Silvia Bartolini: sulla Consulta solo calunnie
Difende, forse per l'ultima volta da presidente, la Consulta degli emiliano-romagnoli del mondo: "Una calunnia dire che c'e' un'inchiesta su di noi, anzi: se qualcuno ha truffato per ottenere un contributo siamo noi stessi la parte lesa", puntualizza) e contrattacca i quattro capigruppo che hanno disertato il summit di oggi sulla riforma dell'ente: "Affermazioni sbagliate". Silvia Bartolini, parlando in diretta streaming davanti ai consultori provenienti da mezzo mondo, definisce "sciocchi" coloro che "considerano la presenza degli italiani all'estero solo una roba nostalgica". Senza poi prestarsi al confronto diretto. "Abbiamo offerto modo e maniera di riflettere, proprio qui in Consulta. Chi non l'ha voluto fare si assumera' le proprie responsabilita'". Oltretutto, come spiega la presidente a margine dell'incontro "riunire queste persone ha un costo, naturalmente". Quindi quelli che vogliono abolire la Consulta perche' costa troppo faranno lievitare le spese? "Noi- risponde Bartolini- i denari per riconvocarci non li abbiamo, se il Consiglio vuole riconvocare i membri esterni della Consulta dovra' pagargli un biglietto, ma e' una cosa inutile perche' eravamo gia' qui...".
Di sicuro il Pd, partito di maggioranza relativa in Regione, promette una propria proposta di riforma da portare in aula entro fine legislatura, "spero gia' per settembre", dice Roberta Mori. A dopo le vacanze estive saranno peraltro rimandati anche i progetti di legge che vogliono l'abolizione dell'ente. Una prospettiva rigettata anche da Forza Italia. "Ritengo ci sia necessita' di conservare la Consulta, tra l'altro - osserva il consigliere Fi Andrea Pollastr i- mi sembra che i costi siano relativamente bassi".
In base al report presentato da Bartolini nel 2013 l'organismo e' costato 404.000 euro (circa 89.000 di funzionamento e 320.000 per gli interventi), contro i 796.000 euro del 2007 e soprattutto il picco di 978.000 del 2009. Una 'spending review', in mezzo al fuoco delle polemiche, attorno al 40%, dal 2007 ad oggi. Qualcosa comunque va cambiato anche per il Pd, che sottolinea con Mori quante poche voci si siano levate per difendere la Consulta nei momenti piu' difficili. Occorre "invertire la rotta della percezione della Consulta", che "non puo' essere solo uno strumento dell'esecutivo". La soluzione per Mori e' un "protagonismo dell'assemblea" che porti ad esempio i presidenti di commissione ad essere invitati permanenti delle riunioni. "Tutti i consiglieri dell'assemblea, volenti o nolenti, dovranno sentirsi impegnati a relazionarsi con la Consulta".
Il paletto di Bartolini e' la presenza di qualcuno che assuma in esclusiva la responsabilita' dell'organismo: ne' un consigliere ne' un assessore possano guidarlo. "Il legislatore e' libero di tagliare la presidenza, secondo me e' una sciocchezza pero' si decida". Bartolini sollecita anche la nomina, da parte del prossimo presidente regionale, di un sottosegretario agli affari internazionali "con potere di coordinamento". Intanto, la presidente della commissione competente, Monica Donini, assicura sul processo di riforma: "Se si aprira' davvero l'iter sara' aperto ed inclusivo, la prossima volta convochero' io i consiglieri e non potranno esimersi dall'essere presenti".