È andato all'attivista russo Aleksej Naval'nyj il premio Sakharov 2021 per i diritti umani conferito dal Parlamento Europeo il 20 ottobre.
Chi è Aleksej Naval'nyj
Alexei Navalny è stato candidato al premio dal Gruppo del Partito popolare europeo (PPE) e da Renew Europe per il coraggio mostrato nella lotta per la libertà, la democrazia e i diritti umani. Navalny, infatti, è un politico dell'opposizione russa, un attivista anticorruzione e un oppositore politico del presidente Putin. Conosciuto per il suo blog LiveJournal presente anche su YouTube e Twitter, dove conta milioni di followers, Navalny è salito agli onori della cronaca internazionale per aver organizzato varie manifestazioni ed essersi candidato alla Presidenza, dopo aver sostenuto riforme contro la corruzione, il presidente Vladimir Putin e il suo governo in Russia.
Nell'agosto 2020, durante un viaggio in Siberia, Navalny è stato avvelenato con l’agente nervino Novichok. Una circostanza che, date anche le analogie con il caso di Sergej Skripal nel 2018, ha messo sotto accusa i servizi segreti russi. Come conseguenza dell'accaduto, Navalny ha dovuto trascorrere diversi mesi a Berlino in convalescenza. Nel gennaio 2021 è poi tornato a Mosca, dove è stato arrestato. A febbraio è stato condannato a due anni e mezzo di carcere da scontare in una colonia penale di massima sicurezza, dove si trova ancora attualmente. Nel mese di aprile, Navalny ha iniziato uno sciopero della fame durato 23 giorni, per protestare contro l'assenza di cure mediche. Nel giugno 2021, un tribunale russo ha vietato le attività della Fondazione anticorruzione di Navalny, così come quelle dei suoi uffici regionali.
Tra i più feroci critici interni del presidente Vladimir Putin, Navalny ha vinto il premio proprio per la sua ostinazione.
Durante l'annuncio del premio, gli eurodeputati ne hanno chiesto di nuovo il rilascio:
"A nome del Parlamento europeo - ha detto la vicepresidente dell'Europarlamento Heidi Hautala - chiedo il suo rilascio immediato e incondizionato. Tutte le molestie, le intimidazioni e gli attacchi contro l'opposizione, la società civile e i media da parte delle autorità russe devono cessare".
Il Presidente del Parlamento, David Sassoli, ha dichiarato: "Il Parlamento europeo ha scelto Alexei Navalny come vincitore del Premio Sacharov di quest'anno. Navalny ha condotto una strenua campagna contro la corruzione del regime di Vladimir Putin e, attraverso i suoi account social e le campagne politiche, ha contribuito a denunciare gli abusi interni al sistema riuscendo a mobilitare milioni di persone in tutta la Russia che hanno sostenuto la sua protesta. Per questo, è stato avvelenato e imprigionato". Anche il Presidente Sassoli ha poi ribadito l’appoggio del Parlamento per la sua liberazione: "Nell'assegnare il premio Sacharov ad Alexei Navalny, riconosciamo il suo immenso coraggio e ribadiamo il forte sostegno del Parlamento europeo per il suo rilascio immediato".
Contesto
Vladimir Putin è un politico, ex militare ed ex funzionario del KGB russo, presidente della Federazione Russa. Alle elezioni presidenziali in Russia del 2018 ha guadagnato il 76% dei voti ed è stato rieletto per un mandato di sei anni che si concluderà nel 2024.
Con Putin la Russia ha subito un graduale processo di arretramento democratico. Generalmente gli esperti non considerano la Russia una vera democrazia, citando epurazioni, incarcerazioni e uccisioni di oppositori politici, repressione della libertà di stampa e mancanza di elezioni credibilmente libere e giuste. La Russia ha ottenuto un punteggio molto negativo sull'Indice di percezione della corruzione di Transparency International, sul Democracy Index dell'Economist Intelligence Unit e sull'indice "Freedom in the World" di Freedom House.
Le organizzazioni e gli attivisti per i diritti umani lo hanno accusato di perseguitare critici e attivisti politici, nonché di averli torturati o assassinati. Putin ha respinto le accuse di violazioni dei diritti umani. Funzionari del governo federale degli Stati Uniti d'America lo hanno accusato di aver condotto una cospirazione politica contro Hillary Clinton a favore di Donald Trump nel periodo delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 2016, un'accusa che sia Trump che Putin hanno spesso respinto e criticato.
