La relazione di Silvia Bartolini

L'intervento completo della presidente della Consulta: "Abbiamo ottenuto risultati splendidi investendo sui giovani e il mantenimento della memoria".
La relazione di Silvia Bartolini

Silvia Bartolini

Benvenuti a tutti voi qui presenti e un caro saluto a coloro che ci ascoltano in streaming.

Questa di oggi sarà verosimilmente l'ultima riunione della Consulta dell’attuale legislatura, e altrettanto verosimilmente l'ultima della mia presidenza. La legislatura  finirà con le elezioni a marzo del 2015, e non sarà più possibile riunire la Consulta nuovamente prima di quella data. Attenderemo che il nuovo presidente della Regione assuma decisioni riguardo alle nomine ma soprattutto attendiamo che l'assemblea  legislativa regionale attuale decida cosa fare circa l’annunciata riforma della legge 3 del 2006, in particolare aspettiamo si compia l'iter legislativo sui progetti di legge depositati da oltre tre anni e forse anche su altri progetti di legge, annunciati in più occasioni, non ultimo durante la precedente riunione della Consulta, tenuta lo scorso anno proprio in questa sala. E anche se si tratterà una seduta di bilanci finali delle attività di questa legislatura dell'intera mia presidenza, come avrete potuto vedere dal programma, non sarà una " cerimonia degli addii ": il contrario! E' la forza del lavoro svolto che ci consiglia come proseguire e ci aiuta ad aiutare il legislatore, come si può vedere dall'intenso programma; un programma che guarda molto avanti, verso una nuova concezione delle politiche rivolte agli italiani e ai corregionali all'estero.Penso si possa dire che abbiamo fatto dall'inizio del 2007 a oggi un buon lavoro. Come sempre le cose si potevano e si possono fare meglio, ma date le condizioni economico finanziarie che si sono evidenziate dal 2007 a oggi, e soprattutto considerata la grave crisi politico che si è prodotta presso le Istituzioni italiane tutte, si può tranquillamente affermare che   sia stato espresso da tutti voi e da tutti noi il massimo delle energie per dare compimento alle indicazioni della legge, anche immaginando come faremo in questi giorni, nuovi scenari e suggestioni per l'insieme delle persone che hanno a cuore questo tipo   di interventi  e per quel legislatore che saprà coglierle.

Sarà l’assemblea legislativa regionale a decidere se questa legge è ancora valida, come nella sua massima parte io penso  che  sia,   o sia  necessario cambiarla. A questo  proposito mi preme solo dire che la  nostra legge istitutiva  è stata   osservata con interesse  e anche copiata , in tutto o in parte,  da moltissime  Regioni, e che ancora adesso   puo'  continuare a  dare ottimi risultati , se accompagnata  da piani   triennale e  da   piani annuali che di volta in volta sappiano cogliere gli aspetti attuali,  aggiornando gli obiettivi a seconda delle contingenze storiche e sociali. In  carpetta troverete una sintesi a larghissime tracce ,  di quanto è stato realizzato nell'ultima legislatura e complessivamente durante  i due mandati di Presidenza a me affidati. Sono solo brevi  cenni,   più spesso numeri, senza alcun commento.  Si tratta   delle aree di lavoro più ampie e di  maggior peso finanziario, mentre , come potete immaginare non vi è tutto il lavoro anche minuto di scambi e relazioni  e  cura delle stesse ,  e partecipazioni alle miriadi di iniziative locali, nazionali e associative nel mondo.

