La relazione di Silvia Bartolini
Benvenuti a tutti voi qui presenti e un caro saluto a coloro che ci ascoltano in streaming.
Questa di oggi sarà verosimilmente l'ultima riunione della Consulta dell’attuale legislatura, e altrettanto verosimilmente l'ultima della mia presidenza. La legislatura finirà con le elezioni a marzo del 2015, e non sarà più possibile riunire la Consulta nuovamente prima di quella data. Attenderemo che il nuovo presidente della Regione assuma decisioni riguardo alle nomine ma soprattutto attendiamo che l'assemblea legislativa regionale attuale decida cosa fare circa l’annunciata riforma della legge 3 del 2006, in particolare aspettiamo si compia l'iter legislativo sui progetti di legge depositati da oltre tre anni e forse anche su altri progetti di legge, annunciati in più occasioni, non ultimo durante la precedente riunione della Consulta, tenuta lo scorso anno proprio in questa sala. E anche se si tratterà una seduta di bilanci finali delle attività di questa legislatura dell'intera mia presidenza, come avrete potuto vedere dal programma, non sarà una " cerimonia degli addii ": il contrario! E' la forza del lavoro svolto che ci consiglia come proseguire e ci aiuta ad aiutare il legislatore, come si può vedere dall'intenso programma; un programma che guarda molto avanti, verso una nuova concezione delle politiche rivolte agli italiani e ai corregionali all'estero.Penso si possa dire che abbiamo fatto dall'inizio del 2007 a oggi un buon lavoro. Come sempre le cose si potevano e si possono fare meglio, ma date le condizioni economico finanziarie che si sono evidenziate dal 2007 a oggi, e soprattutto considerata la grave crisi politico che si è prodotta presso le Istituzioni italiane tutte, si può tranquillamente affermare che sia stato espresso da tutti voi e da tutti noi il massimo delle energie per dare compimento alle indicazioni della legge, anche immaginando come faremo in questi giorni, nuovi scenari e suggestioni per l'insieme delle persone che hanno a cuore questo tipo di interventi e per quel legislatore che saprà coglierle.
Sarà l’assemblea legislativa regionale a decidere se questa legge è ancora valida, come nella sua massima parte io penso che sia, o sia necessario cambiarla. A questo proposito mi preme solo dire che la nostra legge istitutiva è stata osservata con interesse e anche copiata , in tutto o in parte, da moltissime Regioni, e che ancora adesso puo' continuare a dare ottimi risultati , se accompagnata da piani triennale e da piani annuali che di volta in volta sappiano cogliere gli aspetti attuali, aggiornando gli obiettivi a seconda delle contingenze storiche e sociali. In carpetta troverete una sintesi a larghissime tracce , di quanto è stato realizzato nell'ultima legislatura e complessivamente durante i due mandati di Presidenza a me affidati. Sono solo brevi cenni, più spesso numeri, senza alcun commento. Si tratta delle aree di lavoro più ampie e di maggior peso finanziario, mentre , come potete immaginare non vi è tutto il lavoro anche minuto di scambi e relazioni e cura delle stesse , e partecipazioni alle miriadi di iniziative locali, nazionali e associative nel mondo.
Ma in questa sede mi limiterò a svolgere due argomenti: alcuni commenti di ordine politico istituzionale anche questa in grande sintesi, su quanto realizzato fino a qui e, tenendo fede all'impegno preso durante la precedente riunione della Consulta, desidero fornire un contributo nel merito al legislatore per il lavoro che da più anni annuncia di voler svolgere. In particolare subito mi interessa mettere in luce l'attualità' e l’importanza per un a Regione, di mantenere un rapporto con gli emiliano romagnoli nel mondo e piu' complessivamente con gli italiani residenti all'estero. Prima però, desidero ricordare la perdita di tre nostri autorevoli e appassionati ambasciatori degli emiliano romagnoli nel mondo: Antonio Parenti, Achille Mauro Marmiroli e Carlos Lazzarini e di Marcia Bordin cara amica che con noi ha lungamente collaborato. E anche per onorare questi nostri cari, carissimi amici che è assolutamente necessario spiegare perché vi è ancora la necessità di proseguire - innovandole, integrandole - ma proseguire, le politiche rivolte ai corregionali residenti all'estero.
