Recovery in motion: PNRR europei a confronto - report webinar

Proponiamo di seguito un riassunto del webinar di mercoledì 7 luglio "Recovery in motion: PNRR europei a confronto", promosso dalla Delegazione presso l'UE della Regione Emilia-Romagna nell'ambito del Coordinamento Regioni e Province Autonome Italiane a Bruxelles, in collaborazione con l’Ufficio di Bruxelles della Regione Lombardia.  

 

Parte 1 Saluti istituzionali

Elly Schlein – Carlo Corazza – Antonio Parenti – Marco Alparone – Pietro Benassi

C’è bisogno di una grandissima integrazione tra i vari livelli di governance e trasversalità tra tutte le tematiche. Abbiamo la grande responsabilità di far funzionare questo piano, di farlo nostro e saperlo trasporre sul territorio.

Il NExtGenEU significa una vera governance economica europea, che smuove non solo politicamente ma anche operativamente i territori, non è retorica. In tutti i piani c’è la transizione ecologica, la transizione digitale, e un cambio infrastrutturale imprescindibile.

Dev’essere un processo bidirezionale, i nostri territori si impegnano per il cambiamento e l’innovazione, e anche l’UE deve evolversi a sua volta assieme ad essi. L’UE non è una tecnocrazia, è un soggetto politico reale e pulsante.

Il PNRR italiano ha avuto dei voti ottimi dalla Commissione, ora però bisogna implementarlo. Ogni 6 mesi lo Stato dovrà presentare un resoconto con tutto quello che ha fatto per ricevere i successivi fondi.

Il PNRR è strutturato in 6 missioni (pilastri o aree tematiche), divise in 190 macromisure (58 riforme e 132 investimenti). 525 milestone e targets (obiettivi specifici rispettivamente qualitativi e quantitativi). 192.5 mld, 68.9 mld in sovvenzioni e 122.6 mld in prestiti.

Il secondo paese che prende più fondi dal NGEU è la Spagna con 72 mld ( quindi praticamente un terzo di quelli che prendiamo noi). L’Italia oltre ad essere stato il Paese più colpito dalla pandemia paga anche il prezzo di essere stato il primo. Così passeremo, almeno temporaneamente, da essere contributori a beneficiari dell’UE. Grazie a questa opportunità potremmo fare un vero salto in avanti come Paese.

L’Interrogativo che ci si continua a porre è però: come faranno strutture come la PA italiana e tutto il sistema amministrativo a spendere efficientemente una somma di circa cinque volte superiore a quella ordinaria al doppio della velocità?

 

Parte 2: Parte tecnica

Intervento di Francesco Molica- Direttore Politiche Regionali della Conferenza Delle Regioni Periferiche Marittime (CRPM)

Il CRPM ha studiato e comparato circa 150 regioni in Europa

ASPETTO 1: COINVOLGIMENTO DEGLI ATTORI REGIONALI NELLA SCRITTURA DEI PNRR

Nelle direttive non c’era l’obbligo di coinvolgere gli enti territoriali né di consultarli (questo è stato molto criticato dal Parlamento, perché tutta la narrazione sull’importanza dei territori è stata disattesa in questo senso)

L’Italia è l’unico Paese che non dedica una sezione specifica al processo di consultazione attuato

Il CRPM ha realizzato un sondaggio in circa 40 regioni UE riguardo questo processo:

  • In generale tutte le regioni reputano insoddisfacente il processo di consultazione per il quale sono state chiamate
  • In genere gli incontri hanno avuto uno scopo informativo più che consultativo. Non c’erano meccanismi strutturati di raccolta di contributi
  • La consultazione è in genere avvenuta nell’ultima fase della stesura, a piano già scritto

ASPETTO 2: DIMENSIONE TERRITORIALE NEI PIANI

  • È uno dei sei pilastri d’investimento, quindi è in tutti i PNRR perché obbligatorio. In ogni PNRR gli Stati devono illustrare come i piani contribuiranno alla coesione territoriale, intervenendo sulle disparità locali, regionali e nazionali
  • Quasi tutti gli Stati propongono una analisi sufficiente delle disparità e una descrizione sufficiente su come eliminarle
  • Molti piani assimilano la Coesione sociale a quella territoriale

