157° plenaria del Comitato delle Regioni
Il 9, 10 e 11 ottobre 2023 si è tenuta la 157ª sessione plenaria del Comitato delle Regioni, in cui i rappresentanti degli enti locali europei e della Commissione si sono riuniti per discutere temi di attualità rilevanti a livello locale e regionale. Dalla sua sede a Bruxelles, il Comitato europeo delle Regioni (CdR) funge infatti da Assemblea dei rappresentanti regionali e locali dell'Unione europea. Dal 1994 la sua missione è quella di rappresentare e promuovere gli interessi degli enti regionali e locali nel processo decisionale europeo. L'Assemblea del CdR si riunisce in sessione plenaria sei volte l’anno, principalmente per discutere e adottare pareri, relazioni e risoluzioni.
Di seguito puoi leggere un resoconto dettagliato dei pareri approvati durante l'ultima seduta plenaria.
Riforma del quadro di governance economica dell'UE- Presentato da Elio Di Rupo (Belgio, PSE)
Il CdR ritiene che la riforma del quadro di governance economica dell'UE sia inevitabile da una parte a causa della crisi da COVID-19 e della guerra in Ucraina, dall’altra la necessità di investimenti pubblici per perseguire gli impegni UE nell’ambito della transizione verde e digitale. Il CdR ricorda inoltre che gli enti locali e regionali (ERL) sono in prima linea nell'affrontare queste molteplici sfide e sono responsabili di oltre la metà degli investimenti pubblici in Europa.
Il CdR sostiene il principio di una possibile estensione del periodo di aggiustamento fiscale in casi specifici e ritiene che gli investimenti e le riforme finalizzati alla promozione della coesione economica, sociale e territoriale e al raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030, del Green Deal e della transizione digitale potrebbero essere motivi per consentire tale estensione per un periodo di tempo limitato.
Il CdR ricorda che la spesa nell'ambito del cofinanziamento è, per definizione, essenziale per l'attuazione delle priorità dell'UE. La concessione di un trattamento favorevole a queste spese all'interno del quadro finanziario rafforzerebbe la coerenza complessiva delle politiche europee.
Il tutoraggio: uno strumento potente e concreto per l'Europa di domani - Presentato da Anne Rudishuli (Francia/Renew Europe)
Il parere si colloca nel contesto dell'Anno europeo delle competenze, i cui obiettivi sono di fornire strumenti per sfruttare le opportunità derivanti dalle transizioni verdi e digitali, sostenere l'innovazione e la competitività, affrontare le carenze di competenze nell'UE e promuovere una mentalità di riqualificazione e di apprendimento permanente. Il CdR si aspetta che ciò significhi anche sostenere gli enti locali e regionali nell'attuazione di politiche adeguate in materia di occupazione e istruzione.
Il parere si concentra in particolare sui programmi di tutoraggio, volti a migliorare l'accesso alle competenze, alle risorse e alle reti necessarie per avere successo nelle fasi chiave dello sviluppo delle persone. Il CdR sottolinea il ruolo centrale delle città e delle regioni nel guidare i programmi di tutoraggio, per garantire un'attuazione adeguata alle esigenze locali e:
- invita le regioni europee a cooperare e a scambiare esperienze e conoscenze sul tutoraggio, creare partenariati per favorire l'apprendimento reciproco e la diffusione delle migliori pratiche;
- invita gli Stati membri a definire politiche nazionali per promuovere programmi di tutoraggio efficaci, accessibili ed inclusivi e inoltre a destinare i finanziamenti del programma del Fondo sociale europeo Plus (FSE+) al sostegno dei programmi di tutoraggio che avvantaggiano le comunità locali;
- invita la Commissione europea a facilitare l'accesso alle risorse finanziarie per le organizzazioni e le iniziative di tutoraggio in Europa, semplificando le procedure amministrative e fornendo informazioni e consulenza sui fondi disponibili.
La previsione strategica quale strumento per la governance dell'UE e per legiferare meglio - Presentato da Giorgio Magliocca (Italia/PPE)
Il CdR desidera sottolineare l’importanza della previsione come strumento che aumenta la resilienza, la tempestività e l’innovazione nella risposta ai cambiamenti da parte dei diversi livelli istituzionali dell’UE. In generale quello che viene sottolineato è l’importanza di sviluppare una cultura di previsione strategica con l’obiettivo di migliorare la governance a livello locale e globale. A riguardo il CdR chiede che il dibattito venga approfondito relativamente a quali siano gli approcci più adeguati e utili ai processi decisionali così da utilizzarli nella previsione strategica territoriale.
