Sfogline a Tontitown

Il villaggio dell'Arkansas è stato fondato anche da modenesi di Zocca. Lo hanno scoperto i tre reporter modenesi in viaggio negli Usa sulle orme degli emigrati.
Sfogline a Tontitown

"Sfogline" a Tontitown, Arkansas (Usa)

Non tutti sanno che l’Arkansas è un po’ “made in Zocca”. Paolo Battaglia, Daniela Garutti e Giulia Frigieri ora possono documentarlo: i tre reporter modenesi – il cui viaggio negli Usa sulle orme degli emigrati italiani può essere seguito nel liveblog “Italian American Country” ospitato nella home page del quotidiano La Stampa.it.- hanno incontrato in Arkansas i discendenti degli emiliani che si trasferirono qui a fine Ottocento.

Mary Maestri viene da una delle due famiglie modenesi, i Maestri e i Verucchi originari di Zocca, che insieme a veneti e marchigiani fondarono nel 1898 il villaggio di Tontitown, in Arkansas, seguendo il frate forlivese Pietro Bandini. Provenivano dalle piantagioni di cotone di Sunnyside, sulle rive del Mississippi, dove per un paio d'anni esistette un vero e proprio quartiere modenese, prima che la malaria e le proibitive condizioni climatiche costringessero le famiglie a spostarsi altrove. Dopo una vita da fotografa insieme al marito, Mary oggi è in pensione e si dedica alla storia della comunità: è membro della commissione scientifica del Tontitown Historical Museum e sta lavorando per fare intitolare un monumento alle donne italiane e al loro contributo alla fondazione della città. Erano infatti loro a mandare avanti famiglia, campi e allevamenti nei lunghi periodi in cui gli uomini si allontanavano per lavorare nelle miniere e nelle fabbriche dell'Oklahoma e del Texas.

I tre reporter hanno scovato poi, sempre nel mezzo dell'Arkansas, un altro pezzo di Emilia: non immaginavano certo di trovare qui delle “sfogline” in grado non solo di sfornare, ma addirittura di fare a mano la pasta all'uovo, le lasagne e i ravioli. Hanno pranzato da Mama Z's, dove Z sta per Zuppo, il cognome della proprietaria e cuoca Julie che ci ha aperto le porte del laboratorio e della cucina. La specialità sono gli spaghetti al sugo con meatballs – polpette –, il pane fritto e i ravioli ripieni di pollo. Mentre le tecniche di produzione sono rimaste esattamente italiane, a ricordarci che siamo pur sempre in America campeggia all'ingresso del locale la scritta al neon “Budweiser & Spaghetti”!