165ª Sessione plenaria del Comitato europeo delle Regioni: i temi principali e gli ospiti illustri
Si è tenuta tra il 2 e il 3 aprile la 165ª sessione plenaria del CdR, nonché la seconda seduta assembleare del suo nuovo mandato, con dibattiti incentrati sulla crescita economica, sull'allargamento dell'Ue e sulle priorità della presidenza polacca del Consiglio dell'Unione europea. In particolare, la giornata del 3 aprile ha visto gli interventi di Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo per la Coesione e le riforme della Commissione europea, ed Enrico Letta, ex primo ministro italiano e autore di "Molto più di un mercato", una relazione commissionata dall'Ue sul futuro del mercato unico.
In un dibattito con l'ex Presidente del Consiglio italiano Enrico Letta, il Comitato europeo delle regioni ha chiesto un'azione immediata per rafforzare la competitività dell'Unione, in risposta alla crescente concorrenza globale e alle nuove tensioni geopolitiche. Inoltre, i leader locali e regionali hanno accolto con favore le priorità chiave delineate nella "Bussola per la competitività" dell'Ue presentata dalla Commissione europea, ma hanno avvertito che il processo decisionale sulle politiche di competitività non dovrebbe diventare troppo centralizzato, poiché rischierebbe di tralasciare le voci degli enti locali e regionali.
Citazione di Enrico Letta: “Tutte le regioni dell'Ue devono beneficiare dell'integrazione e contribuire alla crescita e allo sviluppo dell'Unione - nessuna regione deve essere lasciata indietro. Ecco perché i fondi di coesione sono essenziali e perché deve essere garantita una vera 'libertà di restare' per chi desidera contribuire allo sviluppo della propria comunità locale”.
Per quanto riguarda le priorità della presidenza polacca del Consiglio dell’Unione europea in materia di coesione e sicurezza, queste sono fermamente sostenute dalle città e dalle regioni europee, come emerso nel corso del dibattito tra i membri del Comitato e JanSzyszko, sottosegretario di Stato presso il ministero polacco dei Fondi di sviluppo e della politica regionale. I rappresentanti locali e regionali hanno messo in guardia contro la tentazione di progettare e gestire i futuri fondi di coesione in modo centralizzato e territorialmente cieco: in particolare, è stato sottolineato che il modello di governance della politica di coesione dovrebbe rispettare l'attuale ripartizione delle competenze, il coordinamento tra i diversi livelli di governo in ciascuno Stato membro e il ruolo degli enti territoriali nello sviluppo, nella programmazione, nella gestione, nell'attuazione, nel monitoraggio e nella valutazione delle politiche.
Alla luce di queste istanze portate avanti dal CdR, la presidenza polacca ha chiesto espressamente a tutti i membri di formulare raccomandazioni legislative sulla politica di coesione.
Tra gli ospiti della 165ª Sessione plenaria anche Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo della Commissione europea, che ha presentato le recenti proposte di revisione intermedia dei programmi della politica di coesione: nonostante tali proposte siano state accolte positivamente dall’Assemblea -come il sostegnoalle regioni dell'Ue che affrontano priorità esistenti e nuove (edilizia abitativa, resilienza idrica e sicurezza) -sono emerse preoccupazioni riguardo i possibili oneri amministrativi aggiuntivi causati dalla riprogrammazione e il rischio di deviare la politica di coesione dai suoi obiettivi a lungo termine.A dispetto di alcuni attriti tra le parti, i membri del CdR hanno accolto con favore l'apertura al dialogo del Commissario e il suo impegno a rispettare i principi fondamentali della politica di coesione, quali l'approccio basato sul territorio, il principio di partenariato e la governance multilivello.
I pareri adottati nel corso della Plenaria
La giornata di giovedì 3 aprile rappresenta sicuramente il momento più intenso della Sessione del CdR, non solo per la portata degli ospiti già citati che hanno contribuito alle discussioni, ma anche per la rilevanza dei pareri adottati.