Inoltre il CdR mette in risalto come la previsione possa fornire una prospettiva strategica sul lungo periodo. Questa strategia risulta importante soprattutto nell’ottica della futura Agenda Politica 2024-2029. Il CdR si rende disponibile per contribuire ad aggiungere valore agli sforzi interistituzionali nell’ambito della previsione strategica promossa dall’UE. Si impegna a promuovere maggiori collegamenti delle attività di previsione strategica fra i differenti livelli territoriali (locale, provinciale, regionale e nazionale).
Rispettivamente all’Accordo Interistituzionale (AII) il CdR sottolinea come in una futura revisione quest’ultima dovrebbe comprendere la previsione strategica come elemento cruciale dell’agenda, inoltre viene evidenziato come il CdR dovrebbe avere accesso ai triloghi di codecisione e sottolinea l’impegno a esplorare modalità di incidenza nel dialogo interistituzionale.
Infine, il CdR ricorda le recenti raccomandazioni provenienti dalla COFE che si basano sull’aspettativa dei cittadini di azioni dell’UE che siano lungimiranti, sostenibili e a ‘prova di futuro’. Da questo punto di vista vede molto positivamente il riconoscimento da parte della Commissione della previsione strategica, sia come obiettivo trasversale dell'istituzione, che come strumento di governance.
Strategia 2.0 per i droni - Presentato da Władysław Ortyl (Polonia/ECR)
Il CDR sottolinea che, a livello mondiale, il settore dei droni è uno dei mercati in più rapida crescita: il suo valore era di 28 miliardi di € nel 2022 e dovrebbe salire a 541 miliardi di € entro il 2030. Gli enti locali e regionali hanno la potenzialità e la responsabilità di preparare l'economia – non solo sul piano strettamente economico, ma anche su quello sociale, strategico e operativo – ai cambiamenti indotti dallo sviluppo della tecnologia dei droni nonché ai conseguenti cambiamenti normativi dovuti.
Il CDR appoggia le iniziative contemplate nella Strategia Europea 2.0 per i droni, come
- uniformare la normativa sui droni,
- coinvolgere gli enti locali e regionali nella realizzazione e nel monitoraggio delle infrastrutture per i droni (in particolare, ma non solo, nell'ottica del concetto di U-space);
- conseguire sinergie tra le industrie civili, militari e spaziali;
- promuovere il mercato dei droni, ritenendolo in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo; invoca a riguardo una stretta cooperazione tra i livelli europeo, nazionale e regionale nella definizione di percorsi di finanziamento.
Facendo presente che l'accettazione da parte dell'opinione pubblica risulta l'argomento più discusso nelle consultazioni effettuate ai diversi livelli, sottolinea che la realizzazione di sistemi che riducano al minimo il rischio di uso improprio dei droni contribuirà a consolidare la fiducia del pubblico nel loro uso e che anche gli enti locali e regionali dovrebbero lavorare per prevenire l'uso improprio e assicurare la sicurezza e cybersicurezza pubblica.
Una transizione giusta e sostenibile delle regioni automotive - Presentato da Sven Schulze (Germania/PPE)
Il CdR mette in risalto come questa doppia transizione avrà un forte impatto sugli ecosistemi automobilistici regionali. È necessaria una strategia di transizione europea globale dato che l’industria automobilistica dell’UE è interconnessa anche oltre i confini nazionali.
A riguardo il CdR nota come questa transizione del settore automobilistico è accompagnata da cambiamenti strutturali che stanno avvenendo nelle regioni. Risulta quindi fondamentale fornire supporti appropriati come il meccanismo di transizione giusta o una sezione appositamente dedicata nella prossima politica di coesione.
Per quanto riguarda gli aiuti di stato il CdR ne sottolinea l’importanza. Le norme europee relative a questo ambito necessitano di essere adattate di modo che anche le regioni più forti economicamente nel settore automobilistico possono rafforzare i loro cluster di innovazione.
Sempre riguardo alle risorse, il CdR invita la Commissione europea a programmare lo stanziamento di fondi per la giusta transizione delle regioni e dei fornitori del settore automobilistico. È richiesto che sia concessa flessibilità alle regioni nella gestione di queste risorse data la variabilità delle sfide.
Il CdR chiede una valutazione globale dell'impatto territoriale sulle conseguenze occupazionali del passaggio a un'industria auto a emissioni 0.
Il CdR sottolinea come sia rilevante che l’UE tenga conto delle diverse soluzioni tecniche nel settore automobilistico. Viene infatti ritenuto che fintanto che le nuove proposte sono neutre in termini di emissioni di carbonio debbano essere soggette alla concorrenza nell’innovazione tra industria e ricerca.
Da parte del CdR viene data rilevanza alla formazione dei lavoratori relativamente al processo di transizione, l’acquisizione di nuove competenze è fondamentale.
Per il CdR non di minor importanza è il coinvolgimento dei cittadini in questo processo di transizione, necessario per garantire il sostegno pubblico.
