Tasse universitarie e borse di studio: troppe disparità tra i paesi europei

Tasse universitarie e borse di studio: troppe disparità tra i paesi europei

Il panorama europeo per la garanzia dell’effettività del diritto allo studio si presenta ancora a tinte molto differenti tra i vari Stati. E’ quanto emerge da una relazione pubblicata in questi giorni a cura della rete Eurydice della Commissione europea.

L’analisi, condotta su 33 paesi, rivela uno scenario per nulla uniforme. Se la Germania è l’unico paese ad aver abolito completamente le tasse universitarie dopo una riforma nel 2007, altri hanno optato per sistemi forse meno assistenzialistici, ma di certo più meritocratici, correlando dunque i versamenti ai risultati negli studi. In Estonia, ad effettuare i pagamenti sono solo gli studenti che non riescono a superare un numero di esami sufficiente a passare all’anno successivo. Così, con alcune variazioni, avviene anche in Repubblica ceca, Spagna, Croazia, Ungheria, Austria, Polonia e Slovacchia. Il Regno Unito è il paese con le tasse universitarie più elevate. Un punto a favore? Non bisogna eseguire i pagamenti nel corso degli studi, ma solo dopo la laurea, una volta raggiunta una certa soglia di retribuzione. In Irlanda, Italia, Lituania, Ungheria, Paesi Bassi e Slovenia, invece gli studenti devono pagare subito importi comunque abbastanza rilevanti.

Androulla Vassiliou, Commissaria europea responsabile per l'Istruzione, la cultura, il multilinguismo e la gioventù, ha sottolineato come un miglioramento dell’accesso all’istruzione superiore per i giovani aumenterebbe notevolmente le opportunità di avere poi un buon lavoro. Aggiunge poi: “Qualora gli Stati membri decidano di introdurre tasse universitarie dovrebbero sempre disporre di misure, tra cui le borse di studio, atte a garantire parità di accesso all'istruzione superiore per tutti, in particolare per gli studenti provenienti da contesti svantaggiati."

Quasi tutti i sistemi oggetto dell’indagine offrono borse di studio, sia basate sulle necessità economiche e sia sul basate sul merito. Danimarca, Finlandia e Svezia predispongono un sostegno economico per tutti gli studenti a tempo pieno, alla sola condizione che soddisfino determinate condizioni di rendimento negli studi. Resta, tuttavia, il fatto che nella maggior parte dei paesi europei è solo una minoranza a beneficiare di borse di studio. In Islanda, non è prevista alcuna forma di sussidio o aiuto.

Misure che garantiscano la possibilità di avere un’istruzione universitaria possono diventare elementi-chiave anche per la crescita economica degli Stati. Nuovi laureati, freschi di studi, infatti, sono un’enorme risorsa per le nostre economie, offrendo un contributo rilevante in termini di innovazione e creatività in tutti i settori. I governi che vorranno puntare sui giovani per la crescita dovranno guardare alle best practices messe in atto dai partner europei e trarne spunti per rendere i meccanismi di assegnazione di borse di studio trasparenti e inclusivi e gli importi delle tasse universitarie sostenibili dalle famiglie.

Francesco Laera, Marina Roma