Lotta alla disinformazione: secondo la Corte dei Conti UE c’è ancora molto da fare

Una interessante relazione della Corte dei Conti europea (Relazione n. 9/2021) analizza l’efficacia dei progetti europei volti a contrastare la disinformazione nell’UE, che non è semplicemente una minaccia a breve termine ma -  come è stato indicato in tanti documenti ufficiali della stessa Unione europea - è un problema serio che incide sullo sviluppo democratico della stessa Unione.

I piani e le azioni europee messe in campo dal 2015 ad oggi sono state considerate importanti in questo dettagliato report, ma largamente insufficienti. Inoltre, il pericolo della disinformazione rilevato durante il periodo pandemico ha messo ulteriormente in evidenza queste debolezze sistemiche. 

Nella Relazione la Corte sostiene che il piano d’azione europeo per contrastare la disinformazione del 2018  “contiene misure pertinenti, di natura proattiva e reattiva, volte a contrastare la disinformazione. Tuttavia, sebbene le tattiche di disinformazione e gli attori e le tecnologie in essa coinvolti siano in costante evoluzione, il piano d’azione dell’UE non è stato aggiornato dalla sua presentazione nel 2018. Non comprende disposizioni esaurienti tese a garantire che qualsiasi risposta dell’UE alla disinformazione sia ben coordinata, efficace e commisurata al tipo e all’entità della minaccia. Inoltre, il piano d’azione dell’UE non era corredato di alcun quadro di monitoraggio, valutazione o comunicazione, il che compromette la rendicontabilità”.

Inoltre, “le tre task force di comunicazione strategica del Servizio europeo per l’azione esterna hanno migliorato la capacità dell’UE di prevedere e rispondere alla disinformazione nei paesi vicini. Tuttavia, non sono dotate di adeguate risorse o sottoposte a idonee valutazioni, e i loro mandati non si estendono ad alcune minacce emergenti”.

Altri punti di debolezza nell’azione europea sono stati identificati nel coordinamento fra gli Stati membri. Secondo la Corte, “un maggior coordinamento a livello dell’UE e un maggior coinvolgimento degli Stati membri, ad esempio nel sistema di allarme rapido, così come un migliore monitoraggio delle piattaforme online, che a loro volta dovrebbero rendere conto del loro operato. La lotta alla disinformazione dovrebbe inoltre essere inclusa in una strategia coerente di alfabetizzazione mediatica, che ad oggi è assente”.

La Corte segnala inoltre che nel dicembre 2020 la Commissione ha pubblicato il piano d’azione per la democrazia europea, che comprende al suo interno anche misure contro la disinformazione, ma senza chiarire in che modo esso sia collegato al piano d’azione dell’UE contro la disinformazione, e che ciò rende più complesso il coordinamento e aumenta il rischio di inefficienze.

Sulla base di tali conclusioni, la Corte raccomanda al Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE) e alla Commissione di:

  • migliorare il coordinamento e le disposizioni in materia di obbligo di rendiconto dell’azione dell’UE contro la disinformazione (SEAE e Commissione);
  • migliorare i meccanismi operativi della divisione StratCom e delle relative task force (SEAE);
  • accrescere la partecipazione al sistema di allarme rapido da parte degli Stati membri e delle piattaforme online (SEAE);
  •  potenziare il monitoraggio delle piattaforme online e far sì che rendano meglio conto del proprio operato (Commissione);
  • adottare una strategia di alfabetizzazione mediatica nell’UE che includa la lotta alla disinformazione (Commissione);
  • adottare le misure necessarie a consentire all’Osservatorio europeo dei media digitali di raggiungere gli ambiziosi obiettivi previsti (Commissione)

Qualsiasi tentativo malevolo e intenzionale di diffondere sfiducia o manipolare l’opinione pubblica rappresenta una grave minaccia per l’UE stessa. Allo stesso tempo, la lotta alla disinformazione è una sfida cruciale nella quale l’UE deve evitare di calpestare i propri valori fondamentali, come la liberà di opinione e di espressione”, ha affermato Baudilio Tomé Muguruza, il Membro della Corte dei conti europea responsabile della relazione.

Testo della Relazione