L'esito della sessione plenaria di dicembre 2022 del Comitato delle Regioni

Dalle nostre infografiche: cosa fa il Comitato delle Regioni?

 

Dal 30 novembre al 1° dicembre si è tenuta, in modalità ibrida, la 152ª sessione plenaria del Comitato delle Regioni, in cui i rappresentanti degli enti locali europei e della Commissione si sono riuniti per portare all’attenzione dell’Unione i principali temi di attualità rilevanti a livello locale e regionale. 

Dalla sua sede a Bruxelles, il Comitato europeo delle Regioni funge infatti da Assemblea dei rappresentanti regionali e locali dell'Unione europea. Dal 1994 la sua missione è quella di rappresentare e promuovere gli interessi degli enti regionali e locali nel processo decisionale europeo.

L'Assemblea del CdR si riunisce in sessione plenaria sei volte l’anno, principalmente per discutere e adottare pareri, relazioni e risoluzioni

punti salienti della sessione plenaria sono stati i seguenti:

- Dibattito sulla crisi alimentare;

- Dibattito conclusivo sull'Anno europeo dei Giovani ed approvazione della "Carta dei Giovani e della Democrazia";

- Dibattito sulla crisi energetica e sulle conseguenze per le famiglie europee.

30 novembre 2022: prima giornata

Entriamo nel dettaglio. Il primo giorno, in seguito all’apertura formale della sessione, è stata approvata la minuta della 151° sessione del 10,11 e 12 ottobre 2022. Dopo i saluti istituzionali del Presidente Vasco Alves Cordeiro, sono stati approvati ben sei pareri, a partire da quello presentato da Aleksandra DULKIEWICZ, Sindaca di Danzica (Polonia),  "Estendere l'elenco dei reati riconosciuti dall'UE all'incitamento all'odio e ai reati generati dall'odio", in cui il CDR: 

  • esprime il suo vivo apprezzamento per la proposta della Commissione europea di una decisione del Consiglio sull'aggiunta dell'incitamento all'odio e dei reati generati dall'odio alle sfere di criminalità di cui all'articolo 83, paragrafo 1, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, proposta allegata alla comunicazione della Commissione, del 9 dicembre 2021, intitolata Un'Europa più inclusiva e protettiva: estendere l'elenco dei reati riconosciuti dall'UE all'incitamento all'odio e ai reati generati dall'odio;
  • ritiene che i politici e le autorità pubbliche siano particolarmente capaci di influenzare l'opinione pubblica e incidere sul discorso pubblico, e invita pertanto i leader politici a tutti i livelli ad astenersi dall'utilizzare un linguaggio che possa dar luogo a incitamento all'odio o a reati generati dall'odio nei confronti di determinati gruppi;
  • sottolinea che i sindaci e le altri leader regionali e locali si trovano in una posizione cruciale e possono svolgere un ruolo essenziale nell'individuazione delle prime avvisaglie di tali fenomeni nelle loro comunità; chiede che siano elaborate raccomandazioni specifiche destinate agli enti regionali e locali riguardo ai modi di prevenire efficacemente questi fenomeni nelle rispettive comunità; ritiene altresì che gli enti locali e regionali debbano essere incoraggiati a intraprendere azioni preventive sulla base delle condizioni esistenti nei rispettivi territori; e chiede una cooperazione armoniosa con le autorità di contrasto, da cui ci si attende una lotta coerente ed efficace contro l'incitamento all'odio e i reati generati dall'odio;
  • raccomanda di adottare una normativa volta a combattere l'incitamento all'odio nei servizi digitali, onde evitare che i social media contribuiscano alla diffusione e all'amplificazione dell'impatto sia dell'incitamento all'odio che dei reati generati dall'odio. Le norme attualmente in vigore, infatti, non sono sufficienti a garantire che i fornitori di servizi Internet facciano la loro parte nel combattere e prevenire efficacemente l'incitamento all'odio da parte degli utenti dei loro servizi; studi condotti in materia dimostrano che, in molti casi, fornitori e piattaforme di servizi digitali non applicano o non sono in grado di far rispettare gli orientamenti che essi stessi si sono dati;
  • sottolinea che l'unica risposta all'incitamento all'odio e ai reati generati dall'odio consiste nel definire una strategia giuridica integrale per contrastarli, denunciarli e perseguirli penalmente in maniera coerente;
  • fa notare che tra la lotta contro l'incitamento all'odio e la censura il confine è spesso sottile. Nel preparare soluzioni giuridiche per combattere l'incitamento all'odio e i reati generati dall'odio, si dovrebbe fare attenzione a garantire il diritto alla libertà di espressione. 