Basterebbero solamente i numeri relativi agli italiani all'estero che abbiamo mille volte citato che mai, e mai, con pochissime eccezioni, la stampa riporta! Si stima infatti che siano circa 80 milioni gli italiani nativi o oriundi discendenti; di questi 4.341.156 iscritti all'AIRE di cui l'84,5% ha diritto di voto; 147.345 iscritti all'AIRE dell'Emilia Romagna, dei quali l'82,2% può votare. Più di 500 i parlamentari di origine italiana che mantengono nel loro lavoro la caratterizzazione e la riconoscibilità delle radici italiane. Esempio luminoso quello della signora Nancy Pelosi, che volle festeggiare la sua nomina a portavoce del Congresso degli Stati Uniti presso l'Ambasciata italiana a Washington. A questi dati vanno aggiunte le quasi 3500 associazioni regionali all'estero, vere e censite da ogni Regione attraverso albi o elenchi regolati da precise norme. Una vera e propria rete, formidabile e pronta e persino desiderosa di essere utilizzata. Rete alla quale possiamo aggiungere il crescente numero delle imprese dei nostri residenti all'estero sommate al crescente numero delle aziende italiane che hanno aperto nuove fuori Italia. E' importante anche considerare l'interesse crescente verso il nostro Paese; ed anche l'interesse per lo studio della nostra lingua che risulta in crescita sia da parte degli italofoni, che hanno avuto e hanno nella propria famiglia persone che parlano italiano, sia da parte dei cosiddetti italofili che attraverso lo studio della lingua italiana, desiderano conoscere maggiormente la cultura del nostro paese o sentirsi piu' vicini al modo di vivere e allo stile del nostro Paese, alle eccellenze del nostro paese : arte,bellezze monumentali e naturali, cibo, moda , motori (specialmente a quelli emiliano romagnoli!).
Basterebbero solo questi dati, e la rete che ad essi sottende - seconda solo a quella dei cinesi - per capire che “abbiamo”, l'Italia ha uno strumento straordinario di promozione di se stessa. Invece così non è; ancora molto poco vi è questa consapevolezza. Anche se qualche nuovo segnale va considerato: nel documento del Governo "destinazione Italia" , si è citata la presenza degli italiani residenti nel mondo come risorsa importante per la promozione del Paese all'estero; abbiamo un sottosegretario agli Affari Esteri , Mario Giro, di cui abbiamo avuto dimostrazione di attenzione e serietà, fortemente motivato nella direzione che indicavo;grazie al lavoro fatto dai presidenti dei Comitati per gli italiani all'estero della Camera e del Senato, l'on. Fabio Porta e il sen. Claudio Micheloni, nei gruppi parlamentari vi è una maggiore consapevolezza di questa Italia fuori dall'Italia;non da ultimo vorrei dare merito al lavoro del coordinamento delle Consulte regionali, che in pochi anni è divenuto un interlocutore nazionale riconosciuto.Ma certo, il lavoro per raggiungere il pieno riconoscimento di questa componente sociale del nostro Paese, è ancora lungo.
Cari Consultori, Mi avvio verso la conclusione della mia esperienza che terminerà al rinnovo delle nomine, o allo scadere naturale della legislatura , oppure ancor prima se il legislatore dovesse adottare un progetto di legge quale quello che trovate in carpetta, che auspica “sic et simpliciter” la chiusura della Consulta. Alla fine di questo prezioso, suggestivo e entusiasmante percorso, vorrei esplicitamente dire che in questa Regione vi sono sensibilità e consapevolezze sulle politiche rivolte ai corregionali all'estero, molto diverse nei diversi settori della amministrazione.
Purtroppo esistono sia rappresentanti politici che funzionari e dirigenti che, senza che si sia assunta nessuna decisione istituzionale a riguardo, e conoscendo assai poco la materia, considerano le associazioni ed i rappresentanti degli emiliano romagnoli all'estero esse stesse delle valigie di cartone: polverose , superate , anacronistiche , nostalgiche, quando invece, prima di tutto voi, le vostre imprese , le vostre associazioni , le vostre competenze professionali e il vostro stesso modo di essere , sono lì a testimoniare che siete delle risorse vere in grado di moltiplicare e aumentare di valore e senso l'immagine della nostra regione all'estero. E in tanti casi l'avete già fatto.
Ci sono persino - per fortuna una minoranza - funzionari dei nostri assessorati che sostengono che quando vanno all'estero a fare promozione dei nostri prodotti non si raccordano volutamente con le comunità dei nostri corregionali o di altre regioni perchè sostengono che proprio gli italiani all'estero sarebbero i primi a non gradire l'arrivo dei prodotti di origine controllata italiani, promuovendone addirittura di taroccati. Non mi è mai successo in tutta la mia esperienza all'estero da presidente o ancor prima da consigliera regionale, di incontrare italiani di questa fattispecie. E se mai vi fossero, rappresentano una esigua minoranza.