Ma in questa sede mi limiterò  a svolgere due argomenti: alcuni commenti  di ordine politico istituzionale anche questa in grande sintesi, su quanto realizzato fino a qui e, tenendo fede all'impegno preso durante la precedente riunione della Consulta, desidero fornire un contributo  nel merito al legislatore   per il lavoro che da più anni annuncia di voler svolgere. In particolare subito mi interessa mettere in luce l'attualità' e l’importanza per un a Regione,  di mantenere un rapporto con gli emiliano romagnoli nel mondo e piu' complessivamente  con gli italiani residenti all'estero. Prima però, desidero ricordare la perdita di tre nostri autorevoli e appassionati ambasciatori degli emiliano romagnoli nel mondo: Antonio Parenti, Achille Mauro Marmiroli e Carlos Lazzarini e di Marcia Bordin  cara amica che con noi ha lungamente collaborato. E anche per onorare questi nostri cari, carissimi amici che è assolutamente necessario spiegare perché vi è ancora la necessità di proseguire  -  innovandole, integrandole  -  ma proseguire, le politiche rivolte ai corregionali residenti all'estero.

Basterebbero solamente i numeri relativi agli italiani all'estero che abbiamo mille volte citato che mai,  e mai, con pochissime eccezioni, la stampa riporta! Si stima  infatti che siano circa 80 milioni gli italiani nativi o oriundi discendenti; di questi  4.341.156 iscritti  all'AIRE   di cui l'84,5% ha diritto di voto; 147.345 iscritti all'AIRE dell'Emilia Romagna, dei quali l'82,2% può votare. Più  di 500 i parlamentari di origine italiana che mantengono nel loro lavoro la caratterizzazione e la riconoscibilità delle radici  italiane.   Esempio luminoso quello della  signora Nancy Pelosi, che  volle  festeggiare  la sua nomina a portavoce del  Congresso   degli Stati Uniti presso  l'Ambasciata italiana a Washington. A questi dati vanno aggiunte le quasi 3500 associazioni regionali all'estero, vere e censite da ogni Regione attraverso albi o elenchi regolati da precise norme. Una vera e propria rete, formidabile e pronta e persino desiderosa di essere utilizzata. Rete alla quale possiamo aggiungere  il crescente numero delle  imprese dei nostri residenti all'estero sommate al crescente numero delle  aziende  italiane che hanno  aperto nuove fuori Italia. E' importante  anche considerare  l'interesse   crescente verso  il nostro  Paese; ed anche   l'interesse per lo studio della nostra lingua   che risulta in crescita  sia   da parte degli italofoni, che hanno avuto e hanno nella propria famiglia persone che parlano italiano,  sia da   parte dei cosiddetti  italofili che  attraverso lo studio della lingua italiana, desiderano conoscere  maggiormente  la cultura del nostro paese o  sentirsi piu' vicini al modo di vivere e allo stile del  nostro Paese, alle  eccellenze del nostro paese : arte,bellezze monumentali e naturali, cibo, moda ,  motori  (specialmente a quelli emiliano romagnoli!).

Basterebbero   solo questi dati,  e la rete che ad essi sottende - seconda solo a quella dei cinesi  - per capire che “abbiamo”,  l'Italia ha  uno strumento straordinario  di promozione di se stessa. Invece così non è;  ancora molto poco  vi è questa consapevolezza. Anche se qualche nuovo segnale va considerato: nel documento del Governo  "destinazione Italia" , si è citata la presenza degli italiani residenti nel mondo  come risorsa importante per la promozione del Paese all'estero; abbiamo un sottosegretario agli Affari Esteri , Mario Giro,  di cui abbiamo avuto dimostrazione di attenzione e serietà, fortemente motivato nella direzione che indicavo;grazie al lavoro fatto dai presidenti dei Comitati per gli italiani all'estero della Camera e del Senato,  l'on. Fabio Porta e il  sen. Claudio Micheloni, nei gruppi parlamentari vi è una maggiore consapevolezza di questa Italia fuori dall'Italia;non da ultimo vorrei dare merito al lavoro del coordinamento delle Consulte regionali, che in pochi anni è divenuto un interlocutore nazionale riconosciuto.Ma certo, il lavoro per raggiungere il pieno riconoscimento di questa componente sociale del nostro Paese, è ancora lungo.

