La Commissione propone una direttiva sui salari minimi

L’impegno per garantire salari minimi adeguati

Quando si parla di retribuzione minima adeguata, si deve far riferimento al principio del 6° pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato a Novembre 2017 a Götheborg - Svezia - dal Parlamento Europeo, Commissione Europea, e dal Consiglio per conto di tutti Stati Membri. “Il principio 6 del pilastro europeo dei diritti sociali sancisce, nero su bianco, che sono garantite retribuzioni minime adeguate. Tutti gli Stati membri lo hanno approvato e contiamo quindi sul loro costante impegno in tal senso" – così ha dichiarato Schmit, Commissario per il Lavoro e i diritti sociali. La questione era stata ripetuta anche dalla Presidente von der Leyen nel suo primo discorso sullo Stato dell’Unione il 16 settembre 2020, in occasione del quale, si era promesso di presentare uno strumento giuridico volto a garantire un salario minimo per tutti i lavoratori dell’Unione.

Ecco quindi che la strada continua, e si concretizza. Il 28 ottobre 2020 la Commissione ha proposto una direttiva per garantire una vita dignitosa a tutti lavoratori dell’Unione Europea, grazie a salari minimi adeguati. Parlare di salari minimi significa, anche, parlare di tessuto sociale: si pensi come una manovra in questo ambito possa ridurre la disuguaglianza salariale, rafforzare gli incentivi sul lavoro, ridurre la povertà lavorativa, dando uno stimolo essenziale per una ripresa economica sostenibile e inclusiva. "La proposta odierna – ricorda la Presidente - su salari minimi adeguati è un segnale importante del fatto che, anche in tempi di crisi, la dignità del lavoro è intoccabile. Sappiamo che per troppe persone il lavoro non è più remunerativo: tutti i lavoratori dovrebbero avere accesso a salari minimi adeguati e a un tenore di vita dignitoso”. Inoltre, ma non per ultimo parlare di salari minimi adeguati significa anche parlare di genere, considerato che a percepire un salario minimo sono più le donne rispetto agli uomini. Inoltre, agire in tale senso, non solo va a tutelare tutti quei datori di lavoro che retribuiscono dignitosamente i propri lavoratori; ma anche a creare e garantire una concorrenza leale tra essi.

 

La proposta della Commissione

La proposta della Commissione non va ad obbligare gli Stati Membri ad introdurre salari minimi legali né tantomeno a fissare un livello comune salari minimi. La proposta rispetta, infatti, il principio di sussidiarietà, stabilendo quindi un quadro di norme minime che rifletta le competenze degli Stati Membri, tutelando l’autonomia delle parti sociali e la libertà contrattuale in ambito salariale. Il salario minimo esiste in molti Paesi; nello specifico in 21 Paesi esistono salari minimi legali, mentre in Danimarca, Italia, Cipro, Austria, Finlandia e Svezia la protezione del salario minimo è fornita esclusivamente dai contratti collettivi. Ciononostante, nella maggior parte dei casi, i lavoratori soffrono di un’insufficiente copertura della tutela offerta dal salario minimo.

Cosa significa tutto questo, e come si può agire? I paesi caratterizzati da un’elevata copertura della contrattazione collettiva tendono quindi ad avere una minore percentuale di lavoratori a basso salario, una minore disuguaglianza salariale e salari minimi più elevati. Dove invece esistono salari minimi legali, bisognerebbe andare a creare una condizione tale che i salari stessi siano fissati a livelli adeguati, con valori di riferimento indicativi per orientare la valutazione dell’adeguatezza, ed aggiornamenti periodici. Per gli Stati in cui vige tale modalità, è stato fatto invito a garantire che le variazioni e le detrazioni relative salari minimi vengano utilizzate in maniera proporzionata, ed andando ad includere in modo effettivo anche le parti sociali. Con la direttiva, infine, si va a proporre la stesura di relazioni annuali da parte degli Stati Membri sui dati relativi alla protezione dei salari minimi. “Il dialogo sociale svolge un ruolo cruciale nella negoziazione dei salari a livello nazionale e locale. Sosteniamo la libertà delle parti sociali di negoziare i salari autonomamente e, ove ciò non sia possibile, forniamo un quadro per orientare gli Stati membri nella determinazione dei salari minimi", così si è espresso Dombrovskis, Vicepresidente esecutivo per Un'economia al servizio delle persone.

 

Per approfondire: Rappresentanza Commissione in Italia