 

Il secondo parere approvato è stato quello presentato da, Giuseppe VARACALLI, Consigliere comunale del Comune di Gerace (RC) (Italia),"Migrazione legale. Attirare competenze e talenti nell'UE", in cui il CDR: 

  • riconosce che i migranti legali svolgono un ruolo cruciale nell'economia e nelle società europee e possono anche diventare agenti di sviluppo quando saranno messe in atto politiche adeguate; sottolinea che la migrazione legale è un motore fondamentale della crescita delle città e contribuisce a rendere le città molto più diversificate ed economicamente più dinamiche; sottolinea inoltre il contributo dell'elevata percentuale di lavoratori chiave migranti durante la pandemia di COVID-19; sottolinea la necessità di rafforzare la parità di trattamento dei lavoratori cittadini di paesi terzi, in particolare per quanto riguarda le condizioni di lavoro, la libertà di associazione e di affiliazione e le prestazioni di sicurezza sociale, nonché la necessità di una maggiore tutela dei diritti delle donne e della prospettiva di genere, in particolare nei settori in cui le donne migranti sono sovrarappresentate, ma anche di tutelare i portatori di disabilità, garantendo loro tutela dei diritti ed accesso alle cure;
  • sottolinea che gli enti locali e regionali svolgono un ruolo fondamentale nel facilitare l'inclusione di tutti i cittadini di paesi terzi, indipendentemente dal loro status giuridico. Spesso promuovono la diversità e la coesione sociale attraverso una serie di politiche progressiste che alimentano la fiducia nelle amministrazioni locali e favoriscono l'accesso equo a servizi condivisi e l'inclusione socioeconomica;
  • sottolinea che gli enti locali e regionali sono nella posizione migliore per avere una visione d'insieme coerente delle attuali e più strutturali carenze e opportunità nel mercato del lavoro locale e che pertanto dovrebbero essere inclusi nella governance multilivello volta ad attrarre e trattenere i talenti internazionali per rispondere alle esigenze del mercato del lavoro locale;
  • sottolinea che occorre tenere conto delle esigenze dei vari attori coinvolti (migranti, diaspore, enti locali e regionali, datori di lavoro e associazioni di categoria), al fine di garantire l'efficacia e la sostenibilità dei futuri progetti come strumento per la gestione a lungo termine della migrazione legale; pertanto invita alla costituzione di un tavolo di lavoro fra Commissione europea, Comitato economico e sociale europeo, Comitato europeo delle regioni e Parlamento europeo, i cui scambi dovrebbero basarsi su precedenti consultazioni e dialoghi con importanti portatori di interessi nel campo dell'integrazione dei migranti;
  • accoglie con favore il sostegno dell'Autorità europea del lavoro (ELA) nel garantire che le norme dell'UE in materia di mobilità dei lavoratori e coordinamento della sicurezza sociale siano applicate in modo equo, semplice ed efficace, anche attraverso la fornitura di informazioni, ispezioni concertate e congiunte, una cooperazione amministrativa rafforzata e la promozione della mobilità dei lavoratori, in particolare grazie a EURES.

