Webinar report: Il ruolo dell'Europa nello sviluppo internazionale

(con Federica Mogherini, Bill Gates e Imme Scholz)

17/10/2018

English Version: https://www.eu-events.eu/news/215-webinar-report-public-debate-on-the-future-of-development-with-bill-gates.html

Video: http://ec.europa.eu/avservices/video/player.cfm?ref=I161732&sitelang=en&lg=HU

 

La commissione del Parlamento europeo per lo sviluppo (DEVE) e il European Think-Tanks Group (che riunisce cinque think tanks di 5 paesi, con 250 ricercatori) organizza un dibattito pubblico sul futuro dello sviluppo e dell'innovazione in Europa, nella sala Alcide de Gasperi del Parlamento europeo a Bruxelles. I relatori sono Federica Mogherini, Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e Vicepresidente della Commissione europea, Bill GATES, co-presidente della Fondazione Bill e Melissa Gates, e Imme Scholz, direttrice dell'Istituto tedesco di sviluppo.

Simon Maxwell, attuale presidente del gruppo europeo Think Tanks, presenta e modera il dibattito. I deputati sono presenti nella sala e nei prossimi mesi lavoreranno alla proposta di un nuovo quadro per la politica di sviluppo dell'UE, che è stata proposta dalla Commissione europea. L’intenzione è di contribuire collettivamente al quadro degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SGD) delle Nazioni Unite.

Maxwell racconta di avere appena partecipato ad un incontro di un’ora e mezza in Comune in cui si sono tratte due principali conclusioni: nel contesto delle importanti decisioni che vengono prese in concomitanza con le elezioni del Parlamento europeo, la priorità è difendere lo sviluppo, perché ci sono molte forze contrarie in Europa che farebbero passi indietro rispetto all'impegno che è invece sentito nella Commissione per lo sviluppo. In secondo luogo, la nostra riflessione sullo sviluppo deve porsi l’obbiettivo di un mondo con sempre meno paesi a basso reddito, con Stati colpiti da conflitti e con una gestione efficace delle sfide globali come il cambiamento climatico. Chi guadagna e chi viene invece sconfitto dalla globalizzazione? Come realizzare una profonda trasformazione strutturale? Come agire di fronte alla migrazione e ai conflitti? Maxwell spiega che hanno raggiunto l'importante conclusione che in Europa il problema dello sviluppo non può più essere affrontato a livello tecnico, solo con strumenti che misurano l'equilibrio tra le regioni.

La parola passa Federica Mogherini, che sceglie di iniziare dai numeri: l'anno scorso l'Unione europea e i suoi Stati membri hanno investito di più nella cooperazione allo sviluppo rispetto al resto del mondo. Oltre il 50% dell'assistenza allo sviluppo a livello mondiale proviene dall'Europa, con 20 miliardi di € all'anno solo in Africa. Si tratta per lo più sovvenzioni, non di prestiti, che non diventano quindi un peso per le generazioni future. La posizione della Commissione europea è che questo è l'investimento più intelligente che possiamo fare per la nostra sicurezza, stabilità e sviluppo umano.

Allo stesso tempo, nell'affrontare le sfide, il modo migliore per proteggere e promuovere ulteriormente l'idea della cooperazione allo sviluppo è renderla più efficace. La partnership con le Nazioni Unite è la bussola di tutta la politica estera dell'UE. Pertanto, in questi mesi e anni, in UE sono stati esplorati nuovi modi di fare cooperazione allo sviluppo seguendo proprio gli obbiettivi di sviluppo sostenibile.

L'UE ha concordato un Consenso europeo in materia di sviluppo ispirato all'Agenda 2030 per la sostenibilità, per far sì che tutti gli Stati membri dell'Unione europea e tutte le istituzioni dell'Unione europea coordinino la loro azione sul terreno. Il potenziale impatto dell'azione dell'UE non ha eguali, se tutti gli europei si concentrano in modo coordinato sugli stessi obiettivi, mobilitando anche altri strumenti come il commercio o la cooperazione in materia di sicurezza. Unire in modo coordinato tutti gli strumenti disponibili come istituzioni europee e Stati membri è il vero punto di svolta in termini di sviluppo.