Cari Consultori,  Mi avvio verso  la conclusione della mia esperienza che terminerà  al rinnovo delle nomine, o allo scadere naturale della legislatura , oppure ancor prima se  il  legislatore dovesse adottare un progetto di legge quale quello che trovate in carpetta, che auspica “sic et simpliciter” la chiusura della Consulta. Alla fine di questo prezioso, suggestivo e entusiasmante percorso, vorrei esplicitamente dire che in questa Regione vi sono sensibilità e consapevolezze  sulle politiche rivolte ai corregionali all'estero,  molto diverse nei  diversi settori della amministrazione.

Purtroppo esistono  sia rappresentanti politici che  funzionari  e dirigenti  che, senza che si sia assunta nessuna decisione  istituzionale a riguardo, e conoscendo assai poco la materia, considerano le associazioni ed i rappresentanti degli emiliano romagnoli all'estero esse stesse  delle valigie  di cartone: polverose ,  superate  , anacronistiche , nostalgiche, quando invece, prima di tutto voi, le vostre imprese , le vostre associazioni , le   vostre  competenze  professionali e   il vostro stesso modo di essere ,  sono   lì   a testimoniare   che siete delle risorse vere in grado di moltiplicare e  aumentare di valore e senso  l'immagine della nostra regione all'estero. E in tanti casi l'avete già fatto.

Ci sono   persino - per fortuna una minoranza - funzionari  dei nostri   assessorati che sostengono che quando vanno all'estero a fare promozione dei nostri prodotti non si raccordano  volutamente   con le comunità dei nostri corregionali o di altre regioni perchè  sostengono  che proprio  gli  italiani   all'estero sarebbero i primi a  non   gradire l'arrivo dei prodotti  di origine controllata  italiani, promuovendone addirittura  di taroccati. Non mi è mai successo in tutta la mia esperienza all'estero da presidente o ancor prima da consigliera regionale, di incontrare  italiani  di questa fattispecie. E se mai vi fossero, rappresentano una esigua minoranza.

Viceversa in molte occasioni ,  per  non dire sempre, ho sempre trovato persone che ci hanno richiesto di avere i nostri prodotti, che ci hanno chiesto di ricercare o promuovere  importatori locali. e quando nei miei primi anni di presidenza , e  durante le  precedenti  presidenze , siamo riusciti a portare all'estero produttori e prodotti locali, cuochi esperti di cucina territoriale o laboratori  di prodotti gastronomici  regionali, il successo è stato enorme , con grandi ricadute economiche e opportunità di commercializzazione. E quando mi sono trovata di fronte a alimenti di tradizione emiliano romagnola ma prodotti all'estero, tra tutti vorrei ricordare l'aceto balsamico prodotto a San Juan in Argentina dalla nostra amatissima Francesca Arletti,  la località di produzione era ben riportata e specificata sull'etichetta, ben lontani quindi da ogni tipo di contraffazione.

Voglio in questa sede affermare che  se  invece,  si fossero utilizzati di più i nostri emiliano romagnoli all'estero,  e i nostri  giovani  ambasciatori del gusto, forse adesso, per  fare solo un  esempio, i brasiliani berrebbero un buon lambrusco originale, vero, e non quelle   orribili bevande  bianche e dolciastre, contrabbandate  come Lambrusco, che si trovano   nelle  loro  enoteche   prodotti, da quanto ho visto in Piemonte e in Emilia Romagna. Vi sono ancora molte persone che pure in buona fede ,  non capiscono o non riescono a comprendere,  che  le relazioni internazionali tenute dalle Consulte, costituiscono  una risorsa straordinaria , in grado di dare lustro alle   Regioni, e che  tanto più in   tempi di crisi  , possono rivelarsi molto utili.  Ma queste relazioni vanno alimentate, organizzate e fatte crescere e questo non può che essere il compito delle Consulte.