ASPETTO 3: LA DISTRIBUZIONE TEMATICA NEI PIANI

PNRR a confronto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

ASPETTO 4: COORDINAMENTO CON I PROGRAMMI DI COESIONE

C’è l’obbligo nei PNRR di assicurare un robusto coordinamento tra i Fondi ordinari e quelli straordinari. Bisogna evitare duplici finanziamenti

Il piano italiano, come altri, non fornisce dettagli a riguardo (da questo punto di vista il piano italiano è sicuramente uno dei meno soddisfacenti)

ASPETTO 5: PNRR e programmi operativi

  • Le Regioni coinvolte nello studio lamentano l’assenza di una cornice strategica e meccanismi strutturati a livello nazionale per coordinare l’attuazione dei vari fondi straordinari. PNRR insoddisfacenti sul piano operativo
  • Paventano il rischio di sovrapposizioni e/o competizione tra PNRR e i programmi di coesione ordinari
  • La necessità di dare priorità alla scrittura e ai PNRR produrrà dei ritardi e dei problemi nell’attuazione dei programmi per i fondi di coesione
  • La capacità amministrativa attuale è assolutamente insufficiente rispetto all’ingenza dei fondi

 

Intervento di Adelaide Mozzi – Task Force Recovery, Commissione Europea

Oltre a essere un fondo straordinario il NEXT GEN EU ha maggiori potenzialità perché, a parità di finanziamento, fornisce un maggiore impatto positivo sul PIL dei Paesi rispetto ai fondi ordinari. Questo perché si vanno a stimolare altri fattori economici secondari che fungono da amplificatori. (La Commissione pubblicherà un paper a proposito di ciò a breve, teniamolo d’occhio)

Come sappiamo, la valutazione della Commissione sul nostro PNRR è stata buona, abbiamo preso tutte tutte A tranne una B sulla voce “stime di costo ragionevoli e plausibili”.

Alcune delle carenze sollevate nell’intervento precedente (Francesco Molica) sono state notate dalla Commissione che ha imposto al governo di cambiarle.

I PROSSIMI PASSI

La commissione ha approvato i vari Piani nazionali, ora spetta al Consiglio approvarlie quando ciò avverrà la Commissione elargirà ad ogni Stato il 13% dei finanziamenti approvati.

ELEMENTI CHIAVE E RUOLO REGIONI

  • Garantire il rispetto della complementarità tra i fondi ordinari e straordinari
  • Fornire capacità progettuale
  • Rafforzare la propria capacità amministrativa
  • Semplificare le procedure
  • Monitoraggio costante e forte
  • Coinvolgimento e dialogo con gli stakeholders

Le regioni sono soggetti attuatori e anche proponenti, supportano attivamente le amministrazioni locali, contribuiscono al monitoraggio e alla governance del Pianoe comunicano e promuovono le opportunità e i risultati di tale piano

 

Intervento di Andrea Ciaffi – CINSEDO, Comitato Delle Regioni

Il ruolo delle Regioni è stato un grosso punto interrogativo in tutto il processo di scrittura e approvazione dei PNRR. Non si è capito fino all’ultimo che ruolo avrebbero avuto nella scrittura dei piani, e infatti alla fine il contributo nella scrittura è stato minimo. Come illustrato nel primo intervento tecnico (quello di Molica) gli enti territoriali riportano una grossa carenza in questo senso. Il processo di consultazione in Italia non è chiaro perché non c’è stato. Non è una scelta saggia lasciare tutto a una discrezionalità interpretativa. Come rappresentante del Comitato delle Regioni è molto scontento di questa programmazione e di com’è stata portata avanti

Provocazione: Un’altra cosa è sicuramente nuova in tutto questo processo sono state le modalità di attuazione a livello europeo. Noi siamo così sicuri che tra qualche anno questo momento non sarà letto come la fine delle politiche di coesione decentrate per come le abbiamo conosciute fino ad ora? E che fine fanno poi le regioni e gli enti territoriali?