Manifesto degli Stati Generali dell’associazionismo degli italiani nel mondo
Premessa
Viviamo in un momento storico in cui i movimenti umani si sviluppano con un’intensità e una interconnessione mai conosciute prima e in grado di incidere sensibilmente sulle società di partenza e di accoglimento. Molti paesi sperimentano l’arrivo di consistenti flussi di immigrazione e contemporaneamente di emigrazione. Tra questi l’Italia.
Per il nostro paese, l’entità della presenza di immigrati e quella di emigrati con cittadinanza italiana, si equivalgono: si tratta, insieme, di circa 9 milioni di persone, vale a dire il 15% della popolazione. Gli oriundi italiani sono stimati in circa 60-70 milioni.
Negli ultimi anni, la stima dei flussi di nuova emigrazione dal nostro paese, si aggira su alcune centinaia di migliaia all’anno.
E’ necessario avvicinarci a questa nuova dimensione dei flussi migratori in una positiva ottica di accoglienza, di accompagnamento e di orientamento, ma anche “di retizzazione” delle opportunità che si presentano e sarebbe un errore gravissimo sottovalutare o, peggio, dimenticare il potenziale culturale, sociale, economico e politico rappresentato dalla presenza italiana in ogni parte del mondo, come è altrettanto grave concepire l’immigrazione esclusivamente come problema interno di sicurezza.
Per ciò che concerne la nostra emigrazione, è compito della politica salvaguardare questo patrimonio, frutto del lavoro instancabile di generazioni di emigrati ed è compito della politica favorire la transizione dalla “vecchia emigrazione” alle nuove generazioni di italiani nati ed affermatisi all’estero e allo stesso tempo valorizzare i protagonisti delle nuove mobilità, soprattutto di giovani che lasciano l’Italia alla ricerca di opportunità lavorative.
I cittadini italiani residenti all’estero hanno sempre corrisposto alla solidarietà e al legame con la terra madre svolgendo anche una funzione di promozione del nostro paese nel mondo, innanzitutto dando vita ad innumerevoli forme di associazionismo. Per oltre un secolo l’associazionismo italiano all’estero ha supplito sovente all’assenza dello Stato, assumendo di volta in volta il ruolo di punto di aggregazione e partecipazione, di promotore della nostra cultura e della nostra lingua, di società di mutuo soccorso e di ispiratore di opere sociali e di solidarietà oltre che di fonte di trasmissione di valori e di tradizioni, contribuendo in positivo all’affermazione dell’immagine del nostro paese.
Attraverso l’associazionismo i cittadini italiani residenti all’estero hanno definito la loro appartenenza culturale e la loro identità in una positiva sintesi con le altre culture incontrate. Il mantenimento delle tradizioni e della memoria collettiva hanno anche portato un contributo importante alla crescita dei paesi di accoglienza e ampliato le relazioni di questi paesi con l’Italia. Questo modo di vivere la cittadinanza richiede, per esprimersi al meglio, il concorso delle istituzioni e delle varie espressioni della società civile. E in questo contesto va ricordato l’importante ruolo svolto dalle associazioni aderenti alla Consulta nazionale dell’emigrazione (CNE).
Occorre ora riconoscere che il protagonista di questa lunghissima storia, l’associazionismo italiano all’estero nella sua interezza e i suoi terminali operativi in Italia, hanno il compito di rivisitare i propri paradigmi per tracciare una nuova prospettiva e affrontare le sfide del futuro, sapendo che una stagione si è chiusa e che si sono aperti nuovi scenari.
Questa è la premessa per la convocazione degli Stati Generali dell’Associazionismo italiano nel mondo, che avranno il compito di varare una nuovo progetto di aggregazione e di relazione interna delle forme di partecipazione associativa e di richiamare la politica e le Istituzioni alle loro responsabilità.
L’associazionismo, nelle sue varie forme e novità, può tornare a costituire la base fondamentale e insostituibile di partecipazione tra le comunità migranti; apertura al nuovo e riconoscimento della propria dimensione transnazionale e interculturale ne sono le condizioni.
Manifesto degli Stati Generali dell’associazionismo degli italiani nel mondo
1. I cambiamenti in atto a livello mondiale sono segnati da processi di globalizzazione economica e finanziaria che determinano diffusa disuguaglianza ed un conseguente aumento delle povertà in molti Paesi.
I mercati finanziari accumulano ricchezza a discapito dei sistemi produttivi che vedono restringersi sempre più il loro campo d’azione innescando nuova disoccupazione e grande precarietà.
A tali tendenze in atto è doveroso rispondere con azioni e iniziative volte al recupero di un’ampia condivisione delle responsabilità, attraverso la partecipazione attiva e la moltiplicazione positiva dei momenti di rappresentanza, contrastando il rinchiudersi nell’individualismo localista e la crescente disperazione di larghe fasce di popolazione.
2. In questo contesto globale torna a crescere il fenomeno migratorio e la mobilità delle persone che rivendicano e ricercano lavoro, maggiori tutele, un welfare pubblico e più solidale. Grandi masse di persone si muovono da un paese all'altro, rafforzando la crescita dei paesi più ricchi mentre si riducono le possibilità di progresso per i paesi lasciati a margine dello sviluppo e della ricchezza.
