno per giorno. L’immagine dei corpi delle due ragazzine Rom morte annegate in spiaggia, proprio a Napoli, e l’indifferenza dei bagnanti accanto che, per nulla sconvolti, comodamente si abbronzavano, ha fatto il giro del mondo.
L’Italia è al 13° posto in Europa per il numero di Rom presenti, ma sembra che qui non si riesca ad instaurare una pacifica convivenza. Leggende – come quelle che gli zingari rapiscono i bambini - e pregiudizi – come quello che tutti i Rom sono delinquenti - scatenano una violenza inimmaginabile, che il Report di FRA ci illustra in una decina di pagine. Una decina di pagine che forse dovrebbero allarmarci, così come i corpi delle due bambine sulla spiaggia.
Nel Report ci sono anche i disegni fatti da alcuni bambini sugli episodi del quartiere Ponticelli. Loro si sono vergognati.

Francesca Mezzadri - settembre 2008

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