Parere di prospettiva sul patto europeo per gli oceani
Questo parere, che risponde all'invito a presentare contributi lanciato dalla Commissione europea il 20 gennaio 2025 per dare forma al patto europeo per gli oceani, è stato elaborato e presentato da MättaIvarsson (SE/Verdi), membro del consiglio distrettuale della regione Scania (Svezia).
Per mezzo di questa proposta i rappresentanti locali e regionali riconoscono le crescenti tensioni geostrategiche che circondano gli oceani, che rappresentano una minaccia per le comunità costiere e la stabilità globale, ed esortano l'Ue a impiegare la sua piena capacità diplomatica per promuovere la risoluzione pacifica dei conflitti e la cooperazione internazionale.
Inoltre, rimarcando il ruolo cruciale degli enti locali e regionali, il CdRchiede la loro partecipazione attiva alla definizione del patto per gli oceani, insieme alla società civile, alle imprese, al mondo accademico e ai governi nazionali. Il parere sottolinea la necessità di una collaborazione trasversale tra gli enti pubblicie le parti interessate, al fine di elaborare una legislazione globale in materia di oceani prima della prevista adozione del patto a metà del 2025.Le regioni e le città avvertono che un patto europeo per gli oceani formulato dall'alto verso il basso non può garantire la sicurezza e la sostenibilità sul campo, poiché questa modalità non consente di cogliere i fabbisogni di tutti i soggetti coinvolti e le singole specificità territoriali.
Citazione di MättaIvarsson: “Gli oceani determineranno in ultima analisi se possiamo garantire un futuro vivibile per l'umanità”.
Migliorare la competitività agricola regionale dell'Unione europea
In seguito alla nuova politica tariffaria statunitense sui prodotti agroalimentari europei, i rappresentanti locali e regionali hanno esortato l'Unione europea ad affrontare le barriere commerciali e ad adottare una strategia globale che garantisca condizioni commerciali giuste ed eque per un settore agricolo competitivo e sostenibile. Molte sono le preoccupazioni che giungono da regioni europee ben diverse tra loro, come l'Emilia-Romagna, l'Andalusia e l'Alsazia, che potrebbero affrontare importanti rischi economici e sociali derivanti dalle tariffe statunitensi, minacciando esportazioni chiave come formaggio, olio d'oliva e vino. Tali preoccupazioni sono espresse in un parere, presentato nella giornata del 3 aprile, elaborato daCarlos MazonGuixot (ES/PPE), presidente del governo di València: nel documento è contenuto l’invitoalla Commissione europea a stabilire clausole speculari negli accordi commerciali attuali e futuri dell'Ue, per allineare le norme di importazione alle norme ambientali, fitosanitarie e di sicurezza, garantendo condizioni di parità per i produttori europei.
Per quanto concerne la sicurezza fitosanitaria, la leadership locale europeapropone ispezioni a livello dell'Ue dei prodotti agricoli importati, controlli più rigorosi sulle sostanze non autorizzate e una maggiore collaborazione nella ricerca in materia di prevenzione degli organismi nocivi e delle malattie.
Il Comitato, inoltre, sottolinea l'importanza della trasparenza nella filiera alimentare e della protezione dei consumatori, raccomandando l'attuazione della tecnologia blockchain per certificare e verificare la tracciabilità dei prodotti e delle pratiche agricole e alimentari, sia all'interno dell'Ue che nei paesi terzi. Questa serie di misure, dal punto di vista del CdR,rafforzala fiducia dei consumatori esalvaguarda l'integrità del mercato unico.
Citazione di Carlos MazónGuixot (ES/PPE), presidente del governo di València: “Dobbiamo proteggere le imprese, i lavoratori e i consumatori europei da tariffe sleali”.