Viceversa in molte occasioni , per non dire sempre, ho sempre trovato persone che ci hanno richiesto di avere i nostri prodotti, che ci hanno chiesto di ricercare o promuovere importatori locali. e quando nei miei primi anni di presidenza , e durante le precedenti presidenze , siamo riusciti a portare all'estero produttori e prodotti locali, cuochi esperti di cucina territoriale o laboratori di prodotti gastronomici regionali, il successo è stato enorme , con grandi ricadute economiche e opportunità di commercializzazione. E quando mi sono trovata di fronte a alimenti di tradizione emiliano romagnola ma prodotti all'estero, tra tutti vorrei ricordare l'aceto balsamico prodotto a San Juan in Argentina dalla nostra amatissima Francesca Arletti, la località di produzione era ben riportata e specificata sull'etichetta, ben lontani quindi da ogni tipo di contraffazione.
Voglio in questa sede affermare che se invece, si fossero utilizzati di più i nostri emiliano romagnoli all'estero, e i nostri giovani ambasciatori del gusto, forse adesso, per fare solo un esempio, i brasiliani berrebbero un buon lambrusco originale, vero, e non quelle orribili bevande bianche e dolciastre, contrabbandate come Lambrusco, che si trovano nelle loro enoteche prodotti, da quanto ho visto in Piemonte e in Emilia Romagna. Vi sono ancora molte persone che pure in buona fede , non capiscono o non riescono a comprendere, che le relazioni internazionali tenute dalle Consulte, costituiscono una risorsa straordinaria , in grado di dare lustro alle Regioni, e che tanto più in tempi di crisi , possono rivelarsi molto utili. Ma queste relazioni vanno alimentate, organizzate e fatte crescere e questo non può che essere il compito delle Consulte.
La nostra regione ebbe la felice intuizione , 40 anni fa e non 8 anni fa con il mio arrivo, di dare vita alla Consulta dell'emigrazione, un intuizione straordinaria se non altro per tenere un collegamento con le comunità di emigrazione, e al contempo rendere merito alle persone che hanno aiutato l' Emilia Romagna a diventare la regione che è. Molti di voi mi hanno sentito dire questa cosa mille volte, e la ripeterò fino a quando svolgerò questo lavoro. Alcune zone in particolare non avrebbero potuto avere la crescita che hanno registrato, e sarebbero depresse economicamente e socialmente, se non avessero ricevuto il contributo delle rimesse; in certe parti appenniniche, tantissime famiglie sono letteralmente sopravvissute grazie ai loro cari che hanno “alleggerito” la famiglia stessa della loro presenza, e grazie a queste persone che, seppure sradicate dai loro territori, e andando per il mondo a fare lavori duri, con episodi drammatici e spesso non straordinariamente remunerati, sono riusciti dal poco guadagnato a rinviare a casa qualcosa. Risorse che sommate ai sacrifici di quanti sono rimasti a casa, hanno consentito a molti prima di sopravvivere e poi anche di evolvere la propria condizione.
In generale il dato delle rimesse , della ricchezza prodotta all'estero, dei conti correnti nelle banche locali, dei contributi che queste banche locali elargiscono alle nostre associazioni, (facendoli piovere dal cielo quando dovrebbero invece essere grati visto che " incassano molti soldini " dai nostri emigrati,) ebbene tutte queste tematiche sono oggetto di una ricerca frutti della collaborazione tra noi, (perché l'idea parte dalla nostra Regione, il coordinamento delle Consulte regionali e della Fondazione Migrantes, con un lavoro che il dott. Maurizio Grassi, sta compiendo lodevolmente e con grande competenza, e lo ringrazio sentitamente: Gli esiti saranno resi noti verso la fine dell'anno. Emergeranno dati interessantissimi che dimostreranno una volta per tutte che non solo la forza degli italiani nel mondo costituisce una rete potenziale per il rilancio economico, ma che è già un entrata massiccia per il nostro paese . Un contributo economico che viene sottaciuto. e cercheremo anche di capirne il perché.