La  nostra regione ebbe la felice intuizione , 40 anni fa e non 8 anni fa con il mio arrivo,  di dare vita alla Consulta dell'emigrazione, un  intuizione straordinaria se non altro per tenere un collegamento con le comunità di emigrazione, e al contempo rendere merito alle persone  che hanno aiutato l' Emilia  Romagna a diventare la regione che è. Molti di voi mi  hanno  sentito dire questa cosa mille volte,  e   la ripeterò fino a quando svolgerò questo lavoro.  Alcune zone in particolare non avrebbero potuto avere la crescita   che hanno   registrato,  e sarebbero  depresse economicamente  e  socialmente, se non avessero ricevuto   il contributo delle rimesse; in certe parti    appenniniche, tantissime famiglie sono letteralmente sopravvissute grazie ai loro cari che  hanno “alleggerito” la famiglia stessa della loro presenza, e grazie a queste persone che, seppure  sradicate dai loro territori,  e andando  per il mondo a fare lavori duri,   con episodi  drammatici e spesso non straordinariamente remunerati, sono riusciti dal poco  guadagnato  a rinviare a casa qualcosa. Risorse che  sommate  ai sacrifici di quanti sono rimasti a casa, hanno  consentito a molti prima di sopravvivere e poi anche di evolvere la propria condizione.

In generale il dato  delle rimesse ,  della ricchezza prodotta all'estero,  dei  conti correnti   nelle banche locali, dei contributi che queste banche locali elargiscono alle nostre associazioni, (facendoli piovere dal cielo quando  dovrebbero invece essere grati visto che " incassano molti soldini  " dai nostri   emigrati,)   ebbene tutte queste tematiche sono oggetto di una ricerca frutti della  collaborazione tra noi,  (perché l'idea parte dalla nostra Regione, il coordinamento delle  Consulte regionali e della Fondazione Migrantes, con un lavoro che il dott. Maurizio Grassi,  sta compiendo lodevolmente e con grande competenza, e lo ringrazio  sentitamente:  Gli esiti saranno resi noti verso la fine dell'anno. Emergeranno dati interessantissimi che dimostreranno una volta per   tutte  che non solo la forza degli italiani nel mondo costituisce una rete potenziale per il rilancio economico, ma che è già un entrata massiccia per il nostro paese . Un  contributo  economico che viene sottaciuto. e  cercheremo anche di  capirne  il  perché.

Ecco le ragioni che devono portare il legislatore a far vivere la Consulta: il dovere di memoria ,  l' attualissimo interesse economico,  l' esistenza di una rete che puo' servire per la promozione.  Non è un caso che a noi si rivalgono sempre più aziende,  certo non le grandi  imprese, e si rivolgono direttamente ai nostri Consultori o presidenti che sono a loro volta essi stessi imprenditori o presidenti di camere di commercio all'estero, e quindi hanno tutto l'interesse a  creare questa relazione,  e lo fanno costantemente, stabilmente, senza bisogno di tanti riconoscimenti. Uno per tutti Ernesto Tagliani. Presidente dell'associazione degli imprenditori emiliano romagnoli in Argentina, che svolge un infaticabile lavoro di messa in comunicazione tra imprese regionali e argentine, accompagnando presso le nostre fiere delegazioni di imprenditori e costruendo accordi tra imprese ed enti locali, per alimentare lo sviluppo locale argentino attraverso le nostre conoscenze ed eccellenze. A te, Ernesto, la nostra gratitudine.

E a proposito di dati sulla presenza di imprese all'estero, segnalo al nostro rappresentante in Consulta di Unioncamere la profonda  inadeguatezza del nostro sistema camerale  regionale, nel censire e tenere aggiornato un data base sulle imprese italiane all'estero, con tutta l'articolazione che la questione meriterebbe: imprese che si sono trasferite  o che hanno aperto sedi in altri Paesi,   e  imprese nate da nostri residenti all'estero. Abbiamo già chiesto a tutte le Camere della Regione degli appuntamenti; insisteremo.

