Contributo cittadinanza: i Comites d'Argentina non ci stanno

Scrivono al Presidente Napolitano contro la tassa di 300 euro richiesta dal Governo per il disbrigo delle pratiche burocratiche
Contributo cittadinanza: i Comites d'Argentina non ci stanno

Buenos Aires, San Telmo

Sono entrati in vigore l'8 luglio, il nuovo costo del passaporto e il contributo per le pratiche di cittadinanza.Il passaporto costerà 116 euro, corrispondenti al costo del libretto – pari a 42,50 euro – e al pagamento di un unico contributo amministrativo di 73,50 euro, dovuto solo al rilascio del passaporto e valido per l’intera durata dello stesso. Non sarà più in vigore invece la tassa annuale.

Sempre dall'8 luglio domani, i maggiorenni dovranno pagare un contributo di 300 euro per le pratiche di riconoscimento della cittadinanza. "Una tassa che discrimina". Questo il lapidario giudizio dei Comites d’Argentina sul contributo di 300 euro per le pratiche di cittadinanza. Da subito contrari alla proposta del senatore Tonini, accettata dal Governo, i Comites hanno inviato una lettera al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per chiedergli di intervenire e di eliminare la tassa. La lettera è firmata da sette Presidenti di altrettanti comitati: Graciela Laino (Buenos Aires), Rodolfo Borghese (Cordoba), Bruno Pegorin (Mendoza), Erugelio Carloni (Rosario), Santa vassallo (Lome as de Zamora), Guillermo Rucci (La Plata) e Raffaele Vitiello (Mar del Plata).

“Ricorriamo a Lei, consapevoli del Suo impegno di attento custode delle Garanzie Costituzionali dei diritti sanciti dalla nostra Carta Costituzionale, e del patrimonio di Valori Civili dell’Umanesimo Universale, che nella sua carriera ha messo sempre in campo”, scrivono i Presidenti dei Comites. Citato il decreto che introduce il contributo di 300 euro, commentano: “ora la cittadinanza italiana potrà essere richiesta – “acquistata” -, non più da chi ne ha diritto, ma da chi se la potrà permettere, dato che, almeno in Argentina (paese “campione”, individuato dal Senatore Tonini) 300 euro sono l’equivalente della metà di uno stipendio minimo”.
“Questa ulteriore tassa di 300 euro, posta come requisito all’accesso al riconoscimento del diritto alla cittadinanza italiana – ricordano – si aggiungerà all’attuale costo delle traduzioni e legalizzazioni degli atti da presentare a corredo della pratica, che, per le nostre svalutate monete sudamericane, sono già di per sé significativi e per molti degli “aventi diritto” definitivamente escludente”.