Corso di cucina emiliano-romagnola in Romania

Si svolge presso l’Università di Campulung Muscel e riguarda i giovani delle associazioni del Paese, che sperano in un lavoro in Riviera
Corso di cucina emiliano-romagnola in Romania

Un momento del corso

Dal 2 al 27 giugno presso il ristorante Belvedere di Campulung Muscel in Romania, si svolge un corso di cucina emiliano-romagnola, cofinanziato dalla Consulta degli Emiliano-Romagnoli nel Mondo, all'interno del programma "Radici ER - Per non sentirci più stranieri nella nostra terra di origine".

« Il programma è indirizzato ai giovani provenienti dalle associazioni emiliano-romagnole presenti in Romania ed ha come obiettivo una formazione in ambito culinario, con allievi che frequentano scuole di cucina », spiega Iulian Zanvetor, presidente dell’associazione di Campulung Muscel. « L’acquisizione di competenze nella pratica culinaria emiliano-romagnola – spiega ancora Zanvetor – prevede diverse  ore di insegnamento in aula, presso l’Universita di Campulung Muscel, sulle particolarità della gastronomia regionale.  I corsisti apprendono ad esempio che la distribuzione dei prodotti in Emilia-Romagna non è casuale ma segue perfettamente le caratteristiche geografiche della regione, segnata dai confini naturali dell'Appennino a sud e ad ovest, del Po a nord e del mare Adriatico ad est. Conoscono  la differenza nei processi di panificazione tradizionale fra l'Emilia e la Romagna perche le due zone, pur conservando l'elemento unificatore etrusco ed italico del grano, lo interpretano in due modi diversi: la piadina, tanto simile ai pani mediorientali, nelle aree "bizantine" romagnole, e crescentine e gnocchi fritti in quelle "longobarde" emiliane ».

L’Emilia Romagna è custode di tradizioni enogastronomiche uniche ed inimitabili, frutto dell’unione tra le caratteristiche del territorio di origine e il sapere tramandato di generazione in generazione. La regionevanta attualmente il primato tra le regioni italiane per numero di prodotti riconosciuti con la qualifica di DOP e IGP. In totale sono 33 i prodotti dell’Emilia-Romagna già in possesso della certificazione europea, 18 DOP e 15 IGP. La produzione DOP e IGP ottiene ottimi risultati anche sul versante dell’esportazione: tra i primi 20 prodotti italiani esportati ai primi tre posti troviamo Grana Padano, Prosciutto di Parma e Parmigiano reggiano; a questi si aggiungono la Mortadella di Bologna, l’Aceto Balsamico di Modena e il Provolone Valpadana.

« Grazie ai corsi di cucina – conclude Zanvetor -, i ragazzi potranno imparare i trucchi per lasciare a bocca aperta tutti i commensali. Si diletteranno nella preparazione dei piatti della tradizione emiliano-romagnola che potranno anche degustare alla fine del corso per valutare la loro bravura. E infine, è quasi certo che la maggioranza dei corsisti saranno assunti come personale alberghiero presso varie strutture turistiche presenti specialmente sulla riviera romagnola, dove loro andranno di sicuro, ma non come stranieri nella loro terra di origine ».