Bilancio dell'UE post 2020: pubblicata la proposta della Commissione europea

Come promesso il 2 maggio la Commissione europea ha fatto uscire le sue proposte per il Bilancio dell’unione post 2020. Un bilancio europeo da 1.135 miliardi di euro, con meno fondi per PAC e Coesione, il raddoppio di programmi europei considerati strategici come Erasmus + e Horizon, e nuove risorse proprie per contenere l'aumento dei contributi nazionali a seguito dell’uscita del Regno Unito dall’UE.

Questa in estrema sintesi la proposta per il Quadro finanziario pluriennale 2021-2027presentata dalla Commissione europea.

La proposta dell'Esecutivo prevede 1.135 miliardi di euroin impegni e 1.105 miliardi di euro in pagamenti (espressi in prezzi del 2018), il che significa che la proposta tende a mantenere più o meno la stressa capacità economica del bilancio 2014-2020.

Come ci ha insegnato la lunga fase negoziale precedente il settennato di programmazione attualmente in corso, è un lavoro difficile quello della Commissione, che deve mettere d’accordo il Parlamento europeo, orientato ad aumentare il bilancio europeo per meglio rispondere ai bisogni dei cittadini europei nel loro complesso, e gli stati membri, per lo più orientati a non aumentare la propria quota di contribuzione al bilancio comune europeo.

L’idea che sottende questa proposta di bilancio, data la situazione attuale e le disponibilità dei soggetti coinvolti, è quella di orientare il bilancio secondo le priorità definite a livello europeo.

La domanda è: come fare di più con risorse che sappiamo non potranno aumentare e come riuscire a utilizzare il bilancio europeo come leva per lo sviluppo dell’UE e del suo popolo. Missione impossibile? Vedremo.

Intanto vediamo quali sono i punti più importanti della nuova proposta:

Tagli a politica di Coesione e PAC (Politica Agricola comune)

All'aumento dei contributi nazionali al bilancio UE, dall'1% all'1,11% del RNL, si accompagna, nella proposta della Commissione, una combinazione di risparmi e nuove entrate.

Tagli: la proposta di Bruxelles propone che i finanziamenti a favore della Politica agricola comune e della Politica di coesione subiscano una riduzione per tener conto delle nuove realtà di un'Unione a 27. Tale riduzione è più modesta rispetto a quella ipotizzata mesi fa e che ha scatenato una forte l’opposizione a tali tagli da parte delle Regioni e del Comitato delle Regioni. Per la Coesione si propone un - 7% rispetto all'attuale dotazione, mentre per la PAC si si tratta di un -5%.

Parallelamente, queste politiche saranno oggetto di riforme con l'obiettivo di produrre risultati anche in presenza di minori risorse, tenendo conto che attraverso questi fondi si dovrà far fronte a nuove priorità, come l'integrazione a lungo termine dei migranti.

Più fondi per Erasmus, Life e FP9

Alla diminuzione delle risorse per coesione e PAC corrisponde un aumento delle dotazioni per alcuni programmi a gestione diretta.

Tra questi rientrano Erasmus Plus (istruzione e formazione), LIFE (ambiente e natura) e il Nono Programma quadro per la ricerca e l'innovazione (Ricerca e Sviluppo), il successore di Horizon 2020.

La Commissione ha infine proposto di aumentare gli aiuti allo sviluppo, le risorse per gli investimenti in ricerca nel settore della difesa, per la sicurezza e per la gestione delle frontiere esterne dell'Unione, prevedendo anche un aumento del personale di Frontex (l’Agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell'Unione europea).

Aiuti allo sviluppo e politica estera

L’azione esterna dell’Ue registra un incremento. L’attuale proposta, nell’ottica della semplificazione, unisce gli attuali 12 strumenti. Resta da capire quante risorse verranno assorbite dalla difesa delle frontiere esterne e quante dalla cooperazione allo sviluppo.

 Un Bilancio dell'UE più semplice

La richiesta di semplificazione proveniente da più parti ha trovato una risposta nella proposta della Commissione europea con la riduzione di oltre un terzo il numero dei programmi dai 58 attuali a 37 proposti per i prossimi 7 anni e con una razionalizzazione dell'uso degli strumenti finanziari, anche tramite il Fondo europeo per gli investimenti.

Un Bilancio dell’UE più flessibile

L’esperienza dell’ultimo settennato consiglia l'inserimento nella gestione del bilancio europeo di una maggiore flessibilità. Sette anni sono tanti. Molte cose possono cambiare e l’esperienza ci dice che le emergenze sono sempre più in agguato. Pertanto, per aumentare la capacità di risposta dell'Unione, si propone una maggiore flessibilità all'interno dei programmi e tra gli stessi, il rafforzamento degli strumenti di gestione delle crisi e la creazione di una nuova e consistente "riserva dell'Unione" che permetterebbe di affrontare eventi imprevisti e rispondere a situazioni di emergenza in settori quali la sicurezza e la migrazione

Basta sconti sulle contribuzioni statali al Bilancio UE

Parliamo del rebate britannico, che con l’uscita dall’UE del Regno unito non avrà più ragione di essere, ma anche di un complesso sistema di correzioni che nel corso degli anni è venuto a crearsi.  Verranno eliminati quindi tutti gli attuali sconti a ridurre negoziati dagli stati nel corso degli anni,  dal 20% al 10% gli importi che gli Stati membri trattengono all'atto della riscossione dei tributi doganali a favore del bilancio dell'UE. L'eliminazione delle correzioni sarebbe progressiva, nell'arco di cinque anni, in modo da aumentare gradualmente il contributo degli Stati membri interessati al bilancio UE.