La prospettiva locale e regionale nell'attuazione dello Stato di diritto nell'Unione europea
Gli enti locali e regionali sono in prima linea nell'individuare tempestivamente le possibili minacce allo Stato di diritto e nell'attuare concretamente i valori fondamentali dell'Unione europea. Pertanto, il CdR ritiene che sia fondamentale integrarli nei sistemi di monitoraggio e di allerta,per evitare penalizzazionidovute a violazioni commesse dai governi nazionali. Questi sono i messaggi chiave del parereelaborato da Stephen De Ron (LU/Verdi), membro del consiglio comunale di Hesperange (Lussemburgo), e adottato dal Comitato durante la giornata del 2 aprile.
Le regioni e le città sostengono che la Commissione europea dovrebbe integrare meglio i pareri degli enti territoriali nella sua relazione annuale sullo Stato di diritto. Grazie alla loro vicinanza ai cittadini e alla loro responsabilità nella fornitura di servizi pubblici, gli enti locali e regionali fungono da guardiani della democrazia e possono individuare segnali premonitori di violazioni dello Stato di diritto.
Il Comitato sottolinea che i fondi europei devono rimanere una leva per la stabilità democratica e per il rafforzamento dello Stato di diritto, invitando ad applicare criteri di condizionalità di bilancio rigorosi e trasparenti. Con il parere adottato si intende affermare che le autorità regionali e locali non sono responsabili delle violazioni commesse a livello nazionale,oltre che richiedere la garanzia che gli Stati membri rispettino l'obbligo di attuare qualsiasi programma interessato dalla sospensione dei finanziamenti europei. A tale riguardo, suggerisce di creare strumenti di rendicontazione per i beneficiari a livello regionale e locale e invita la Commissione agarantire che i finanziamenti rimangano accessibili alle autorità locali e agli attori della società civile che rispettano pienamente i valori dell'Unione.
Per garantire che i principi dello Stato di diritto siano integrati in tutti i quadri strategici dell'Ue, le regioni e le città sottolineano l'importanza del loro pieno coinvolgimento fin dalla fase di elaborazione delle politiche e di definizione delle priorità. Inoltre, il CdR propone di istituire "dialoghi locali sullo Stato di diritto" per discutere della libertà di stampa, dell'indipendenza degli organi di controllo e della trasparenza amministrativa, e invita a fornire un sostegno mirato agli enti che garantiscano l'effettivo rispetto dei principi democratici, nonostante le molteplici pressioni interne e le ingerenze esterne. Dal punto di vista dei leader locali europei,è inoltre necessario investire maggiormente nella sensibilizzazione e nella formazione dei rappresentanti eletti, del personale amministrativo, della magistratura e dei funzionari delle autorità di contrasto.
Citazione di Stephen De Ron(LU/Verdi), membro del consiglio comunale di Hesperange (Lussemburgo):“Senza lo Stato di diritto, la fiducia e la giustizia vanno perdute. Se non agiamo ora, rischiamo tutto ciò che ci è caro”.
Pacchetto Allargamento 2024 - Balcani occidentali e Turchia
Il CdR, tramite un parere elaborato da Jean-Luc Vanraes (BE/Renew Europe), consigliere comunale di Uccle (Belgio), ha espresso la sua posizione riguardo le azioni di allargamento dell’Unione europea verso i paesi dei Balcani occidentali (Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Montenegro, Macedonia del Nord, Serbia) e verso la Turchia.
I membri dell’Assemblea hanno colto l’occasione per manifestare il pieno sostegno alla politica di allargamento avviata dalla Commissione europea nel 2024, sottolineandone l’importanza nell’affrontare le sfide geopolitiche attuali e future: a partire dalla necessità di sostenere un’unità basata sulla condivisione di valori comuni, quali la democrazia, i diritti umani e lo Stato di diritto, il Comitato considera l’integrazione dei paesi dei Balcani occidentali, in particolare, come una lacuna da colmare per sostenere una comunità europea pacificata. Nonostante il grande potenziale strategico veicolato dall’allargamento verso tali paesi, la leadership locale europea evidenzia la necessità imprescindibile dell’allineamentoai valori dell’Ue e del rispetto deicriteri di Copenaghenche regolano le modalità di adesione, nonché della collaborazione per il perseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile del Green Deal.