Ecco le ragioni che devono portare il legislatore a far vivere la Consulta: il dovere di memoria , l' attualissimo interesse economico, l' esistenza di una rete che puo' servire per la promozione. Non è un caso che a noi si rivalgono sempre più aziende, certo non le grandi imprese, e si rivolgono direttamente ai nostri Consultori o presidenti che sono a loro volta essi stessi imprenditori o presidenti di camere di commercio all'estero, e quindi hanno tutto l'interesse a creare questa relazione, e lo fanno costantemente, stabilmente, senza bisogno di tanti riconoscimenti. Uno per tutti Ernesto Tagliani. Presidente dell'associazione degli imprenditori emiliano romagnoli in Argentina, che svolge un infaticabile lavoro di messa in comunicazione tra imprese regionali e argentine, accompagnando presso le nostre fiere delegazioni di imprenditori e costruendo accordi tra imprese ed enti locali, per alimentare lo sviluppo locale argentino attraverso le nostre conoscenze ed eccellenze. A te, Ernesto, la nostra gratitudine.
E a proposito di dati sulla presenza di imprese all'estero, segnalo al nostro rappresentante in Consulta di Unioncamere la profonda inadeguatezza del nostro sistema camerale regionale, nel censire e tenere aggiornato un data base sulle imprese italiane all'estero, con tutta l'articolazione che la questione meriterebbe: imprese che si sono trasferite o che hanno aperto sedi in altri Paesi, e imprese nate da nostri residenti all'estero. Abbiamo già chiesto a tutte le Camere della Regione degli appuntamenti; insisteremo.
Infine vi è un argomento che da solo che dovrebbe indurre un ripensamento a chi pensa all'inutilità di questo nostro lavoro. Ed è quello che riguarda la nuova emigrazione. Domani non a caso , ne parleremo in un seminario specifico con i miei colleghi di altre Regioni ed esperti della materia. Centomila sono le persone che sono espatriate negli ultimi 5 anni. Costituiscono una nuova emigrazione, chiamiamola nuova mobilità, frutto della globalizzazione, della comunicazione che viaggia alla stessa dimensione del pianeta, frutto della generazione erasmus che è diventata in un lampo cittadina dell'Europa e del mondo, ma non solo di questo. Il flusso è composito : ancora una volta vi sono persone con titoli di studio ragguardevoli che cercano occupazioni adeguate e dignitose, vi sono anche persone che vanno alla ricerca di una speranza nuova che qui non trovano ; vi sono persone che cercano un lavoro " pur che sia " e che a volte , arrivano in paesi di cui non conoscono neppure la lingua; il caso della Germania è emblematico.
Penso che vi sia senso ad utilizzare la risorsa costituita dagli italiani nel mondo per riuscire a “tenerseli stretti” questi ragazzi, queste persone: sono a loro volta una risorsa preziosa per il nostro paese. Dobbiamo fargli sentire che l'Italia c'è. E c'è nel dagli informazioni, supporti, collegamenti anche se ci lasciano...speriamo solo momentaneamente. E' forse sbagliato dire loro che un pezzo del loro paese , della loro Regione di origine vuole tenere con loro un legame ? Penso che nonostante il mondo sia diventato piu'...piccolo e facile da girare, potrebbero trovarsi in difficoltà e magari non sempre e non ovunque i Consolati ci sono, mentre "noi " possiamo e vogliamo esserci. Gli italiani all'estero ci possono essere., Teniamoceli stretti queste persone che oggi se ne vanno, perché se vorranno un giorno, possano tornare, avendo più fiducia in questa Italia diffusa, qui e fuori dai confini italiani. Costruiamo l'idea di un Italia che non taglia i ponti , e che rimane loro vicino. Non possiamo affidare questa nuova ondata migratoria solo ai Consolati, che sono ottimi servizi , magari non ovunque alla stessa maniera : " noi " non abbiamo orari, noi siamo persone, non uffici; volontariato, non uffici. possiamo avere un ruolo di maggiore vicinanza.
Sbagliano coloro che pensano che la nuova mobilità sia costituita solo da persone che con tablet , smarthphone e visa o mastercard, anche poco rifornite, non abbiano mai problemi e non trovino ostacoli. Siamo persone con le nostre fragilità e inconvenienti, grazie al cielo, non mutanti o replicanti . E possiamo avere bisogno di sostegno e aiuto soprattutto all'estero. Lo dirò meglio domani, penso sia necessario impegnarsi affinché si costituisca una rete vera tra associazioni regionali all'estero, patronati , istituzioni italiane all'estero , in modo tale da poter creare , in luoghi diversi nel mondo, a seconda della diversa forza di ognuno, sportelli e attività di servizio che siano un presidio di accoglienza e facilitazione per le nuove mobilità.
