Italiani e UE: rapporto ISPO

Italiani e UE: rapporto ISPO

Gli italiani e l'Unione europea – un rapporto di fiducia difficile che risente della crisi in atto in Europa.

E' il quadro che emerge dal sondaggio realizzato dall'ISPO il 26-27 settembre scorso per conto della Rappresentanza in Italia della Commissione europea. I dati sono stati presentati oggi a Roma dal Presidente dell'Istituto Renato Mannheimer e discussi dal vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani insieme con i giornalisti Massimo Franco e Roberto Sommella. Ha moderato il dibattito il direttore della Rappresentanza Lucio Battistotti.

La fiducia degli italiani risulta in calo negli ultimi anni, a causa anche della crisi economica e finanziaria. Tuttavia, la maggioranza ritiene che l'UE faccia bene all'Italia e giudica positivo il suo operato. Pertanto vi è una convinzione ben radicata che ci sia bisogno di più Europa, specie nei campi della politica estera e di difesa, dell'immigrazione, della ricerca e l'innovazione. La stragrande maggioranza degli italiani inoltre chiede un intervento più deciso per l'occupazione e la protezione economica. Nel complesso, gli italiani continuano a conoscere poco le attività dell'UE anche se si informano un po' di più attraverso la televisione, internet e i giornali. L'euro e la libertà di movimento sono i due concetti che gli italiani associano più spesso all'Europa. Proprio la moneta unica risulta essere ormai una realtà acquisita laddove il 75% degli italiani reputa l'uscita dalla stessa un fatto negativo.        

Dalla rilevazione si evince una tendenza di calo della fiducia degli italiani nell'Unione. Dal 2010 a oggi, essa si è infatti ridotta di ben 17 punti percentuali fino ad arrivare attorno al 40%.

Ciononostante, l'UE si colloca a metà nella classifica delle istituzioni, piazzandosi sopra il Governo, il Sindacato, il Parlamento e i Partiti politici. Tra i sostenitori delle varie forze politiche, la maggioranza degli elettori dell'UDC (76%), di SEL (67%), dell'IDV (53%) e del PD (52%) dichiara di aver fiducia. Di parere opposto sono invece i sostenitori del PDL e del Movimento 5 Stelle la cui maggioranza, il 69% e il 64% rispettivamente, dice di non "credere nell'Europa". Tra le varie fasce di popolazione, molta fiducia viene attribuita di solito dai giovani tra i 18 e i 24 anni (57%), dai laureati (59%), dai residenti del Nord Ovest (45%), dagli impiegati/insegnanti e dagli studenti (58%). Spicca invece la sfiducia di casalinghe(70%), pensionati (63%), disoccupati (68%).

Un altro capitolo importante è il senso di appartenenza degli italiani. Qui sorprende il fatto che 4 italiani su 10 dichiarano di sentirsi molto cittadini europei. La quota è consistente, benché inferiore a quella del senso di appartenenza all’Italia e alle istituzioni locali.

Non così però la conoscenza delle attività dell'UE. Solo un italiano su 5 dichiara di sapere in modo abbastanza preciso quello che l'Unione fa. Facendo l'analisi per colore politico, le sue attività sono più note agli elettori del Movimento 5 Stelle (90%), dell’UDC (88%), di SEL (86%), del PDL (72) del PD (69%) che è un po' in controtendenza con il dato della fiducia. Maggiore conoscenza viene riscontrata fra i giovani, fra chi è più istruito e fra gli impiegati e gli insegnanti.

In sintesi, dai dati emerge che vi è maggiore conoscenza fra chi dichiara di avere fiducia nella UE e fra chi si sente cittadino europeo.

Gli italiani risultano un po' più attivi nella ricerca di informazioni sull'UE. 4 su 10 dichiarano di aver cercato almeno qualche volta informazioni sull’Unione Europea, le sue politiche e le sue istituzioni. L'interesse personale continua ad essere la ragione predominante per la curiosità (57%), seguita dallo studio e il lavoro (32%) e la ricerca di opportunità (7%) Al contrario, la mancanza di interesse è la motivazione per cui non si cercano informazioni (79%). Televisione (40%), siti internet (33%) e quotidiani (20%) sono i media più usati per ricercare e ottenere informazioni.

Per quanto riguarda l'immagine, gli italiani associano l’Unione Europea da un lato all’euro, e dall’altro alla possibilità di spostarsi liberamente per lavoro, studio e svago.

Inoltre, la maggioranza degli italiani giudica positivamente l’operato della UE in tutti gli ambiti considerati: le politiche di sicurezza, l'ambiente, le politiche sociali, l'asilo e l'immigrazione e lo sviluppo economico. 1 italiano su 2 giudica in modo complessivamente positivo il suo operato, mentre il 42% esprime giudizio negativo.

In generale, più della metà degli italiani (51%) ritiene che l’appartenenza all’Unione Europea sia una cosa positiva per il nostro Paese. Solo 1 su 10 è convinto del contrario.

Dal sondaggio emerge anche una forte domanda di Europa, specie quando si tratta di dover affrontare le crisi comuni nel campo della politica estera (62%), le politiche di asilo e immigrazione (61%), la ricerca scientifica e l'innovazione tecnologica (53%). In questi ambiti, la maggioranza degli italiani preferisce che le decisioni vengano prese a livello sovranazionale. Al contempo, secondo gli intervistati l’occupazione (71%) e la protezione economica (34%) dovrebbero essere le priorità di intervento per la UE, seguiti dallo sviluppo sostenibile (26%) e dalla sicurezza (22 %).

Il capitolo euro contiene dati interessanti che parlano di una realtà ben consolidata. Difatti, 6 italiani su 10 ritengono che l’introduzione dell’Euro abbia portato più svantaggi che vantaggi, ma non vorrebbero comunque tornare indietro. Ancora più netto è il giudizio per quanto riguarda un eventuale ritorno alla lira: 3 italiani su 4 giudicano in modo negativo una simile ipotesi, mentre per quasi 1 su 2 sarebbe un vero disastro per l’economia.