Inoltre, con questo parere si esorta la Commissione a garantire che i paesi candidati attuino un reale processo di coinvolgimento dei rispettivi enti locali e regionali, a partire dalle prime fasi di attuazione dei programmi di riforme orientati allo sviluppo in ogni ambito. In questo senso, il Comitato sottolinea di essere disposto, insieme ai propri organi, a sostenere gli enti locali nel conseguimento di questo obiettivo attraverso lo scambio di buone pratiche; il parere rimarca anche l’importanza di consultare gli enti territoriali nella fase di definizione delle priorità di finanziamento e di elaborazione deiprogrammi connessi agli investimenti nei Balcani occidentali.
Per quanto riguarda le valutazioni sulla tenuta dello Stato di diritto nei paesi candidati, i membri del CdR osservano che aspetti come una democrazia locale vivace e dinamica e un’autonomia locale e regionale efficiente rappresentano parametri fondamentali di cui si deve necessariamente tenere conto, proponendo di trattare tali questioni in seno ai gruppi di lavoro (GL) e ai comitati consultivi misti (CCM) del Comitato con i paesi terzi coinvolti.
Relativamente alla politica estera e di sicurezza (PESC) dell’Ue, con questo parere si riconosce l’importanza del pieno allineamento da parte dei paesi candidati e potenziali candidati per un reale sostegno alle azioni esterne dell’Ue, garantendo il continuo adempimento e il pieno rispetto del diritto internazionale, compresa la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS), che fa parte dell’acquis dell’Ue.
Un ulteriore aspetto sottolineato è il ruolo chiave svolto da enti locali e regionali nella lotta alla disinformazione e all’incitamento all’odio: tale ruolo viene svolto attraverso programmi di alfabetizzazione mediatica (digitale e non solo),il sostegno a un giornalismo locale di qualitàe il rafforzamento delle reti di verificatori dei fatti (fact-checking). Il Comitato sostiene che, a partire da una stretta collaborazione tra autorità e società civile, e poggiando sull’ausilio offerto da dati concreti e attendibili, è possibile rafforzare la consapevolezza ecostruire la fiducia della cittadinanza.
In relazione alla volontà manifestata dai membri di sostenere lo scambio e la diffusione di buone pratiche ad ogni livello della governance locale e regionale, il CdRchiede che in tutta la regione dei Balcani occidentali siano attuati progetti sul modello dell’iniziativa di successo per l’Albania “Comuni per l’Europa”, al fine di migliorare i risultati degli enti locali sulle questioni relative all’Ue.
Infine, l’Assemblea esorta la Commissione, i paesi candidati e i paesi potenziali candidati all’adesione a lottare contro “l’appropriazione dello Stato a livello locale”, ovvero un sistema di governance locale in tutto o in parte usurpato da singoli individui influenti o da gruppidi potere che se ne avvantaggiano per i propri interessi, esprimendo profonda preoccupazione per il persistere di pratiche illegali e opache, in particolare le nomine clientelari nelle amministrazioni locali e nelle aziende pubbliche, l’uso improprio dei partiti politici a fini di lucro e le nomine e le promozioni di funzionari pubblici per motivi politici.
Pacchetto Allargamento 2024 – Ucraina, Moldova e Georgia
Il Comitato ha arricchito la propria posizione riguardo la politicadi allargamento dell’Ue sostenendo e approvando un parereelaborato dallaSindaca di Danzica (Polonia)Aleksandra Dulkiewicz(PL/PPE),all’interno del quale si discutono gli aspetti cruciali e l’attuale situazione del processo di adesione di Ucraina, Moldova e Georgia.
Ricordando che un allargamento ben gestito può apportare benefici non soloai paesi candidati, ma anche agli attuali Stati membri, ai loro cittadini, ai loro comuni, alle loro città e alle loro regioni, afferma che il processo di adesione è determinato dal rispettodi alcuni valori che compongono la base comune europea: un’economia sociale di mercato, il rispetto dello Satto di diritto, la democrazia rappresentativa basta su elezioni competitive, regolari, libere ed eque, l’indipendenza della magistratura, il decentramento e i principi della governance multilivello, della sussidiarietà e della proporzionalità. Inoltre, sottolinea l’importanza della lotta alla corruzione a tutti i livelli: dalla prevenzione dell’indebita influenza politica ed economica degli oligarchi, passando dalla lotta alla criminalità organizzata e fino alla tutela della libertà dei media.