Secondo Freedom House e altre organizzazioni no-profit, oltre che per gli oppositori politici, Putin è un uomo politico autoritario e oligarchico, con contorni dittatoriali. Putin e il suo governo vengono accusati anche di numerose violazioni dei diritti umani, soprattutto in Cecenia, nonché di limitare la libertà d'espressione.
Putin è stato accusato anche di omofobia. Già leggi approvate dalla Duma nel 2013 su proposta di parlamentari del partito di Putin, Russia Unita, e sostenute dalla Chiesa ortodossa russa, furono definite leggi "omofobe" dagli oppositori.
Gli altri candidati all'edizione 2021 del Premio Sacharov
Tra gli altri candidati al premio, sono arrivate in finale le donne afghane, candidate dal Gruppo dell'Alleanza progressista di Socialisti e Democratici (S&D) e dal Gruppo dei Verdi/Alleanza libera europea, per la loro coraggiosa battaglia sull'uguaglianza e sui diritti umani, soprattutto a seguito del ritorno al potere dei talebani.
Le donne incluse nella nomination sono:
- Shaharzad Akbar - Presidente della Commissione indipendente afghana per i diritti umani (AIHRC);
- Mary Akrami - Capo dell'Afghan Women's Network
- Zarifa Ghafari - Sindaca di Maidan Shar dal 2018
- Palwasha Hassan - Attivista e direttrice dell'AWEC (Afghan Women Educational Centre)
- Freshta Karim - Fondatrice di una biblioteca mobile e sostenitrice dell'istruzione e dell'apprendimento
- Sahraa Karimi - Prima residente donna della compagnia cinematografica statale afghana
- Metra Mehran - Sostenitrice dell'emancipazione e dell'istruzione delle donne e co-fondatrice del Movimento per le prospettive femminili
- Horia Mosadiq - Attivista per i diritti umani e delle donne
- Sima Samar - Sostenitrice dei diritti umani, ex ministro degli affari femminili ed ex presidente della Commissione indipendente per i diritti umani afghana
- Habiba Sarabi - Membro della squadra negoziale della Repubblica Islamica dell'Afghanistan
- Anisa Shaheed - Giornalista politica
Jeanine Áñez, candidata dal Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei (ECR). Áñez è una politica boliviana già nominata presidente ad interim nel novembre 2019, a seguito dei presunti brogli elettorali dell'uscente Evo Morales. Nel novembre 2020, in virtù di elezioni libere ed eque, è avvenuta una pacifica transizione di potere. Tuttavia, il13 marzo 2021, è stata arrestata con l'accusa di “terrorismo, sedizione e cospirazione”. Da allora vive in regime di detenzione con l’accusa di aver tramato un colpo di Stato contro Morales.
Sultana Khaya, candidata dal Gruppo della Sinistra al Parlamento europeo - GUE/NGL. Khaya è un'attivista sahrawi, paladina dei diritti umani nel Sahara occidentale. Già promotrice del diritto all'autodeterminazione per il popolo sahrawi, presidente dell'organizzazione Lega per la difesa dei diritti umani e contro il saccheggio delle risorse naturali a Boujdour/Sahara occidentale e membro dell'Organo Saharawi contro l'occupazione marocchina (ISACOM). Dal 19 novembre 2020 Khaya è stata messa de facto agli arresti domiciliari pur senza mandato. Dal 2005 ha continuato a subire aggressioni fisiche, minacce di morte, torture e aggressioni sessuali. Durante l'ultimo anno, le autorità marocchine hanno intensificato la repressione contro gli attivisti e i giornalisti saharawi, sottoponendoli a maltrattamenti, arresti arbitrari, vessazioni per metterli a tacere e punizioni per le loro azioni non violente contro l'occupazione del Sahara occidentale.
L'organizzazione non governativa Global Witness, candidata dall’Onorevole Marie Toussaint insieme ad altri 42 eurodeputati. Global Witness è una ONG con sede nel Regno Unito, che da oltre 25 anni svolge attività di indagine e di denuncia per violazioni ambientali e dei diritti umani. Operante nei settori del petrolio, del gas, quello minerario e del legname, ricostruendo le trame di denaro e influenza attraverso il sistema finanziario e politico globale. Oggi si concentra anche sul tema dell'emergenza climatica, degli attacchi allo spazio pubblico e delle libertà civili e della tutela dei difensori dell'ambiente in tutto il mondo. Dal 2011, Global Witness e i suoi 22 partner locali hanno affrontato gli abusi di potere per proteggere i diritti umani, verificando e pubblicando ogni anno il numero dei difensori uccisi in tutto il mondo.