Infine vi è un argomento che da solo  che dovrebbe  indurre un ripensamento a chi pensa all'inutilità di questo  nostro   lavoro. Ed è quello che riguarda la nuova emigrazione. Domani non a caso ,  ne parleremo in un seminario specifico con i miei colleghi di altre  Regioni ed esperti della materia. Centomila sono le persone che sono espatriate negli ultimi 5 anni. Costituiscono  una nuova emigrazione, chiamiamola nuova mobilità, frutto della globalizzazione, della comunicazione che viaggia alla stessa dimensione del pianeta,  frutto della generazione erasmus  che  è  diventata in un lampo  cittadina dell'Europa e del  mondo, ma non solo  di questo. Il flusso è composito :  ancora una volta vi sono persone  con titoli di studio ragguardevoli che cercano occupazioni adeguate  e dignitose,  vi  sono anche persone  che vanno alla ricerca di una speranza nuova che qui non trovano ; vi sono persone  che cercano un lavoro  " pur che sia "  e che a  volte , arrivano in paesi di cui non conoscono neppure la lingua;  il caso della  Germania è emblematico.

Penso che vi sia senso ad utilizzare la risorsa costituita dagli italiani nel mondo per  riuscire a “tenerseli stretti” questi ragazzi, queste persone: sono a loro volta una risorsa preziosa per il nostro paese. Dobbiamo fargli sentire che l'Italia c'è. E c'è  nel dagli informazioni, supporti, collegamenti  anche se ci lasciano...speriamo solo momentaneamente. E' forse sbagliato   dire loro che un pezzo del loro paese ,  della loro Regione di origine  vuole tenere con loro un legame ? Penso che  nonostante il mondo sia diventato piu'...piccolo e facile da girare, potrebbero trovarsi in difficoltà e magari non sempre e non ovunque   i  Consolati ci sono,  mentre  "noi  "  possiamo e vogliamo esserci. Gli italiani all'estero ci  possono essere.,  Teniamoceli stretti   queste persone che oggi se ne vanno, perché se vorranno un giorno,  possano tornare, avendo più fiducia in questa Italia diffusa, qui e fuori dai confini italiani.   Costruiamo l'idea di un Italia che non taglia i ponti ,  e che rimane loro vicino. Non  possiamo affidare questa nuova ondata migratoria solo ai Consolati,  che sono   ottimi servizi , magari non   ovunque  alla stessa maniera :  " noi  " non abbiamo orari, noi siamo persone, non uffici;  volontariato, non uffici. possiamo avere un ruolo  di maggiore vicinanza.

Sbagliano coloro che pensano che la nuova mobilità  sia costituita solo da persone che con   tablet ,  smarthphone  e  visa o mastercard,  anche poco rifornite,  non  abbiano mai problemi e non trovino ostacoli. Siamo persone con le nostre fragilità e inconvenienti, grazie al cielo, non mutanti  o replicanti . E possiamo avere bisogno di sostegno e aiuto soprattutto all'estero. Lo dirò meglio domani, penso sia necessario impegnarsi  affinché si costituisca una rete  vera tra associazioni  regionali all'estero, patronati ,  istituzioni italiane   all'estero ,   in modo tale da poter creare , in  luoghi diversi  nel  mondo, a seconda della diversa forza di  ognuno, sportelli  e  attività  di  servizio  che siano un presidio di accoglienza e facilitazione per le nuove mobilità.

Tutte queste ragioni  mi  fanno  ritenere, detta  con grande franchezza , quelli che considerano la presenza degli italiani all'estero solo una roba nostalgica ,degli schiocchi perché dicono sciocchezze .Abbiamo offerto modo e maniera di riflettere  , proprio qui in Consulta. Chi non l'ha voluto fare, si assumerà le proprie responsabilità.   Penso che si debba organizzare il lavoro della Regione ed io mi spingo a dire delle regioni, in questa direzione. La Consulta   è un elemento di partecipazione essenziale  affinché  questo lavoro venga svolto in modo democratico ,  coinvolgente ,  partecipato e non come fosse svolto da una agenzia  privata.

