Brexit: la Commissione Europea avvia una procedura d'infrazione contro il Regno Unito

La Commissione Europea ha di recente avviato una procedura di infrazione contro il Regno Unito a causa di una proposta di legge britannica che, se approvata, violerebbe gli accordi su Brexit.

Cos’è la procedura di infrazione? E perché la proposta di legge in questione solleva criticità?

La procedura di infrazione

È un meccanismo disciplinato dall’art. 258 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (“TFUE”), attraverso cui il Guardiano dei Trattati può avviare un’azione contro uno Stato membro per violazione del diritto UE.

Strumento essenziale per assicurare il rispetto e l’effettività del diritto Europeo, esso si articola generalmente in due fasi: pre-contenzioso e contenzioso.

La prima fase prende le mosse dall’invio di una “lettera di messa in mora” da parte della Commissione Europea allo Stato membro che si ritiene abbia mancato di osservare un obbligo derivante di Trattati. In questo caso, il rispetto degli Accordi di Recesso tra i due blocchi.

Se entro due mesi lo Stato in questione non risponde, o lo fa in modo inadeguato, la Commissione può procedere con il secondo step della procedura pre-contenzioso, vale a dire emettere un parere motivato in cui indica le ragioni di fatto e di diritto per le quali lo Stato destinatario sta violando il diritto UE, e stabilisce un termine entro cui quest’ultimo deve rimediare.

Se anche in questo caso lo Stato non si adopera adeguatamente, la Commissione può avviare la vera e propria fase contenziosa dinanzi alla Corte di Giustizia dell’UE, presentando ricorso per inadempimento. A quel punto, i Giudici di Lussemburgo decideranno con sentenza se esiste la violazione del diritto UE, e provvederanno in caso affermativo alla condanna.

Il caso del Regno Unito

La procedura di infrazione contro Londra è stata avviata a seguito di una proposta di legge sul Mercato Interno, già approvata dalla Camera dei Comuni (una delle due Camere componenti il Parlamento Britannico) che comporterebbe – se convertita in legge – la violazione degli accordi internazionali cristallizzati nell’Accordo di Recesso tra UE e Regno Unito.

Nello specifico, la proposta permetterebbe al Governo britannico di ignorare l’obbligo di quest’ultimo di notifica all’UE circa l’esistenza di aiuti di Stato alle imprese nordirlandesi – obbligo già presente nell’Accordo di Recesso – e altresì di consentire a tali aziende di non adempiere alle procedure burocratiche previste dall’Accordo per la circolazione di merci nel resto del territorio britannico.

I termini per rimediare dopo la lettera informale di messa in mora, così come quelli legati al parere motivato sono spirati proprio alla fine di settembre senza che il Regno Unito abbia posto rimedio alla critica legge sul Mercato Interno eliminando le norme controverse. Di conseguenza, la Commissione Europea ha potuto avviare il ricorso per inadempimento sulla base del già citato art. 258, co. 2, TFUE.

Le ragioni del Governo Britannico

Il Primo Ministro Johnson, fautore della legge in questione, avrebbe giustificato le scelte normative sulla base di questioni di integrità del Mercato interno britannico: egli ritiene infatti che le norme inserite eviterebbero la creazione di una barriera sul Mare Irlandese tra Irlanda del Nord e resto della Gran Bretagna, che invece si realizzerebbe laddove fossero osservate le disposizioni dell’Accordo di Recesso.

L’Unione Europea non ha però ritenuto sufficienti tali motivazioni, affermando che “il Regno Unito ha violato il suo obbligo di agire in buona fede…e ha avviato un procedimento che impedirebbe l’attuazione dell’Accordo di Recesso in caso di adozione della legge britannica”.

Prossimi step

A questo punto, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea deve valutare se il Regno Unito ha effettivamente agito in violazione del diritto dei Trattati. In caso affermativo, la Corte lo condanna – con sentenza – a rimediare, con la possibilità di imporre anche sanzioni finanziarie laddove permanesse l'inadempimento.

Naturalmente, una pronuncia della Corte di Giustizia richiede tempo, e questo potrebbe anche significare totale assenza di accordi sulle relazioni future tra i due blocchi in materia commerciale, con conseguenze disastrose per le economie dei Paesi coinvolti nel breve periodo.

In ogni caso, l’Unione Europea ha annunciato la sospensione dei negoziati laddove la Camera dei Lords (l’altra Camera del Parlamento britannico) dovesse approvare la controversa legge.

Il ricorso della Commissione Europea: https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/ip_20_1798.