3. L'Italia, oltre che paese di immigrazione, alimenta di nuovo significativi flussi emigratori, per altro mai interrotti, sopratutto giovanili; in assenza di misure attive da parte del nostro Paese, i nuovi migranti rischiano di vivere le stesse contraddizioni che in passato hanno connotato l’emigrazione italiana determinandone nuove fragilità e situazioni critiche.
4. Le comunità italiane nel mondo, con la loro storia e le loro esperienze, hanno dato vita, in un oltre un secolo e mezzo di storia, ad una estesa e articolata rete di associazioni che hanno rappresentato il luogo di primaria ed effettiva partecipazione democratica.
5. Le associazioni sono spazi di civismo dove i cittadini si motivano alle cause collettive, apprendono i meccanismi sociali e politici, si formano al dialogo e al confronto con le istituzioni e sono punti di riferimento centrali per lo sviluppo dei processi di integrazione, di socializzazione e inclusione. Processi volti a garantire la promozione umana, educativa e sociale, la responsabilità collettiva per una società più solidale, la crescita di una consapevole ed attiva partecipazione alla vita democratica.
6. In un quadro di grandi trasformazioni delle società e delle organizzazioni statuali l'associazionismo intende contribuire allo sviluppo civile, economico, sociale e culturale delle comunità, dandosi l’obiettivo della piena realizzazione dei diritti attraverso la concreta attuazione di iniziative e misure volte a contrastare il deterioramento del tessuto relazionale nelle nostre comunità, innestando nuove energie positive, sviluppando relazioni interculturali e azioni sussidiarie; è necessario un nuovo protagonismo dei cittadini migranti che rafforzi le rivendicazioni nei confronti dei governi nazionali e locali ed agisca da contrappeso democratico ai poteri costituiti.
7. L'associazionismo all'estero è e vuole essere una realtà stimolatrice dello stare insieme, anche tra persone di diversa cultura, ma anche l'opportunità per affermare valori culturali capaci di allargare, in pari tempo, l'area della conoscenza dell’italianità e il coinvolgimento delle comunità italiane nel loro ruolo di ponte, di mediazione e di interazione tra paese di origine e paese di accoglienza e, all'interno dei paesi di accoglienza, tra le diverse comunità migranti e le popolazioni autoctone.
8. L'associazionismo esprime da sempre una rappresentanza sociale di interessi e di aspettative emergenti dalle nostre comunità all'estero. Esso è in grado di rappresentare e negoziare le scelte riguardanti gli italiani all'estero, ai diversi livelli e direttamente con i decisori pubblici. Nell'attuale contesto di nuova mobilità delle forze lavoro in Europa e verso altri continenti, esso costituisce l'interlocutore fondamentale affinché il patrimonio rappresentato dai giovani in ripartenza dal nostro paese, non vada irrimediabilmente perduto.
9. Con lo svolgimento degli Stati Generali si intende ridefinire, a partire dalla propria specificità e in autonomia dalle forze politiche, un possibile quadro di riferimento che consenta di raggiungere una forte unità di tutto il mondo associativo degli italiani all’estero, tenendo insieme pluralismo, autonomia e rappresentanza.
A questo proposito si ritiene fondamentale l’attenzione alle novità che stanno emergendo e la costruzione di una comune piattaforma che sia in grado di intercettarle e che sia orientata alla possibile evoluzione che avremo di fronte entro il prossimo decennio.
In questo senso uno spazio significativo, all'interno del dibattito degli Stati Generali, sarà riservato alle nuove forme di autotutela, di mutuo soccorso, di informazione e di nuova partecipazione sociale che da tempo si stanno sviluppando.
L’aumento della nuova emigrazione determinata dalla crisi economica che attraversa l’Europa e il mondo, impone un’analisi puntuale delle realtà associative esistenti e la progettazione di un associazionismo del futuro in grado di integrare la tradizionale presenza organizzata con le nuove necessità e i nuovi bisogni che emergono.
10. L’obiettivo è l’adeguamento della vita delle associazioni in relazione ai grandi mutamenti in atto – segnati dai processi di integrazione e interdipendenza - e di individuare e indicare modalità di rappresentanza in grado di recepire tali cambiamenti.
Si intende cioè avviare, concretamente, un processo di trasformazione del mondo associativo a partire dall’analisi della capacità organizzativa dell’emigrazione consolidata e, al tempo stesso, di quella che riguarda la nuova emigrazione, nella consapevolezza che l’interazione tra questi due livelli sia indispensabile e proficua.
11. Con gli Stati Generali si vuole inoltre costruire un’istanza di coordinamento generale della vasta e variegata rappresentanza sociale delle nostre collettività nel mondo rafforzando ed ampliando il protagonismo delle associazioni, confermando l’unitarietà d’azione posta in essere nella lunga e positiva storia della CNE.
L’avvio di questa nuova fase potrà essere sostanziata dalla creazione del Forum delle associazioni degli italiani nel mondo, unitamente al suo riconoscimento istituzionale già avanzato da uno specifico disegno di Legge da tempo presentato in Parlamento.
12. Il Comitato Promotore degli Stati Generali si rivolge a tutte le associazioni affinché aderiscano al Manifesto e partecipino al dibattito e alle iniziative che saranno insieme organizzate nei prossimi mesi sia all’estero che in Italia. L’assemblea conclusiva degli Stati Generali dovrà svolgersi nei primi mesi del 2015.