Federica Mogherini continua spiegando che se l'UE sta cambiando suoi metodi interni, la stessa cosa sta accadendo anche per il modo di lavorare con i partner: vengono approfondite la cooperazione con le Nazioni Unite e con altre organizzazioni regionali. Inoltre, le priorità vengono concordate assieme ai partner locali dell'UE, cercando di superare il tradizionale approccio donatore-ricevente in favore di partenariati in cui l’ascolto deve precedere ogni azione. Infine, la collaborazione con il settore privato diventa fondamentale. Mogherini si sofferma rapidamente su questi cambiamenti.

Innanzitutto, sul lavoro e sulla partnership con le Nazioni Unite. La Commissione europea sta facendo in modo che, quando viene lanciato un nuovo programma, questo non sia mai un duplicato di ciò che viene già stato fatto dalle agenzie delle Nazioni Unite, ma che rafforzi invece la loro azione.

Secondo punto, le organizzazioni regionali. Una delle iniziative più innovative che l'UE ha intrapreso, insieme all'ONU, ad esempio, è la cooperazione trilaterale Unione europea-Nazioni Unite-Unione africana. La Commissione si è resa conto che condividiamo gli stessi interessi e l’azione più ragionevole è unire le forze. È una partnership nata dalla necessità di gestire insieme le migrazioni in modo umano e rispettoso, ma che ora si sta espandendo verso altri settori come lo sviluppo, gli aiuti umanitari e la sicurezza. I partner africani stanno apprezzando il lavoro svolto sullo sviluppo e gli aiuti umanitari, nonché sulla pace e la sicurezza, ma ciò che realmente chiedono sono investimenti e posti di lavoro. Gli europei hanno infine capito che non dobbiamo fare una sorta di carità, bensì lavoro e progetti comuni. La crisi migratoria ha convinto tutti in Europa che la nostra partnership con l'Africa è l'investimento migliore e più necessario per tutta l'Europa. Investire in Africa è un modo per rafforzare le società africane: offrire opportunità, a partire da giovani e donne, investendo nella crescita umana, nello stato di diritto, nel buon governo e nei diritti umani. Investire in Africa significa prima di tutto aiutare le economie locali a diversificarsi, rispettando il loro ambiente naturale e le risorse naturali, cercando di elevare gli standard - siano essi ambientali, lavorativi o sui diritti umani - e investire in modo che la pace possa resistere alla prova del tempo grazie a società che la sostengono pienamente. In breve, l'investimento dell'UE in Africa è interamente guidato da tutti gli obiettivi di sviluppo sostenibile.

In tempi di restrizioni di bilancio dovute alla Brexit, la Commissione europea ha proposto un bilancio sull’azione esterna maggiore del 30% rispetto a quello precedente, in particolare per l'Africa. Questa proposta passerà ora al Parlamento e al Consiglio dell’UE, ma questo rimane per eccellenza l’ambito in cui solo un’azione dell’Unione europea può fare davvero la differenza sul campo: 20 miliardi di euro ogni anno solo per l'Africa è una cifra che non potrebbe essere raggiunta da nessuno Stato membro autonomamente.

