Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte, le “lepri” del 2014

Secondo lo studio di Unioncamere, le tre regioni del Nord saranno le prime a uscire dalla crisi economica
Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte, le “lepri” del 2014

Nel biennio 2014-2015, l’Italia resterà ancorata ad una crescita modesta del Pil. Saranno Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte le regioni “lepre” che guideranno la tanto attesa ripresa dell’economia nazionale il prossimo anno, secondo gli Scenari territoriali realizzati da Unioncamere e Prometeia.

Poiché l’impulso proveniente dalla domanda estera (+3,7% l’export previsto nel 2014) gioca un ruolo essenziale nell’incoraggiare la crescita (che si attesterà sul +0,7% per l’Italia), l’uscita dalla recessione coinvolgerà prima le regioni italiane che presentano un posizionamento migliore sui mercati internazionali. Il Mezzogiorno, al contrario, caratterizzato da una più bassa apertura all’estero, dovrebbe restare penalizzato da una domanda interna che fatica a uscire dalla lunga fase di ridimensionamento di questi anni (-0,2% la variazione attesa dei consumi delle famiglie rispetto al +0,2% nazionale). Sulla base di queste prospettive, i divari territoriali - già molto elevati - tenderanno ad ampliarsi, portando il Pil pro-capite delle regioni del Sud a ridursi a poco più della metà di quello delle regioni più ricche del Nord Ovest.

“La ripresa sta valicando i confini del nostro Paese grazie alla capacità delle nostre imprese esportatrici”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. “Queste, però, in gran parte hanno sede nelle regioni del Nord. Per far sì che anche il Mezzogiorno torni a crescere in maniera diffusa occorre accompagnare le sue imprese sui mercati esteri, dando un sostegno specifico e mirato alle tante piccole e medie imprese che avrebbero tutte le carte in regola per internazionalizzarsi ma ancora non hanno avuto l’opportunità di farlo”.

Nel 2014 il ridimensionamento dell’attività economica in corso da due anni dovrebbe arrestarsi in tutte le regioni italiane. Per quelle del Sud si tratterà di una stasi: è il caso di Molise e Calabria, in primo luogo, ma anche di Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna caratterizzate da una crescita del PIL che non si spinge oltre lo 0,1%. Al contrario, si prevede un aumento superiore a quello nazionale in Lombardia (1,2%), Emilia-Romagna (1%), Piemonte (0,9%), Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Umbria (tutte 0,8%), regioni che dovrebbero maggiormente beneficiare della ripresa di esportazioni e investimenti. Il prossimo anno, tutte le regioni meridionali continueranno a presentare un ridimensionamento dei consumi, quelle centrali mostreranno una dinamica debole, mentre al Nord le performance migliori (attorno allo 0,4-0,5%) coinvolgeranno Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Veneto ed Emilia-Romagna. Nel 2014 cali occupazionali continuano ad interessare la Liguria e le regioni del Mezzogiorno, mentre la crescita più ampia, attorno allo 0,4%, dovrebbe interessare Lombardia ed Emilia-Romagna.

Il prossimo anno il tasso di disoccupazione si attesterà sul 12,4% con questa distribuzione: 20,2% nel Sud, 11,3% nel Centro, 8,8% nel Nord Ovest e 7,7% nel Nord Est, dove si trova l’Emilia-Romagna.