Martina Cocconcelli dell'Università di Bologna tra i 3 vincitori della sfida del Master europeo in traduzione (eMT) 2022

Ad aprile, 112 studenti di corsi di laurea magistrale in traduzione in tutta Europa hanno partecipato alla sfida eMT 2022. La sfida consisteva nella valutazione di traduzioni automatiche: i partecipanti dovevano completare un esercizio a scelta multipla e scrivere un mini-saggio e potevano scegliere una delle 24 lingue ufficiali dell'UE.

Abbiamo chiesto a Martina Cocconcelli, emiliano-romagnola e una delle tre vincitrici, di raccontarci l'esperienza:

 Martina Cocconcelli

Come hai scoperto di questa opportunità?

Conoscevo questa iniziativa già dall’anno scorso. Ero al primo anno del corso di laurea magistrale in Specialized Translation e durante le lezioni ci hanno parlato di questo progetto. Non mi sono proposta in quell’occasione perché non mi sentivo pronta, sentivo di potere e dovere approfondire ancora di più le mie conoscenze e competenze nel campo della traduzione, prima di candidarmi per rappresentare il Dipartimento di Interpretazione e Traduzione in una competizione a livello europeo. A febbraio, il Dipartimento ha inviato una mail per presentare il progetto di questa edizione e, grazie alle esperienze che avevo vissuto e agli insegnamenti che avevo ricevuto, ho deciso di candidarmi.

 

Chi/Cosa ti ha motivato a partecipare?

Volevo mettere alla prova le mie competenze, mi sentivo preparata e curiosa di questa nuova opportunità. Una delle motivazioni principali per cui ho deciso di partecipare è il carattere internazionale di questa competizione; sono da sempre interessata al contatto con altre culture e il mio percorso scolastico ha sempre seguito questa direzione: dopo aver frequentato il liceo linguistico nella sezione ESABAC e ottenuto l’attestato Certilingua, mi sono laureata in Mediazione Linguistica e nel 2019 ho partecipato al progetto Erasmus, per poi iscrivermi al corso di Laurea Magistrale in Specialized Translation. La dimensione europea mi interessa moltissimo e partecipare a questa competizione era un po’ una prosecuzione di un percorso iniziato tanti anni fa. Quando ho scoperto che la competizione di questa edizione avrebbe riguardato la traduzione automatica, non ho più avuto dubbi: avevo seguito un corso che affrontava proprio questa tematica, l’Università in questo senso mi ha preparata tanto. Inoltre, sempre tramite l’Università, avevo già affrontato lavori di post-editing. Ho inserito tutte queste motivazioni nella mia candidatura per rappresentare il Dipartimento, per me essere selezionata era già una vittoria.

 

Cosa ti hanno fatto fare?

Per prima cosa abbiamo scelto la combinazione linguistica con cui avremmo lavorato e io ho scelto la combinazione inglese-italiano. Il 29 aprile ci siamo collegati e abbiamo avuto un’ora di tempo per rispondere a tutti i quesiti. La prova era suddivisa in due parti: la prima parte era composta da quindici domande a scelta multipla, mentre la seconda richiedeva di redigere un breve testo per commentare e interpretare le scelte effettuate nella parte precedente. Nella prima parte, ogni quesito era composto da una frase in lingua inglese e la sua traduzione in italiano, generata da un sistema di traduzione automatica; si trattava di frasi provenienti da generi testuali differenti, con registri differenti. L’obiettivo era analizzare ogni frase tradotta, individuare i punti più problematici e prevedere eventuali operazioni di post-editing necessarie per correggerla o renderla più scorrevole nella lingua di arrivo. Infine, per ogni frase dovevamo scegliere tra due valori percentuali, che rappresentavano il grado di correttezza della traduzione automatica. I due valori tra cui dovevamo scegliere derivavano da due sistemi di valutazione di traduzioni automatiche, con parametri diversi, e noi dovevamo stabilire quale fosse il più corretto, il più coerente e il più utile ai fini di una previsione del post-editing necessario. Non è stata una prova semplice, spesso le percentuali dei due sistemi erano molto ravvicinate, non era immediato riconoscere il sistema più adeguato. Nella seconda parte dovevamo includere esempi di frasi proposte nella parte precedente per giustificare la nostra scelta, quale dei due sistemi ritenevamo più idoneo.

 

Cosa pensi ti rimarrà di più di questa esperienza?

Quando sono stati pubblicati i risultati, non mi sono resa conto subito di quello che stava succedendo, ma ho ricevuto i complimenti da molti professori e da altrettanti compagni di corso: è stata una soddisfazione personale ma soprattutto collettiva, e aver raggiunto questo risultato mi riempie di orgoglio. A causa della pandemia ho frequentato tutte le lezioni da remoto, non ho avuto la possibilità di avere un contatto diretto con i professori e con i miei compagni: quando sono usciti i risultati ho avuto la conferma che, nonostante la distanza, in questi due anni ho costruito tanti legami. Di questa esperienza mi rimarrà soprattutto la sensazione di aver dato il mio contributo: in questi due anni ho ricevuto tanto, vincere questa competizione è per me un modo di restituire al Dipartimento quello che mi è stato insegnato e le opportunità che mi sono state date.