La COP 28 dell'UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change): il ruolo degli enti subnazionali nel portare avanti le ambizioni climatiche - Presentato da Rafał Kazimierz Trzaskowski (Polonia/PPE)
Il CDR sottolinea che qualsiasi ritardo nell'attuazione di misure efficaci per contrastare i cambiamenti climatici amplificherà la perdita di biodiversità, i rischi per la salute e i danni e mette in rilievo l'importanza di affrontare le interconnessioni tra clima, biodiversità e obiettivi di sviluppo sostenibile. Per questo esorta le Parti ad accelerare la transizione verso le energie rinnovabili, a promuovere una produzione di energia sicura e sostenibile a basse emissioni di carbonio e, infine, ad eliminare gradualmente l'uso di combustibili fossili senza imporre costi sproporzionatamente elevati alle città e alle regioni che dipendono da tali combustibili.
Il CDR rammenta che gli enti locali e regionali sono alleati fondamentali per attuare sul campo gli obiettivi definiti nelle negoziazioni internazionali dell'accordo di Parigi, e pertanto invita le Parti a sfruttare i partenariati e la collaborazione con il raggruppamento delle amministrazioni locali e comunali disposti a lottare contro i cambiamenti climatici.
Inoltre, il CDR chiede:
- un sostegno mirato, lo sviluppo di capacità e investimenti nelle regioni per garantire la loro partecipazione significativa all'azione per il clima;
- che gli enti locali e regionali abbiano accesso diretto ai finanziamenti per il clima, per poter fornire soluzioni mirate ed efficaci per le sfide che affrontano i loro territori;
- di assicurare integrazione verticale nelle politiche che verranno decise, il che significa includere impegni, azioni e risultati subnazionali nei PAN (N.d.R: "Piani nazionali di adattamento") e negli NDC (N.d.R: documenti che illustrano gli sforzi compiuti da ciascun paese per riduzione di emissioni e adattamento);
- Ed elaborare, nel quadro dell'Obiettivo mondiale di adattamento (GGA), approcci di adattamento guidati a livello locale per ridurre i rischi e gli effetti dell'"adattamento inadeguato".
Pacchetto sulla protezione dei consumatori - Presentato da Dan Boyle (Irlanda/Verdi)
Il CdR sottolinea l'impegno a garantire che i consumatori siano messi in grado di fare scelte più informate e di svolgere un ruolo attivo nella transizione ecologica. Per il CdR sono quindi necessari cambiamenti nei consumatori e nelle imprese. È necessario semplificare i processi che consentono alle PMI di dimostrare le proprie dichiarazioni ecologiche e servono regole armonizzate per la fornitura di informazioni ai consumatori, come ad esempio i punteggi di riparazione, informazioni sulla durata del prodotto e altri elementi che ne definiscono la sostenibilità nel tempo.
Il CdR chiede quindi un quadro di governance più forte che coinvolga le autorità locali, regionali e la società civile con l’obiettivo di dare vita a processi trasparenti e inclusivi. Il CdR si rammarica che non vengano introdotte modifiche relative a:
- il quadro della garanzia legale ovvero la sua estensione, modifica mirata in particolar modo per i beni più durevoli;
- la mancata inversione dell'onere della prova per allinearlo al periodo di garanzia legale;
- responsabilità congiunta venditore-produttore;
Il CdR sostiene i governi regionali e locali nell'incoraggiare lo sviluppo dei settori no-profit e del volontariato come importanti fornitori di servizi per l'attuazione del diritto alla riparazione; riconosce che i repair cafè sono un'importante infrastruttura sociale; e raccomanda di ampliare la gamma dei possibili riparatori, includendo le persone escluse dal mercato del lavoro, come persone con disabilità e persone che stanno scontando una pena detentiva, garantendo un lavoro equo.
Meccanismo transfrontaliero europeo 2.0 - Presentato da Magali Altounian (Francia/Renew Europe)
Il CdR si rifà a studi condotti dalla Commissione europea che hanno dimostrato che la notevole perdita di crescita potenziale nelle regioni di confine dell'UE è il risultato diretto degli ostacoli giuridici e amministrativi. Secondo il CdR, dopo 70 anni di integrazione, tali barriere di confine non dovrebbero esistere e, soprattutto, non dovrebbero esserne create di nuove, come purtroppo invece accade ancora. L'Unione europea e i suoi Stati membri dovrebbero adottare misure per eliminare o almeno ridurre queste barriere, al fine di attuare il mercato unico europeo, creare posti di lavoro e migliorare la qualità della vita dei cittadini.
Il CdR ritiene inaccettabile che alcune regioni di confine ancora non dispongano di strumenti di governance transfrontaliera per segnalare gli ostacoli giuridici e amministrativi ai governi degli Stati membri o alle istituzioni dell'UE. Questo lascia queste regioni in una situazione di stallo che limita il loro sviluppo economico, sociale e territoriale e quindi il benessere della popolazione. Ogni regione di confine dovrebbe avere a disposizione questi strumenti di governance transfrontaliera.
