10 Ottobre – ''Giornata contro la pena di morte''

 “La pena di morte è un affronto alla dignità umana e non può essere tollerato in nessun caso” – con queste parole il Presidente del Parlamento Europeo Sassoli, si è espresso nella ricorrenza del 10 ottobre 2019.

142 sono i Paesi in cui è stata abolita la pene di morte, ma i dati parlano chiaro: nel 2019 le esecuzioni ammontano a più di 600 in 20 Paesi, di cui l’86% si è registrato solo in  4: – Iran, Iraq, Egitto e Arabia Saudita. Nel braccio della morte si sono contate – per gli anni 2018 e 2017 – 690 e 993 persone rispettivamente. La pena di morte, infatti, rimane ancora una piaga della nostra società e della nostra epoca.

 

Il ruolo giocato dalle istituzioni europee, però, non è indifferente. Al contrario, nel 2007 –  il 26 settembre – il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa ha deciso di istituire la ''Giornata europea contro la pena di morte'' che, da allora, si tiene ogni anno il 10 ottobre. L’operato del Consiglio d’Europa in materia di abolizione della pena capitale ha radici profonde. Già negli anni 50, precisamente nel 1953, è entrata in vigore la Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Il trattato, giuridicamente vincolante, racchiude al suo interno tutti quegli articoli che garantiscono il diritto alla vita e il divieto della tortura e dei trattamenti inumani o degradanti.  La Convezione, ad oggi, si applica a tutti i 47 Stati Membri del Consiglio d’Europa.

 

Inoltre, per contrastare il fenomeno, l’UE proibisce il traffico di merci che potrebbero essere usate ai fini di tortura o esecuzione; adottando una politica commerciale che promuove il rispetto dei diritti umani. Per di più, incoraggia la società civile nella sensibilizzazione e nel monitoraggio delle circostanze negli Stati in cui la pena capitale è ancora presente; ed infine, come osservatore permanente delle Nazioni Unite, supporta ogni misura presa – come la Risoluzione del 2018 – per fermare la pena di morte.

 

Infine, il Parlamento Europeo ha approvato la “Risoluzione del Parlamento europeo dell'8 ottobre 2015 sulla pena di morte”, condannando l’uso della stessa per contrastare gli oppositori, o per motivi religiosi, di omosessualità o adulterio.