Quindi, a parer mio,  delle due l’una: o  si tengono due riunioni all'anno della attuale tipologia di Consulta ,  oppure si potrebbe tenere una conferenza dei presidenti tre volte ogni due anni e contestualmente  si potrebbe costituire un esecutivo piu' largo dell’attuale che si  possa riunire 2 o 3 volte all'anno. Ma il  confronto in Consulta è indispensabile. Negli anni in cui avevamo maggiore certezza di dare seguito agli impegni presi, cosa che successivamente per ragioni finanziarie e  soprattutto per la enorme complicazione burocratica nel fare anche le cose minute, questo confronto è sempre stato foriero di proposte di qualità e di reciproca conoscenza, bidirezionale .Il lavoro partecipato ha impresso un’ accelerazione nel lavoro delle associazioni, così come le missioni all'estero. L’importante è organizzarle assieme, organizzarle e realizzarle bene, , così come abbiamo teso a fare con le diverse “giornate dell’Emilia Romagna nel mondo”. Questa modalità e persino il nome scaturirono  dalla Conferenza dei giovani di Buenos Aires. Le missioni non sono vacanze istituzionali  e se organizzate assieme alle nostre associazioni, in sinergia con le istituzioni italiane all'estero, coinvolgendo quindi Ambasciate, Consolati, Parlamentari eletti all'estero, Componenti del CGIE, Comites, sono uno straordinario modo di promuovere le nostre eccellenze regionali e anche gemellaggi e patti di fratellanza  tra Comuni.

Abbiamo ottenuto risultati splendidi. Negli ultimi anni il flusso delle missioni così come programmate durante le prime riunioni della Consulta, è diminuito, tanto da interrompersi addirittura lo scorso anno. Molte associazioni sono cresciute sino a diventare esse stesse organizzatrici di eventi provenienti dall'Italia , ma molte altre alle iniziative interne  pur eccellenti, stimabili e molto significative , non hanno più avuto quella spinta in più che erano riuscite ad avere  in occasione di missioni della  Consulta o di invio di mostre o laboratori. Penso che compatibilmente con le risorse sempre più limitate, sia necessario riprendere ad organizzare missioni, ma pensate e organizzate attraverso un tavolo interassessorile veramente coordinato. Per essere tale è necessario che abbia una responsabilità politica istituzionale con un  reale potere di coordinamento, e che si imponga come tale.  In questa direzione mi sento di ribadire una  proposta:  che nella prossima legislatura vi sia un sottosegretario presso la presidenza con  delega agli affari internazionali, con il potere di coordinamento che indicavo prima.

Necessario per evitare la competitività interna, lo scollegamento tra settori diversi, addirittura all'interno di stessi assessorati e per evitare figuracce all’estero.   si quindi uniscano le forze e le proposte quando si organizzano missioni all'estero. Siamo una risorsa: e dicevo , lo dimostra per la richiesta di aiuto che imprese ci chiedo per commercializzare i propri prodotti all'estero. Naturalmente non parlo delle grandi imprese regionali, ma penso soprattutto alle piccole e medie imprese che hanno  prodotti di qualità e che cercano una possibilità di mercato fuori dall’Italia, o che hanno magari già i prodotti sui banchi dei supermercati, e che vorrebbero aumentare le proprie possibilità di penetrazione. E vorrebbero organizzare con noi degli eventi anche per promuoversi, anche presso le comunità regionali italiane, perché sanno che questo costituisce un vero potenziale. Questo filone di intervento, lo torno a dire, è molto interessante: lo abbiamo agito e lo agiremo anche nelle prossime due missioni programmate per il 2014. Pero’ per potere organizzarsi insieme al privato, dobbiamo avere certezza di azione e certezza dei  tempi. Occorre avere una certezza dell'organizzazione e non essere soggetti alle burrasche della cronaca politica come è successo per la missione in Sudafrica qualche anno or sono.