Il CdR riconosce che, sulla base delle osservazioni formulate da alcuni Stati membri, è necessario adottare un nuovo approccio al regolamento per superare l'impasse. Il CdR ritiene che le riserve espresse dagli Stati membri possano essere risolte attraverso una discussione approfondita e una proposta modificata.
Il CdR sottolinea che è essenziale istituire punti di coordinamento transfrontalieri in tutti gli Stati membri o regioni con poteri amministrativi. Questi punti di coordinamento (che possono essere integrati in un ministero appropriato, in organizzazioni esistenti o istituiti come organismi indipendenti) dovrebbero consentire alle autorità competenti di ricevere notifiche dalle regioni di confine, dai cittadini e dalle imprese, di elaborare tali notifiche e di proporre soluzioni.
Riesame e proposta di revisione del QFP (Quadro Finanziario Pluriennale) 2021-2027 - Presentato da José Manuel Ribeiro (Portogallo/PSE)
Il CdR mette in risalto come il proprio punto di vista sul QFP, ovvero la sua insufficiente dotazione finanziaria, sia condiviso anche dalla Commissione. Il CdR è favorevole e supporta:
- l’aumento della riserva per gli aiuti di solidarietà e di emergenza;
- l’introduzione dello strumento per l’Ucraina, chiede a riguardo un aumento della dotazione finanziaria, che è ritenuta insufficiente;
- la proposta di prorogare di 12 mesi la presentazione della documentazione di chiusura nell'ambito del periodo di programmazione 2014-2020 sia per il QFP che per il FEAD.
Invece, il CdR nota alcune criticità:
- in primo luogo esorta gli Stati membri ad adottare il prima possibile una decisione in merito alle proposte collegate al pacchetto adeguato per la prossima generazione di risorse proprie;
- si rincresce vivamente che la Commissione non abbia realizzato una valutazione d'impatto territoriale (VIT) della proposta relativa alla STEP; il CdR ha organizzato una VIT, che ha confermato la possibile concentrazione dei fondi a titolo dei programmi rafforzati dalla STEP in alcune regioni e alcuni Stati membri e la potenziale concentrazione delle tecnologie critiche selezionate dalla piattaforma in questi stessi territori e paesi dell'UE;
- nutre alcuni dubbi rispetto al fatto che l'apertura degli strumenti della politica di coesione alle grandi imprese nelle regioni in transizione, così come nelle regioni più sviluppate degli Stati membri con un PIL pro capite inferiore alla media UE, rafforzerà la coesione;
- rileva che l'aumento del cofinanziamento al 100% per le priorità STEP potrebbe, non volutamente, favorire le regioni maggiormente sviluppate,riducendo potenzialmente l'impatto complessivo della politica di coesione.
Lo strumento per l'Ucraina - Presentato da Dario Nardella (Italia/PSE)
Il CdR accoglie con favore, anche a nome dell'Alleanza europea delle città e delle regioni per la ricostruzione dell'Ucraina, la proposta della Commissione di uno Strumento per l'Ucraina. Tale strumento garantirà all'Ucraina finanziamenti (nella forma di prestiti a condizioni vantaggiose e sostegno a fondo perduto fino a 17 miliardi di euro) fino al 2027.
Il CdR ritiene che il bilancio complessivo dovrebbe essere di 60 miliardi di euro, anziché 50, per il periodo 2024-2027, apprezzando che esso si basi sulla capacità di prestito dell'UE, e pertanto non comporti finanziamenti legati alla politica di coesione. Al contempo sottolinea l'importanza di collegare l'assistenza fornita dallo strumento al quadro politico dell'allargamento.
Il CdR propone una serie di misure per garantire l'adeguato coinvolgimento degli enti locali e regionali dell'Ucraina:
- suggerisce che si applichi il principio di partenariato definito nel "Codice di condotta europeo sul partenariato nel quadro dei Fondi strutturali e di investimento europei", al fine di preparare l'avvicinamento dell'Ucraina alla politica regionale dell'UE;
- propone di aumentare la quota di fondi messi a disposizione per lo sviluppo delle capacità (nell'ambito del III pilastro dello strumento), al fine di rafforzare il sostegno all'attuazione delle riforme legate all'adesione all'UE, il necessario sviluppo delle capacità delle autorità locali e regionali e i programmi di cooperazione dedicati;
- raccomanda di aggiungere una componente territoriale alla Piattaforma di coordinamento dei donatori multi-agenzia, con l'Alleanza europea delle città e delle regioni per la ricostruzione dell'Ucraina a svolgere un ruolo di coordinamento.