Con riferimento alla promozione della stabilità sociopolitica nelle regioni limitrofe all’Unione, il Comitato riconosce l’urgenza di rafforzare la capacità di influenza europea,sottolineando che l’Ue deve avere un ruolo maggiormente attivo all’interno dei processi decisivi per il continente. Tuttavia, all’interno del parere si avverte che l’attuale contesto geopolitico globale potrebbe incidere negativamente sul processo di allargamento europeo: l’incertezza relativa alla nuova politica estera degli Stati Uniti, ai risultati elettorali in Stati membri dell’Ue e ai conflitti in corso in altre parti del mondo sicuramente richiede uno sforzo ben maggiore da parte delle istituzioni europee nel lavoro di mediazione e dialogo che dovrà essere svolto a lungo termine.
Per quanto riguarda la possibilità di negoziare la pace con la Federazione russa, i membri del Comitato rimarcano che solo la piena inclusione dell’Ucraina nella stessa, nonché la piena garanzia della sua sovranità, può aprire la strada verso la concreta attuazione di una politica di mediazione.Un modo di agireimplementato dalla Federazione russa, ben evidenziato da questo parere, e che contribuisce al suo ruolo distruttivo e destabilizzante, è l’aumento degli sforzi nel quadro della guerra cognitiva intensificata nel continente europeo, in particolare attraverso la diffusione di disinformazione. Il Comitato sostiene che questo tema deve sicuramente essere affrontato con determinazione e con la preparazione adeguata.
Per quanto riguarda il potenziale effetto russo, e non solo, sulla politica di allargamento dell’Ue, l’Assemblea ricorda l’aumento degli sforzi da parte dei paesi BRICS sul fronte dell’influenza nelle regioni vicine alla sfera europea (si pensi, per esempio, alle strategie di influenzadella Cina). In questo senso, diviene fondamentale adoperarsi per il contrasto alla disinformazione proveniente da poli geopolitici che lavorano a sfavore dell’influenza europea, soprattutto in seguito al lassismo messo in atto da parte delle piattaforme social riguardo l’eliminazione delle fake news e la lotta all’incitamento all’odio.
Concordando con la Commissione europea sul fatto che l’allargamento dovrebbe essere un processo meritocratico, il CdR, che aveva accolto con entusiasmo l’avvio dei negoziati di adesione con Ucraina e Moldova, si rammarica che la Georgia si sia discostata dalle norme in materia di Stato di diritto e democrazia e abbia preso, a seguito delle pressioni esercitate dalla Russia, la decisione di sospendere i negoziati di adesione all’Ue. A tal proposito, il parere sottolinea l’importanza vitale del rispetto delle forme democratiche di espressione civile, invitando i leader politici e le forze dell’ordine georgiani a porre fine a qualsiasi forma di violenza da parte della polizia.
Relativamente al ruolo degli enti territoriali dei tre paesi candidati all’adesione, il CdRricorda l’importanza di migliorare la capacità delle loro pubbliche amministrazioni affinché possano allinearsi, anche a livello locale, alle norme dell’Ue, così da rendere l’impatto dell’integrazione europea concreto e tangibile per i cittadini. A tal proposito, il Comitato coglie l’occasione di mettere in risalto che gli enti locali e regionali sono responsabili dell’attuazione di fino al 70% della legislazione europea, evidenziando così l’importanza di coinvolgerli attivamente nei futuri negoziati. Infine, con il parere si ribadisce la rilevanza dell’esperienza e delle buone pratichemesse in atto dagli enti con riferimento alle priorità di finanziamento, riguardo le quali città e regioni devono essere consultate.