Consultazione pubblica sul ruolo della PAC nel diffondere innovazione e buone pratiche

La Commissione europea ha aperto una consultazione pubblica per valutare l’efficacia della Politica Agricola Comune (PAC) nel favorire lo scambio di conoscenze e la diffusione di pratiche innovative nel settore agricolo.

Verranno coinvolti tutti i principali attori, specificamente: gli agricoltori, le autorità regionali e nazionali, i ricercatori e la società civile – integrando i punti di vista di tali diversi portatori d’interesse.

L’intenzione è determinare se gli obiettivi della PAC di ‘favorire il trasferimento delle conoscenze e l’innovazione in agricoltura, silvicoltura e nelle zone rurali’ è stato raggiunto, e se le misure predisposte per il loro raggiungimento sono state coerenti, efficaci e hanno offerto un valore aggiunto UE.

Contesto

La valutazione riguarda gli strumenti e le misure pertinenti così come definite dal periodo di applicazione della PAC 2014/2020, al momento sul tavolo istituzionale UE per discuterne la riforma.

La PAC è infatti una delle politiche più risalenti dell’Unione, a cui è dedicato al momento quasi il 40% del budget europeo in virtù delle sue essenziali funzioni di sostegno finanziario ai produttori agricoli e di tutela della sicurezza alimentare e dello sviluppo rurale.

In merito al secondo punto, le misure oggetto di consultazione includono: azioni di trasferimento di conoscenze e informazioni, tra cui scambio di aziende agricole e dimostrazioni in loco; servizi di consulenza, compresi la creazione e la fornitura di servizi di consulenza, e la formazione dei consulenti; la cooperazione attraverso progetti quali la Partnership per l’Innovazione Europea (EIP); e assistenza tecnica.

Disponibile in numerose lingue ufficiali UE, la consultazione rimarrà aperta fino al 2 Febbraio 2021.

Approfondimento

La PAC è la politica di punta dell’UE in materia di agricoltura.

Nata nel 1962, è stata progressivamente aggiornata a livello legislativo per rispondere ai nuovi bisogni della società e dei suoi protagonisti, gli agricoltori. La sua ragion d’essere risiede nella consapevolezza che il settore agricolo si distingue dagli altri settori produttivi per alcune caratteristiche uniche e proprie: la sua dipendenza dalle variabili clima e meteo, il divario significativo tra il reddito degli agricoltori e quello dei produttori operanti in altri settori, e la necessità di promuovere attivamente lo sviluppo rurale.

Per rispondere a queste esigenze, assicurando sicurezza alimentare e pratiche agricole sostenibili, la PAC è finanziata direttamente dal budget europeo, in particolare attraverso due fondi: il Fondo Europeo Agricolo di Garanzia (FEAGA) ed il Fondo Europeo Agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR). Nel periodo di programmazione 2014/2020, ben €408.313 miliardi sono stati destinati al finanziamento delle attività relative al settore agricolo, pari al 38% del bilancio pluriennale UE. Il primo fondo svolge la funzione cruciale di offrire sostegno diretto al reddito degli agricoltori, permettendo loro di adempiere importanti funzioni sociali quali: assicurare ai cittadini europei cibo di qualità e in quantità sufficienti, gestire le risorse naturali in modo sostenibile e garantire ai coltivatori uno tenore di vita adeguato.

Attraverso il secondo fondo si raggiunge il complementare obiettivo di sviluppare il contesto rurale, modernizzando le aziende agricole, rilanciando le comunità rurali, e promuovendo la formazione e l’innovazione delle pratiche agricole.

Il 2020 segna però la fine dell’attuale periodo di programmazione e vede le tre principali istituzioni UE impegnate nella definizione di quello successivo, in particolare degli obiettivi da perseguire e i fondi da destinare nell’ambito della PAC.

Riforma della PAC e nuovi obiettivi climatici e ambientali UE

Tali discussioni sono, tuttavia, in stallo. L’originaria proposta di riforma è stata infatti presentata nel 2018 dall’allora Commissione Junker, dunque molto prima che il Green Deal Europeo diventasse la nuova strategia di crescita dell’UE, con ambiziosi obiettivi in materia climatica e ambientale fortemente intrecciati agli interessi e alle politiche agricole.

Per capire l’impasse delle discussioni di riforma, occorre fare un passo indietro, chiarendo in quale modo le politiche ambientali ed agricole sono connesse. L’agricoltura risente profondamente degli effetti del cambiamento climatico – dato che le attività agricole dipendono direttamente dalle condizioni climatiche.

Al contempo, il settore costituisce uno dei principali responsabili del cambiamento climatico, attraverso il rilascio di notevoli quantità di gas a effetto serra nell’atmosfera.

Per questo, è importante assicurare che la nuova PAC sia in linea con gli obiettivi climatici definiti sia negli Accordi di Parigi che nel Green Deal e nelle altre politiche ambientali europee (tra cui la Strategia sulla Biodiversità e ‘Dalla fattoria alla tavola’), assicurando un coerente e determinato raggiungimento dell’obiettivo di neutralità climatica entro il 2050.

Le problematiche emerse di recente relativamente alla PAC risiedono proprio nel fatto che l’attuale proposta di riforma legislativa discussa da Parlamento europeo e Consiglio non sarebbe in linea con gli obiettivi climatici definiti nelle altre politiche UE, avanzando al contrario disposizioni normative che vanificherebbero gli sforzi da attuare in quei contesti. Relativamente ai fondi da destinare alla Politica, la Commissione europea ha proposto di destinare €348.3 miliardi, una cifra leggermente superiore rispetto a quella della Programmazione precedente. Stando all’accordo raggiunto invece tra i co-legislatori – il Parlamento europeo ed il Consiglio – il budget settennale dell’UE dovrebbe riservare €356.4 miliardi, e ulteriori €17.5 miliardi provenienti da Next Generation EU, alle politiche naturali e all’ambiente. Tuttavia, non è ancora chiaro l’ammontare che di questi €373.9 miliardi sarà destinato esclusivamente alla PAC.

Reazioni delle Istituzioni

La Commissione europea confida nel raggiungimento di un accordo sulla riforma della PAC che tenga conto e si faccia promotrice della realizzazione degli ambiziosi obiettivi climatici, auspicando un compromesso tra Consiglio e Parlamento UE – i due co-legislatori – e attenta agli interessi ambientali ed economici di piccoli e grandi produttori agricoli.

Dal canto loro, gli Eurodeputati e i Capi di Stato e di Governo hanno di recente raggiunto un accordo sulle rispettive posizioni, dichiarandosi pronti a proseguire il dibattito sulla riforma della PAC.

Resta da vedere, dunque, se e fino a che punto la Commissione europea sarà capace di assicurare che a livello legislativo si farà in modo che la anche la PAC contribuisca al reale cambiamento di paradigma di cui l’UE, i cittadini e il suo ambiente naturale hanno bisogno’.

 

Per conoscere maggiori dettagli ed esprimere la propria opinione, visitate il sito dedicato: https://ec.europa.eu/info/law/better-regulation/have-your-say/initiatives/2132-EU-agricultural-policy-Evaluation-of-its-impact-on-knowledge-exchange-and-advisory-activities/public-consultation (con possibilità di impostare la lingua Italiana).