L'ultimo punto di Mogherini riguarda i cambiamenti dell'UE nel lavoro con il settore privato. La Commissione è consapevole che le risorse pubbliche non saranno mai sufficienti per attuare pienamente gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Pertanto, vengono esplorati nuovi modi per creare incentivi per gli investitori privati ​​per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Mogherini fa due esempi: il primo è il piano di investimenti esterni per l'Africa, ma anche il “vicinato” dell'UE. L'idea è di attirare investimenti privati ​​nelle regioni più fragili, che sono anche le più difficili per gli investimenti del settore privato, per ragioni di sicurezza, burocrazie, difficoltà di attraversare i vari canali dell'amministrazione locale. L'UE può anche accompagnare questo lavoro a livello locale, per facilitare la presenza del settore privato dove è più necessario, ma non è solo questione di raggiungere gli obbiettivi di sviluppo sostenibile attraverso investimenti privati. Se il rischio di investire in una determinata area è troppo alto, l'UE mette a disposizione le sue risorse per fornire una garanzia per l'investimento. Anche se il piano è solo agli inizi, l'UE è sulla buona strada per mobilitare 44 miliardi di euro di investimenti entro il 2020. In secondo luogo, è in corso di sperimentazione un nuovo tipo di partnership con le aziende tecnologiche, attraverso un'iniziativa denominata Global Tech Panel, in cui Microsoft è strettamente coinvolto. Uno dei primi progetti mira a fornire competenze digitali a tutti i giovani tunisini. Chiaramente questo sarebbe troppo ambizioso per un singolo governo ed è anche qualcosa che le società private non raggiungerebbero senza il sostegno del settore pubblico. I leader della tecnologia del settore pubblico e privato e i giovani della Tunisia stanno quindi unendo le forze per raggiungere questo obiettivo nei prossimi anni.

Bill Gates inizia dando alcune informazioni su come la Gates Foundation si pone verso i paesi in via di sviluppo. Nel 1958, anno della prima seduta del Parlamento europeo, in Cina si verificò la più grande carestia che il mondo abbia mai visto: la morte di decine di milioni di persone fece scendere l'aspettativa di vita media nel mondo. Oggi la Cina sta molto meglio: l'aspettativa di vita è di 77 anni, leggermente superiore alla media globale, e solo l'1% delle persone vive in condizioni di estrema povertà. La Cina non è l'unico paese che ha assistito a questo rapido progresso negli ultimi sei decenni. Nel 1958, la maggior parte del mondo viveva in condizioni di estrema povertà, mentre nel 1990 era il 36% e oggi è inferiore al 10%. La statistica che Gates preferisce mostra in che misura sono state evitate le morti infantili: nel 1990 c'erano 11 milioni di bambini morti, mentre ora il loro numero è sceso a 5 milioni. Le ragioni di questo progresso sono la generosità e i vaccini. Nel legame tra il progresso nel mondo e la generosità nello sviluppo, l'Europa è un partner indispensabile: sebbene l'UE rappresenti il ​​22% dell'economia globale, essa copre il 57% degli aiuti globali. Anche se scartiamo le donazioni a livello nazionale e guardiamo solo alle istituzioni europee, l'UE sarebbe comunque il quarto donatore al mondo, con oltre 16,5 miliardi di euro investiti in "assistenza allo sviluppo". Gli Stati Uniti sono meno generosi in termini di percentuale di spesa nell'assistenza allo sviluppo, in proporzione alla sua economia. Secondo Gates, è importante che l'UE mantenga tale livello per salvaguardare così il potere di persuasione sul Congresso degli Stati Uniti a non cedere al clima sfavorevole verso gli aiuti stranieri.

Gates è ottimista verso la capacità della società di mantenere questo progresso nel ridurre la povertà e migliorare la salute. Eppure riconosce che è una grande sfida, in parte dovuta anche ai dati demografici delle aree a maggiore natalità. In tutto il mondo, il numero di nascite all'anno ha raggiunto il picco di circa 41 milioni e diminuirà leggermente nel resto del secolo. Le nascite nell'Africa sub-sahariana rappresentano il 25% di tutte le nascite. Nel corso del secolo, diventerà circa la metà. Nel resto del mondo, il tasso di natalità è sceso a 72 milioni, ma l'Africa sta recuperando. Entro il 2050, il 90% delle persone in condizioni di estrema povertà vivrà nell'Africa sub-sahariana. Entro il 2040, le parti più povere dell'Africa (Nigeria e Repubblica Democratica del Congo) ospiteranno il 40% della popolazione in estrema povertà. Questi paesi combinati avranno una popolazione di 600 milioni, più di tutta l'Unione europea. Secondo Gates, investire in capitale umano, vale a dire in salute e istruzione delle giovani generazioni, può rappresentare per l'Africa una fonte di innovazione e di grande manodopera. Può far crescere l'economia globale, perché i giovani saranno una fonte di grande produttività. Pertanto, sono necessari investimenti sul fronte della salute e nelle epidemie di HIV.

