Contrasto alla disinformazione per difendere la democrazia: dall’UE un piano d’azione

Il contrasto alla disinformazione, alla diffusione dell’odio on line e all’azione indisturbata di campagne volte a interferire nell’ambito delle campagne elettorali è per l’Unione europea una priorità assoluta.

Si tratta di difendere il principio fondante dell’Ue e degli stati hanno scelto di farne parte: la democrazia, e con essa la libertà di espressione ed il pluralismo delle idee. L’osservazione e lo studio sulla società europea degli ultimi anni fa preoccupare molto. Aumenta la polarizzazione delle posizioni, e con essa il tasso di aggressività, mentre diminuisce la disposizione al dialogo e al dibattito democratico.

Per poter agire in maniera efficace, non bastano gli stati e non basta l’Unione europea, occorre unire le forze e coinvolgere nell’azione tutti i soggetti coinvolti, compresi i cittadini. Per assolvere a questo impegno si devono metter in campo professionalità e competenze diverse. Occorre investire nella costruzione di uno spazio di dibattito pubblico europeo aperto, equo e soprattutto libero. L’UE intente investire nella democrazia, perché oggi è in pericolo.

Il piano d'azione, predisposto in stretta collaborazione con la Commissaria per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere Věra Jourová, il Commissario per l'Unione della sicurezza Julian King e la Commissaria per l'Economia e la società digitali Mariya Gabriel, si concentra su quattro settori chiave che volti a potenziare le capacità dell'UE e rafforzare la cooperazione tra gli Stati membri e l'UE.

  • Un'individuazione più efficace: le task force di comunicazione strategica e la cellula dell'UE per l'analisi delle minacce ibride del servizio europeo per l'azione esterna (SEAE), così come le delegazioni dell'UE nei paesi del vicinato, saranno rafforzate mediante personale aggiuntivo e specializzato e strumenti di analisi dei dati. Il bilancio per la comunicazione strategica del SEAE, destinato a contrastare la disinformazione e a sensibilizzare i cittadini riguardo alle sue gravi ripercussioni, dovrebbe più che raddoppiare, passando da 1,9 milioni di € nel 2018 a 5 milioni di € nel 2019. Gli Stati membri dell'UE dovrebbero integrare tali misure rafforzando i propri strumenti di gestione della disinformazione.
  • Una risposta coordinata: le istituzioni dell'UE e gli Stati membri saranno dotati di un apposito sistema di allarme rapido, inteso ad agevolare la condivisione dei dati e delle valutazioni delle campagne di disinformazione e a segnalare minacce di disinformazione in tempo reale. Le istituzioni dell'UE e gli Stati membri si impegnano anche a comunicare in maniera proattiva e obiettiva i valori e le politiche dell'Unione.
  • Piattaforme online e industria: i firmatari del codice di buone pratiche dovrebbero attuare in modo rapido ed efficace gli impegni assunti in tale ambito, concentrandosi sulle azioni urgenti in vista delle elezioni europee del 2019. Si tratta, in particolare, di garantire la trasparenza dei messaggi pubblicitari di natura politica, intensificare gli sforzi per eliminare i profili falsi attivi, contrassegnare le interazioni non umane (messaggi diffusi automaticamente da "bot") e collaborare con verificatori di fatti e ricercatori universitari al fine di individuare le campagne di disinformazione e rendere i contenuti verificati maggiormente visibili e diffusi. La Commissione, con l'aiuto del gruppo dei regolatori europei per i servizi di media audiovisivi, garantirà una supervisione attenta e continua dell'attuazione degli impegni.
  • Sensibilizzazione e responsabilizzazione dei cittadini: oltre a campagne di sensibilizzazione mirate, le istituzioni dell'UE e gli Stati membri promuoveranno l'alfabetizzazione mediatica attraverso appositi programmi, con il sostegno di gruppi multidisciplinari nazionali di verificatori di fatti indipendenti e ricercatori che avranno il compito di individuare e denunciare le campagne di disinformazione diffuse nelle reti sociali.

Infine, la Commissione riferisce oggi sui progressi compiuti nella lotta alla disinformazione online dalla presentazione della sua comunicazione dell'aprile 2018.

Che succede ora?

  • Entro marzo 2019, in previsione delle elezioni europee, sarà attivato il sistema di allarme rapido, coadiuvato da un ulteriore rafforzamento delle pertinenti risorse.
  • Entro la fine del 2018 i firmatari del codice di buone pratiche dovranno fornire alla Commissione il primo aggiornamento sull'attuazione, che la Commissione pubblicherà nel gennaio 2019.
  • Tra gennaio e maggio le piattaforme online dovranno fornire alla Commissione un resoconto mensile. L
  • a Commissione effettuerà anche una valutazione globale dell'attuazione del codice di buone pratiche nei suoi primi 12 mesi. Se l'attuazione e i risultati del codice dovessero rivelarsi insoddisfacenti, la Commissione potrà proporre ulteriori misure, anche di natura normativa.

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