 

Il terzo parere approvato è stato quello presentato da Luca MENESINI, Presidente della Provincia di Lucca (Italia), "Strategia dell'UE per prodotti tessili sostenibili e circolari" in cui il Comitato delle Regioni: 

  • fa rilevare che il ciclo di vita dei prodotti tessili ha in media il quarto più alto impatto negativo sul clima e sull'ambiente, dopo il cibo, l'alloggio e la mobilità. I tessili hanno causato nel 2020 la terza maggiore pressione sull'utilizzo dell'acqua e del suolo e la quinta maggiore sull'utilizzo di materie prime ed emissioni di gas serra;
  • accoglie positivamente l'obbligatorietà della raccolta differenziata dei tessili per tutti i produttori di rifiuti entro il gennaio 2025;
  • propone di passare da un sistema produttivo estrattivo-lineare ad un modello rigenerativo-circolare, e le autorità locali e regionali sono fondamentali in tale transizione, in particolare a) i comuni e i soggetti locali quali le imprese sociali, gli attori della raccolta e le organizzazioni della società civile per quanto riguarda il sistema di raccolta, recupero e riuso, b) le regioni attraverso il sostegno ai comuni per le loro funzioni e c) il settore privato, in quanto volano per i processi di ricerca e innovazione;
  • fa rilevare come l'efficacia dei sistemi locali di raccolta dei rifiuti del settore tessile rimanga una sfida chiave, e sottolinea come l'insieme dei costi relativi alla loro raccolta, separazione e riciclaggio debbano pesare meno dei costi legati alla gestione dei rifiuti domestici per promuovere una effettiva transizione circolare del settore;
  • auspica l'introduzione di criteri minimi obbligatori per gli appalti pubblici verdi e invita gli Stati membri a normare in materia di appalti pubblici verdi sotto forma di piani d'azione o strategie nazionali; ritiene altresì necessari gli scambi di conoscenze e buone pratiche locali e regionali al fine di promuovere e facilitarne una più completa e diffusa attuazione.

 

Il quarto parere approvato è stato quello presentato da Piotr CAŁBECKI,Presidente della regione Cuiavia-Pomerania (Polonia), "Proteggere la sicurezza alimentare e rafforzare la resilienza dei sistemi alimentari", in cui il CDR: 

  • sottolinea la necessità e l'urgenza di affrontare il problema dei punti deboli dei sistemi alimentari dei paesi dell'UE al fine di introdurre cambiamenti profondi e strutturali e trovarsi preparati di fronte alle crisi future;
  • sostiene fermamente la volontà di rafforzare la sovranità alimentare dell'UE e di conseguire una maggiore autonomia incoraggiando una produzione alimentare diversificata a livello regionale e locale;
  • sottolinea che le azioni dell'Unione nel settore della sicurezza alimentare non devono essere utilizzate solo per affrontare il problema attuale, ma anche per realizzare cambiamenti più strutturali nella politica agricola comune, al fine di migliorare la qualità della vita della popolazione dell'UE e la competitività della sua economia, nonché per conseguire rilevanti benefici ambientali in ambiti legati all'approvvigionamento alimentare dell'Unione;
  • invita la Commissione europea a completare i lavori sui piani di emergenza per la sicurezza alimentare finalizzati allo sviluppo e all'attuazione di una strategia a lungo termine volta a garantire la sicurezza alimentare di base a livello regionale. Suggerisce, a tale proposito, la generalizzazione dei piani alimentari locali sviluppati in diversi paesi europei;
  • invita la Commissione europea a porre maggiormente l'accento sul finanziamento di progetti volti ad accrescere la sicurezza alimentare a livello regionale per garantire la sicurezza delle comunità locali, almeno per il tempo necessario ai paesi alleati per organizzare gli aiuti.

 

Il quinto parere approvato è stato quello presentato da Karine GLOANEC-MAURIN, Vicesindaca di Couëtron au Perche (Francia), "Riforma del sistema delle indicazioni geografiche" in cui il Comitato delle Regioni:

  • approva l'istituzione di un insieme unico di norme procedurali per tutti i settori, con l'obiettivo di garantire la coerenza e di rendere più comprensibile il sistema delle indicazioni geografiche (IG);
  • sostiene la proposta di prevedere che gli enti pubblici regionali o locali possano contribuire alla preparazione della domanda e alla procedura di registrazione delle indicazioni geografiche, poiché ciò ufficializza il contributo dei territori alla preparazione e alle fasi preliminari del processo di registrazione di una nuova IG; e auspica di essere coinvolto nel meccanismo di valutazione;
  • ritiene che l'Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO), grazie alle sue competenze tecniche specifiche in materia di diritti di proprietà intellettuale (DPI) e alle sue risorse, potrebbe essere coinvolto nel funzionamento del sistema delle IG dell'Unione offrendo assistenza tecnica alla Commissione europea nei casi relativi agli aspetti della proprietà intellettuale e secondo modalità da definire chiaramente nella proposta legislativa; 
  • osserva inoltre che l'EUIPO ha acquisito vere e proprie competenze specifiche nel campo delle indicazioni geografiche e dispone di strumenti molto efficaci che potrebbero essere di grande utilità per il monitoraggio e la promozione delle IG e per la lotta contro le frodi;
  • approva l'inclusione di impegni di sostenibilità volontari nelle IG, la cui definizione dovrebbe essere precisata nel regolamento;
  • accoglie con favore l'ambizione della Commissione europea di incoraggiare i produttori di IG a collaborare efficacemente all'interno delle associazioni di produttori e di conferire maggiori poteri a tali associazioni, ma ritiene che la proposta non tenga conto della diversità delle situazioni giuridiche negli Stati membri;
  • dato che le IG piccole e medie rappresentano il 48 % del numero totale di IG nell'UE, ma solo lo 0,5 % del valore totale delle vendite con indicazione geografica, raccomanda un sostegno adeguato per consentire ai produttori di sostenere i costi di produzione ed evitare così l'abbandono della certificazione.

 

Il sesto parere approvato è stato quello presentato da Nathalie SARRABEZOLLES, Membro di una giunta locale: consiglio dipartimentale del Finistère (Francia), "La prossima generazione di risorse proprie per il bilancio dell'UE", in cui il Comitato delle Regioni:

  • prende atto della proposta della Commissione di introdurre tre nuove risorse proprie per il bilancio dell'UE, ma continua a nutrire profonda preoccupazione per l'assenza di una valutazione d'impatto credibile dei costi che tali misure faranno pesare sulle imprese e sui consumatori europei;
  • sottolinea la necessità di creare nuove risorse non solo per rimborsare il debito contratto con lo strumento europeo per la ripresa (NGEU), ma anche per aumentare in modo permanente l'autonomia finanziaria del bilancio dell'UE e ridurre la propensione degli Stati membri a ragionare in termini di "giusto corrispettivo"; l'introduzione delle risorse proprie dovrebbe avvenire in maniera sostenibile per i bilanci degli Stati membri;
  • osserva che l'introduzione di un primo paniere di nuove risorse proprie nel 2023, conformemente alla tabella di marcia prevista dall'accordo interistituzionale del 16 dicembre 2021, invierà un messaggio positivo agli investitori sui mercati finanziari e alle agenzie di rating; ricorda che entrate sufficienti provenienti da nuove risorse proprie sono fondamentali per garantire il rimborso del debito contratto con Next Generation EU (NGUE) senza compromettere i programmi dell'UE nell'ambito del prossimo QFP;
  • mette in evidenza che, nel complesso, le tre nuove risorse proprie proposte genereranno entrate fino a 17 miliardi di EUR l'anno tra il 2026 e il 2030, secondo le stime della Commissione europea; osserva che tale ammontare non sarà sufficiente né a rimborsare il debito contratto con NGUE (15 miliardi di EUR l'anno) né a finanziare il Fondo sociale per il clima (9,7 miliardi di EUR l'anno); sottolinea pertanto che saranno necessarie nuove risorse proprie supplementari; insiste sull'importanza delle valutazioni d'impatto territoriale e invita la Commissione a tenerne conto al momento di presentare nuove risorse proprie.

 

1° dicembre 2022: seconda giornata

Durante la seconda si è concluso il dibattito sull'Anno europeo dei Giovani ed approvazione della "Carta dei Giovani e della Democrazia", che contiene 49 raccomandazioni per i livelli di governo europeo, nazionale e subnazionale. L'impegno per i giovani non rimanga solo uno slogan; potenziare l'educazione civica, abbassare l'età minima per il voto e incoraggiare i giovani a candidarsi alle elezioni, istituire meccanismi permanenti di consultazione con i giovani, sottoporre la nuova legislazione dell'UE a una valutazione d'impatto dal punto di vista dei giovani, rafforzare i programmi dell'UE per la gioventù: sono queste alcune delle raccomandazioni presentate nella Carta europea dei giovani e della democrazia. Sono, inoltre, stati approvati tre pareri. 