Gates racconta di essere stato a una conferenza a Berlino dove scienziati di tutto il mondo hanno parlato di vaccini e nuovi farmaci. I prossimi anni vedranno l'avvento di un nuovo approccio nella produzione di vaccini chiamato “vaccini di mRNA”, a cui stanno lavorando diverse aziende tra cui CureVac in Germania. Questo ridurrà il tempo necessario per fare vaccini da tre o più anni di oggi a pochi mesi. Molta attenzione si concentra sul budget della ricerca, che dovrebbe aiutare a creare gli strumenti per gli agricoltori per avere migliori sementi ed evitare il pesante danno sui campio causato dai cambiamenti climatici. Questi ultimi richiedono una grande dose di innovazione, al fine di evitare le emissioni di gas ad effetto serra e aiutare gli agricoltori in Africa, che saranno i più colpiti dai cambiamenti climatici perché avranno 1 anno su 5 di cattivo raccolto. La leadership dell'UE su questi temi consente a Gates di recarsi in tutti i paesi, compresi gli Stati Uniti, e mantenere l'impegno in tal senso, ragion per cui spera che il prossimo bilancio nell'UE porti l'assistenza allo sviluppo a un nuovo livello.

La parola passa a Imme Scholtz, direttrice dell'Istituto tedesco per lo sviluppo. Una rinnovata collaborazione, citata da Mogherini, e la generosità menzionata da Gates, secondo Scholtz, sono entrambe basate sulla consapevolezza che la cooperazione è l’approccio migliore per risolvere problemi comuni, rispetto invece allo scontro e alla chiusura dietro i propri confini mettendo al primo posto i propri interessi. Il European Think Tank Group ha identificato alcune aree che rappresentano problemi comuni, ma le cui risposte non sono chiare né in Europa né altrove: la rivoluzione della sostenibilità, l’adattamento ai cambiamenti climatici, la mancanza di equità nella globalizzazione... Il progresso della digitalizzazione e l'intelligenza artificiale richiederanno nuove norme che conferiscano ai paesi più poveri e alle persone con qualifiche obsolete gli strumenti per vivere in questo tipo di economia. Un'altra area su cui occorre lavorare è la prevenzione del conflitto, a difesa della cooperazione internazionale, del multilateralismo, della democrazia, dello stato di diritto e dei diritti umani. C'è una percezione sbagliata della globalizzazione e della cooperazione multilaterale come un progetto d'élite, piuttosto che un vantaggio per le maggioranze. L'UE ha un ruolo da giocare ma anche gli stati membri: se l’UE non trova partner adeguanti, il suo sforzo è vano. La digitalizzazione richiede di investire nella comprensione del suo significato a livello tecnologico e nelle opportunità per paesi con diversi vantaggi competitivi.

Gli obbiettivi di sviluppo sostenibile e l'agenda 2030 sono in realtà un grande incoraggiamento alla regolamentazione pubblica e per l'attuazione di politiche volte al bene comune a livello nazionale, locale e globale. Deve però esserci coerenza tra l'azione internazionale e quella interna. Questi sono argomenti importanti per la campagna elettorale per le prossime elezioni europee, e anche se potrebbe rivelarsi una strategia non vincente nel breve termine, è comunque importante far nascere questo dibattito nelle nostre società anche al fine di far capire quanto sia errata l'interpretazione di breve termine delle sfide attuali dei nazionalisti.

Riccardo Cucconi