Tutte queste ragioni mi fanno ritenere, detta con grande franchezza , quelli che considerano la presenza degli italiani all'estero solo una roba nostalgica ,degli schiocchi perché dicono sciocchezze .Abbiamo offerto modo e maniera di riflettere , proprio qui in Consulta. Chi non l'ha voluto fare, si assumerà le proprie responsabilità. Penso che si debba organizzare il lavoro della Regione ed io mi spingo a dire delle regioni, in questa direzione. La Consulta è un elemento di partecipazione essenziale affinché questo lavoro venga svolto in modo democratico , coinvolgente , partecipato e non come fosse svolto da una agenzia privata.
Quindi, a parer mio, delle due l’una: o si tengono due riunioni all'anno della attuale tipologia di Consulta , oppure si potrebbe tenere una conferenza dei presidenti tre volte ogni due anni e contestualmente si potrebbe costituire un esecutivo piu' largo dell’attuale che si possa riunire 2 o 3 volte all'anno. Ma il confronto in Consulta è indispensabile. Negli anni in cui avevamo maggiore certezza di dare seguito agli impegni presi, cosa che successivamente per ragioni finanziarie e soprattutto per la enorme complicazione burocratica nel fare anche le cose minute, questo confronto è sempre stato foriero di proposte di qualità e di reciproca conoscenza, bidirezionale .Il lavoro partecipato ha impresso un’ accelerazione nel lavoro delle associazioni, così come le missioni all'estero. L’importante è organizzarle assieme, organizzarle e realizzarle bene, , così come abbiamo teso a fare con le diverse “giornate dell’Emilia Romagna nel mondo”. Questa modalità e persino il nome scaturirono dalla Conferenza dei giovani di Buenos Aires. Le missioni non sono vacanze istituzionali e se organizzate assieme alle nostre associazioni, in sinergia con le istituzioni italiane all'estero, coinvolgendo quindi Ambasciate, Consolati, Parlamentari eletti all'estero, Componenti del CGIE, Comites, sono uno straordinario modo di promuovere le nostre eccellenze regionali e anche gemellaggi e patti di fratellanza tra Comuni.
Abbiamo ottenuto risultati splendidi. Negli ultimi anni il flusso delle missioni così come programmate durante le prime riunioni della Consulta, è diminuito, tanto da interrompersi addirittura lo scorso anno. Molte associazioni sono cresciute sino a diventare esse stesse organizzatrici di eventi provenienti dall'Italia , ma molte altre alle iniziative interne pur eccellenti, stimabili e molto significative , non hanno più avuto quella spinta in più che erano riuscite ad avere in occasione di missioni della Consulta o di invio di mostre o laboratori. Penso che compatibilmente con le risorse sempre più limitate, sia necessario riprendere ad organizzare missioni, ma pensate e organizzate attraverso un tavolo interassessorile veramente coordinato. Per essere tale è necessario che abbia una responsabilità politica istituzionale con un reale potere di coordinamento, e che si imponga come tale. In questa direzione mi sento di ribadire una proposta: che nella prossima legislatura vi sia un sottosegretario presso la presidenza con delega agli affari internazionali, con il potere di coordinamento che indicavo prima.
Necessario per evitare la competitività interna, lo scollegamento tra settori diversi, addirittura all'interno di stessi assessorati e per evitare figuracce all’estero. si quindi uniscano le forze e le proposte quando si organizzano missioni all'estero. Siamo una risorsa: e dicevo , lo dimostra per la richiesta di aiuto che imprese ci chiedo per commercializzare i propri prodotti all'estero. Naturalmente non parlo delle grandi imprese regionali, ma penso soprattutto alle piccole e medie imprese che hanno prodotti di qualità e che cercano una possibilità di mercato fuori dall’Italia, o che hanno magari già i prodotti sui banchi dei supermercati, e che vorrebbero aumentare le proprie possibilità di penetrazione. E vorrebbero organizzare con noi degli eventi anche per promuoversi, anche presso le comunità regionali italiane, perché sanno che questo costituisce un vero potenziale. Questo filone di intervento, lo torno a dire, è molto interessante: lo abbiamo agito e lo agiremo anche nelle prossime due missioni programmate per il 2014. Pero’ per potere organizzarsi insieme al privato, dobbiamo avere certezza di azione e certezza dei tempi. Occorre avere una certezza dell'organizzazione e non essere soggetti alle burrasche della cronaca politica come è successo per la missione in Sudafrica qualche anno or sono.