Il primo parere approvato "Rafforzare il sostegno della politica di coesione alle regioni che presentano svantaggi geografici e demografici (articolo 174 del TFUE)" presentata da Marie-Antoinette MAUPERTUIS, Membro di un'assemblea regionale: regione Corsica (Francia), in cui il Comitato delle Regioni: 

  • insiste sul fatto che, sebbene la politica di coesione dell'UE rivesta un ruolo cruciale nell'applicazione dell'articolo 174 del TFUE, tale mandato ha carattere cogente per tutte le altre politiche dell'UE (in particolare il Green Deal europeo e l'agenda digitale), le quali non devono nuocere all'obiettivo della coesione territoriale delle zone o regioni in questione;
  • propone che, nei territori di cui all'articolo 174 del TFUE, ciascuno Stato membro renda disponibili servizi pubblici di base, in linea con il pilastro europeo dei diritti sociali e la Carta dei diritti fondamentali. Al riguardo occorre, in particolare, tenere conto delle disposizioni del protocollo sui servizi d'interesse generale, ad esempio quelle che lasciano ampio potere discrezionale alle autorità nazionali, regionali e locali nell'organizzazione dei servizi, quelle relative alla promozione dell'accesso universale ecc. Le possibilità di fornire servizi pubblici transfrontalieri efficaci e sostenibili dovrebbero essere esplorate in maniera sistematica;
  • chiede che la politica di coesione per il periodo successivo al 2027 preveda un orientamento regionale e una destinazione specifici a livello UE per le regioni con territori di cui all'articolo 174 del TFUE, con una soglia minima di intensità di aiuto negli accordi di partenariato. Questo dovrebbe riguardare possibilmente anche altre politiche a titolo del bilancio dell'UE che presentino una dimensione territoriale, compresi eventuali strumenti che potrebbero subentrare a Next Generation EU.
  • ritiene che non solo gli interventi del Fondo per una transizione giusta debbano essere adeguatamente integrati nelle strategie di specializzazione intelligente della politica di coesione, ma che – il che è ancora più importante – il rilancio delle aree industriali europee in declino debba andare al di là della stessa coesione per assurgere a elemento centrale del dispositivo per la ripresa e la resilienza e dei programmi che lo seguiranno; programmi, questi, che dovrebbero inoltre essere integrati nella politica di coesione o quantomeno attuati in maniera più sinergica con questa politica;
  • accoglie con grande favore la proposta del Parlamento europeo che invita la Commissione a elaborare una "strategia dell'UE per le isole" con un piano d'azione per incoraggiare la crescita e l'innovazione in modo sostenibile proteggendo l'ambiente e le popolazioni insulari, nonché un "patto per le isole" per coinvolgere tutti gli attori in un approccio multilivello e intersettoriale;
  • sostiene che le zone di montagna necessitano di un approccio basato sul territorio nel quadro della visione a lungo termine per le zone rurali dell'UE, un approccio che tenga conto delle loro caratteristiche ed esigenze specifiche.

 

Il secondo parere approvato, "Le piccole aree urbane, attori chiave per la gestione di una transizione giusta", presentata da Kieran MCCARTHY, Membro di una giunta locale: consiglio comunale di Cork (Irlanda), in cui il Comitato delle Regioni: 