Nuove risorse per il Bilancio UE

Ma così i conti faticano a tornare. Con l’uscita del Regno Unito occorre trovare più risorse. Per questo la Commissione avanza proposte anche per aumentare le risorse proprie dell’UE con nuove entrate oltre all’ imposta sul valore aggiunto (IVA), che andrebbe comunque semplificata.

Le nuove risorse proprie dell’UE proposte, che dovrebbero rappresentare circa il 10-12% del Bilancio UE, sarebbero:

  • il 20% delle entrate provenienti dal sistema di scambio delle quote di emissioni;
  • un'aliquota di prelievo del 3% applicata alla nuova base imponibile consolidata comune per l'imposta sulle società, da introdurre gradualmente sulla base di una nuova normativa europea da adottare;
  • un contributo nazionale calcolato in base alla quantità di rifiuti non riciclati di imballaggi in plastica di ciascuno Stato membro (0,80 € al chilogrammo).

 

Rispondere ad alcune priorità dell’UE attraverso il bilancio

1) La gestione dei migranti

L’Italia aveva chiesto di collegare l’accesso ai fondi al rispetto degli impegni in materia di accoglienza dei migranti, visto che diversi paesi europei negli ultimi anni non hanno aderito agli obblighi di ricollocamento dei profughi pur continuando ad usufruire dei finanziamenti europei a gestione decentrata.

Questa proposta non ha avuto seguito, ma la Commissione ha previsto una forma di macro condizionalità politica, rafforzando il legame tra i finanziamenti UE e lo Stato di diritto, presupposto essenziale di una sana gestione finanziaria e dell'efficacia dei fondi europei. Il nuovo meccanismo permetterebbe all'Unione di sospendere, ridurre o restringere l'accesso ai finanziamenti UE in modo proporzionale alla natura, alla gravità e alla portata delle carenze relative allo Stato di diritto, attraverso decisioni proposte dalla Commissione e adottate dal Consiglio con votazione a maggioranza qualificata inversa.

2) L’approfondimento dell’Unione economica e monetaria

L’Ue si è data a dicembre 2017 una tabella di marcia per l'approfondimento dell'Unione economica e monetaria. Nella proposta di bilancio si sono introdotti nell'ambito del Quadro finanziario post 2020 nuovi strumenti di bilancio a sostegno della stabilità e della crescita dell'eurozona:

  • un nuovo programma di sostegno alle riforme strutturali degli Stati membri, in particolare nel contesto del Semestre europeo, con un meccanismo di convergenza per il sostegno ad hoc agli Stati membri che si preparano ad adottare la moneta comune (dotazione complessiva di 25 miliardi di euro).
  • prestiti "back-to-back" garantiti dal bilancio dell'UE con un massimale di 30 miliardi di euro, abbinati a un'assistenza finanziaria agli Stati membri a copertura dell'onere degli interessi l'obiettivo di stabilizzare i livelli degli investimenti in caso di gravi shock asimmetrici (e cioè solo in alcune aree o paesi dell’eurozona)

 

Tappe forzate per arrivare prima delle elezioni europee 2019

Dopo la proposta della Commissione europea del 2 maggio sul QFP post 2020 seguiranno quelle sui programmi settoriali.

Toccherà al Parlamento europeo dare la sua approvazione ed infine al Consiglio europeo deliberare all'unanimità dimensioni e caratteristiche del bilancio europeo 2021-2017 e della prossima generazione di programmi finanziari.

E’ obiettivo condiviso di Commissione e Parlamento europei arrivare ad un accordo prima delle elezioni del Parlamento europeo in programma il 24 maggio 2019.

Non è un compito facile. Sappiamo infatti che il negoziato sulla programmazione attualmente in corso (2014-2020) ha subito drastici ritardi, con negoziati lunghi ed uno stop dovuto alla bocciatura del Parlamento europeo alla proposta di drastica riduzione degli stati membri.

Seguiremo questo percorso con molto interesse, con la consapevolezza che avrà un peso notevole sul nostro futuro di cittadini europei.

Fonti e Approfondimenti

Un bilancio moderno al servizio di un'Unione che protegge, dà forza e difende: domande e risposte (IT)

Schede informative e testi normativi (EN)

- comunicazione, comprensiva di un allegato che descrive i singoli programmi;

- regolamento che stabilisce il quadro finanziario pluriennale (2 maggio 2018);

- regolamento relativo all'esecuzione del bilancio nel rispetto dello Stato di diritto;

- accordo interistituzionale sulla disciplina di bilancio, sulla cooperazione in materia di bilancio e sulla sana gestione finanziaria;

- decisione sulle risorse proprie, proposte di attuazione e relativo documento di lavoro dei servizi della Commissione;

- regolamento, regolamento di esecuzione, modifica del regolamento n. 1553/89;

 Il contributo della Regione Emilia-Romagna al dibattito

Comunicato L' Emilia-Romagna in difesa dei fondi europei a rischio tagli nel nuovo Bilancio UE (8/5/2018)

Regione Emilia-Romagna: Posizione della Regione Emilia-Romagna sul futuro della politica di coesione (pdf, 592.8 KB)

Regione Emilia-Romagna: Regional Discussion Forum sul Quadro finanziario pluriennale europeo post 2020