Coronavirus - Le spese per fronteggiare il COVID-19 saranno escluse dalla UE dal calcolo del disavanzo strutturale italiano

L’Italia è stata lodata dal resto dell’Unione Europea per la sua attività di significativo contenimento del virus nell’UE.

Questi sforzi però stanno costando caro: l’Italia ha annunciato, come conseguenza delle ingenti spese affrontate nella lotta al COVID-19, l’innalzamento del deficit a 6,3 miliardi di euro, a cui corrisponde pertanto un aumento del rapporto deficit/PIL. Questo il contenuto della lettera che il 5 Marzo scorso il Ministro dell’Economia e delle Finanze, On. Roberto Gualtieri, ha inviato alla Commissione Europea (CE), manifestando l’intenzione di richiedere di non considerare nel calcolo del bilancio strutturale le spese affrontate per l’emergenza Coronavirus. 

In merito, la CE ha replicato che inserire tale misura nel Patto di Stabilità nazionale del 2020 non sarà necessario, in quanto le regole europee già prevedono l’esclusione delle ‘spese sostenute una tantum per far fronte all’epidemia’ dal calcolo del bilancio strutturale. Inoltre, esse non vengono considerate nella valutazione dell’adeguatezza dello sforzo di bilancio. 

Lettera MEF UE coronavirusIn parole semplici, questo significa che la Commissione Europea, al momento di valutare il Programma di Stabilità per il 2020, non valuterà negativamente l’innalzamento del rapporto deficit/PIL operato dall’Italia in questo periodo. Il motivo è, appunto, che tale decisione si basa sulla necessaria adozione di misure urgenti a salvaguardia sia della salute pubblica che dell’economia - entrambe gravemente colpite dagli effetti del Coronavirus. 

Alcune complicazioni potrebbero però sorgere nel corso dei prossimi mesi: infatti, i numeri di cui si parla sono mere stime, previsioni, giacché l’emergenza è ancora attuale e potrebbero profilarsi ulteriori misure economiche da riportare nel Patto di Stabilità definitivo.

Da ultimo, la CE ha ulteriormente rassicurato l’Italia precisando che, pur essendo fondamentale mantenere la stabilità fiscale, in ogni caso la flessibilità è un principio cardine nella valutazione dell’andamento fiscale ed economico di ciascuno Stato Membro - e che tale principio vale a maggior ragione in circostanze gravi ed eccezionali quali la diffusione del COVID-19 sul territorio degli Stati dell’Unione.

Fonte: Ministero dell'Economia e delle Finanze