  • sottolinea che, di norma, le piccole aree urbane europee sono eterogenee; in base alla loro ubicazione, al contesto territoriale e alla struttura economica e del mercato del lavoro, presentano caratteristiche (e sfide) completamente diverse;
  • chiede pertanto che la Commissione, prima di introdurre ulteriori definizioni, effettui una valutazione d'impatto, in particolare in relazione agli obiettivi dell'articolo 174 TFUE e all'assegnazione dei finanziamenti;
  • tiene conto del fatto che, di frequente, le piccole aree urbane non dispongono della capacità sufficiente o delle conoscenze necessarie per affrontare le sfide. Spesso vi sono capacità amministrative e finanziarie limitate, problematiche in termini di collaborazione e un potere decisionale limitato, capacità di leadership, adattamento e resilienza che possono costituire sfide difficili, e la lungimiranza unitamente alle soluzioni innovative costituiscono dei fattori determinanti;
  • sostiene che sia determinante responsabilizzare le regioni e le città per rafforzarne la capacità di creare comunità resilienti, al fine di limitare la dipendenza dell'UE dai combustibili fossili. La produzione decentrata di energia, i piani per l'efficienza e il risparmio energetici a livello locale e regionale renderanno possibile la realizzazione del piano REPowerEU;
  • chiede che il Fondo per una transizione giusta sostenga le piccole e medie imprese al fine di svilupparne le attività e creare luoghi attraenti e vivaci;
  • raccomanda che gli Stati membri investano nei progetti legati ai comuni intelligenti, attuando soluzioni digitali per ottimizzare la connettività, la vita quotidiana e i servizi nelle piccole aree urbane, nel quadro dei piani nazionali di ripresa e resilienza, nonché nell'ambito dei fondi strutturali e d'investimento europei;
  • chiede che gli Stati membri promuovano incentivi fiscali legati alle unità abitative vuote, al fine di sostenere l'accesso ad alloggi a prezzi abbordabili e di stimolare i cittadini a risiedere e stabilirsi nei piccoli centri soggetti a un costante spopolamento.

 

Il terzo parere approvato, "Una nuova agenda europea per l'innovazione", presentata da, Markku MARKKULA, Presidente della regione di Helsinki (Finalndia), in cui il Comitato delle Regioni: 

  • propone che la Commissione europea aggiunga senza indugio alla nuova agenda europea per l'innovazione misure complementari incentrate sulle questioni sociali, della società ed energetiche e integri tali misure per accelerare le trasformazioni sociali verso una crescita sostenibile;
  • sottolinea che l'obiettivo che dev'essere ben preciso, realista, ambizioso e misurabile per raddoppiare l'impatto e dimezzare i tempi di lavorazione;
  • sottolinea che le misure politiche devono includere obiettivi chiari per colmare due divari in materia di innovazione: in diversi settori della politica dell'innovazione, l'Europa è molto indietro rispetto ai leader mondiali – gli Stati Uniti e l'Asia – e all'interno dell'UE in molte regioni non si riflette fino in fondo all'importanza cruciale della capacità di innovazione, mentre le regioni con i migliori risultati sono fino a nove volte più innovative di quelle con i risultati inferiori;
  • sottolinea che l'agenda per l'innovazione deve rappresentare per l'intera UE un segnale di allerta critica per mettere in campo azioni concrete ed efficaci – sia nell'immediato che nel lungo termine – volte a colmare i divari in materia di innovazione e a promuovere ecosistemi dell'innovazione basati sul territorio, a livello sia locale che regionale;
  • propone che le valli regionali dell'innovazione, insieme ai principali istituti di istruzione superiore, diventino catalizzatori essenziali delle trasformazioni sociali e industriali e permettano alle regioni con settori di specializzazione simili di collaborare e portare avanti progetti d'innovazione congiunti;
  • pone l'accento sulla sfida fondamentale dell'agenda europea per le innovazioni deep tech, che non dispone di incentivi, esperienze e risorse all'altezza per coinvolgere le parti interessate in una transizione sistemica;
  • sottolinea che, per intensificare lo sviluppo delle imprese europee in fase di espansione, è necessario che i leader politici a tutti i livelli si impegnino a finanziare la RSI molto più di quanto fatto finora, affinché con questo aiuto finanziario possano radicarsi in tutta Europa nuove piattaforme di crescita ed autorevoli ecosistemi di innovazione aperta basati sul territorio;
  • evidenzia che tale agenda avrà successo solo se si eviterà la frammentazione e se le misure saranno attuate in modo efficace. L'Europa diventerà il leader mondiale per quanto riguarda la scienza, la base industriale, gli ecosistemi vivaci di start-up, le condizioni per l'innovazione e la base di talenti, e questo risultato genererà a sua volta condizioni favorevoli per il Green Deal europeo e il conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.