Bisogna riuscire ad avere una modalità di lavoro che non venga minacciata di chiusura ogni 6 mesi.Che questa nostra rete funzioni e sia importante se nè è resa conto anche la società che gestisce EXPO 2015. La nostra Consulta e il coordinamento nazionale delle Consulte regionali dei corregionali all'estero, siamo stati cercati proprio per promuovere l'Esposizione Universale all'estero presso le nostre associazioni nel mondo. I responsabili di EXPO 2015 hanno partecipato alla riunione del nostro coordinamento nazionale, che si è tenuto qui a bologna, nuovamente abbiamo incontrato negli scorsi giorni le dirigenti di EXPO ed Explora per concordare assieme le iniziative all'estero di promozione presso le nostre associazioni. Come avrete potuto vedere nel programma, domani stesso terremo un approfondimento con la dott.ssa Tracchi. Ebbene, fa veramente specie che i massimi dirigenti di EXPO ci abbiano coinvolto mentre la nostra regione abbia costituito quattro gruppi di lavoro dei quali la Consulta non fa parte , non dico la sua presidente, che è uno strano “ibrido” tra politica ed amministrazione, ma almeno un funzionario. Ci auguriamo che si possa rimediare presto. Ora la parola è al legislatore. Da tre anni ci annunciano riforme o repentini tagli di uffici e presidenza . In compenso abbiamo atteso un anno quasi ,di vedere approvato il piano triennale, il che ha comportato, lo slittamento di ogni attività per molti mesi e la cancellazione di ogni missione all'estero. Ora il dibattito di riforma è rientrato nella sua sede naturale: la quarta commissione consiliare, la cui presidente Donini ringrazio formalmente per la costante attenzione alla nostra Consulta. Sin dall'anno scorso siamo stati invitati a convocare questa riunione affinché essa potesse divenire la sede di un’udienza conoscitiva per il lavoro dei Consiglieri . Ecco: siamo qui. Nella carpetta avete il testo di legge base sul quale si dovrà avviare la discussione; siete invitati a dare il vostro parere, , naturalmente non prima di avere ascoltato i Consiglieri invitati. Li aspettiamo!
Sono stata e rimango una inguaribile ottimista. Come vedete abbiamo lavorato in condizioni molto difficili soprattutto gli ultimi tre anni e non smetterò di farlo fino a che mi verrà chiesto di farlo. Ottimista ma non sciocca e quindi non posso tacere le cose che trovo insopportabili. E l’arroganza di certe affermazioni sui Consultori sono state pretestuose e in certi casi non vere. Se avessero accettato il confronto, ne avremmo giovato tutti. I punti di forza e di crescita di questo mandato durato poco meno di due legislature sono stati senz'altro l’aver aumentato la formazione, la ricerca di ogni possibilità di formazione e soprattutto l'attenzione verso i giovani discendenti emiliano romagnoli per aumentarne il protagonismo, il loro inserimento nelle direzioni delle associazioni, e per promuoverli come ambasciatori regionali nel mondo. E oltre alla parola “ambasciatori”, vorrei utilizzare la parola “antenne”. Anche i corsi di formazione e ospitalità che abbiamo organizzato in questi anni, non hanno avuto solo lo scopo di fare conoscere il nostro territorio ma soprattutto sono stati indirizzati a creare delle antenne promotrici del turismo, della cultura e delle Istituzioni culturali della nostra regione. Quindi, per non solo conoscitori ma anche promotori. Desideriamo che i nostri giovani diventino presidenti delle associazioni e sappiano come muoversi nel mondo istituzionale e associativo qui in regione, oltre che nei propri paesi. Desideriamo che acquisiscano il senso di responsabilità nel condurre un’associazione e di rappresentare la propria regione all'estero.
Ho molto investito su questi obiettivi: attenzione ai nostri giovani e mantenimento della memoria dei fenomeni storici dell'emigrazione con una particolare attenzione all'emigrazione femminile. Mi auguro che chi verrà dopo di noi possa ulteriormente accrescere questo lavoro dall’immenso contributo che voi, tutti i collaboratori e le collaboratrici della Consulta e tutti i nostri presidenti hanno realizzato in questi anni, generosamente, volontariamente, con spirito di abnegazione e sempre con uno straordinario orgoglio nazionale e regionale.