Bisogna riuscire ad avere una modalità di lavoro che non venga minacciata di chiusura ogni 6 mesi.Che questa nostra rete funzioni e sia importante se nè è resa conto anche la società che gestisce EXPO 2015. La nostra Consulta e il coordinamento nazionale delle Consulte regionali dei corregionali all'estero, siamo stati cercati proprio per promuovere l'Esposizione Universale all'estero presso le nostre associazioni nel mondo. I responsabili  di EXPO 2015 hanno partecipato alla  riunione del nostro coordinamento nazionale, che si è tenuto qui a bologna, nuovamente abbiamo incontrato negli scorsi giorni le dirigenti di EXPO ed Explora per concordare assieme le iniziative all'estero di promozione presso le nostre associazioni. Come avrete potuto vedere nel programma, domani stesso terremo un approfondimento con la dott.ssa Tracchi. Ebbene, fa veramente specie che i massimi dirigenti di EXPO ci abbiano coinvolto mentre la nostra regione abbia costituito quattro  gruppi di lavoro dei  quali la Consulta non fa parte , non dico la sua presidente, che è uno strano “ibrido” tra politica ed amministrazione,  ma almeno un funzionario. Ci auguriamo che si possa rimediare presto. Ora la parola è al legislatore. Da tre anni ci annunciano riforme o repentini tagli di uffici e presidenza . In compenso abbiamo atteso un anno quasi ,di vedere approvato il piano triennale, il che ha  comportato, lo slittamento di ogni attività per molti mesi e la cancellazione di ogni missione all'estero. Ora il dibattito di riforma è rientrato nella sua sede naturale: la quarta commissione consiliare, la cui presidente Donini ringrazio formalmente  per la costante attenzione alla nostra Consulta. Sin dall'anno scorso siamo stati invitati a convocare questa riunione affinché essa potesse divenire la sede di un’udienza conoscitiva per il lavoro dei Consiglieri . Ecco: siamo qui. Nella carpetta avete il testo di legge base sul quale si dovrà avviare la discussione; siete invitati a dare il vostro parere, , naturalmente non prima di avere ascoltato i Consiglieri invitati. Li aspettiamo!

Sono stata e rimango una inguaribile ottimista. Come vedete abbiamo lavorato in condizioni molto difficili soprattutto gli ultimi tre anni e non smetterò di farlo fino a che mi verrà chiesto di farlo. Ottimista ma non sciocca e quindi non posso tacere le cose che trovo insopportabili. E l’arroganza di certe affermazioni sui Consultori sono state pretestuose e in certi casi non vere. Se avessero accettato il confronto, ne avremmo giovato tutti. I punti di forza e di crescita di questo mandato durato poco meno di due legislature sono stati senz'altro l’aver aumentato la formazione, la ricerca di ogni possibilità di formazione e soprattutto l'attenzione verso i giovani discendenti emiliano romagnoli per aumentarne il protagonismo, il loro inserimento nelle direzioni delle associazioni, e per promuoverli come ambasciatori regionali nel mondo. E oltre alla parola “ambasciatori”, vorrei utilizzare la parola “antenne”. Anche i corsi di formazione e ospitalità che abbiamo organizzato in questi anni, non hanno avuto solo lo scopo di fare conoscere il nostro territorio ma soprattutto sono stati indirizzati a creare delle antenne promotrici del turismo, della cultura e delle Istituzioni culturali della nostra regione. Quindi, per non solo conoscitori ma anche promotori. Desideriamo che i nostri giovani diventino presidenti delle associazioni e sappiano come muoversi nel mondo istituzionale e associativo qui in regione, oltre che nei propri paesi. Desideriamo che acquisiscano il senso di responsabilità nel condurre un’associazione e di rappresentare la propria regione all'estero.

Ho molto investito su questi obiettivi: attenzione ai nostri giovani e mantenimento della memoria dei fenomeni storici dell'emigrazione con una particolare attenzione all'emigrazione femminile. Mi auguro che chi verrà dopo di noi possa ulteriormente accrescere questo lavoro dall’immenso contributo che voi, tutti i collaboratori e le collaboratrici della Consulta e tutti i nostri presidenti hanno realizzato in questi anni, generosamente, volontariamente, con spirito di abnegazione e sempre con uno straordinario orgoglio nazionale e regionale.