Tra le croci bianche di Zonderwater

Da "La Gazzetta del Sudafrica" il resoconto delle celebrazioni nei cimiteri di guerra sudafricani in ricordo dei caduti e prigionieri italiani
Tra le croci bianche di Zonderwater

Un bimbo gioca tra le croci bianche del cimitero di Zonderwater

"Da Pietermaritzburg a Worcester, da Città del Capo a Zonderwater. Le celebrazioni di ieri nel cimitero di guerra e sacrario italiano di Zonderwater e al Club Italiano di Città del Capo - dopo quelle di apertura nel recinto della Chiesetta dei Prigionieri a Pietermaritzburg e nel piccolo cimitero vandalizzato di Worcester - hanno concluso il ciclo delle manifestazioni con cui la nostra comunità ogni anno si riallaccia alle proprie radici nel ricordo dei soldati che sacrificarono la loro vita per amor di Patria. Un amore che si trasmette di padri in figli e che non diminuisce nelle nuove generazioni, anche quando le vicende della vita portano, come ha detto ieri il Warrant Officer Giuseppe Ricci, ad avere "un cuore per due bandiere", che tuttavia sventolano affiancate nel vento di pace che soffia dalla vecchia patria alla nuova". Così scrive Ciro Migliore sulla "Gazzetta del Sud Africa, portale che dirige a Cape Town.
"Tra le foto che ci ha fatto avere l'amico e collaboratore Girolamo Florio da Zonderwater e che ricostruiscono per i nostri lettori i momenti salienti di quella cerimonia, abbiamo scelto a simbolo di questa giornata quella di un bambino che corre spensierato con il suo giocattolo fra le croci bianche del camposanto. Un'immagine simbolo della vita che trionfa sulla morte, del succedersi delle generazioni, del rinascere degli ideali e delle speranze. E' il nostro augurio agli italiani del Sud Africa.

A Zonderwater fiori e paracadutisti con le bandiere

La cerimonia nel cimitero e sacrario di Zonderwater ha seguito un percorso collaudato da anni. Apertura dei cancelli, arrivo delle autorità civili e militari italiane e sudafricane, passaggio di uno squadrone aereo a bassa quota con lancio di fiori e di paracadutisti con le bandiere dei due paesi, poi l'alza bandiera e l'esecuzione degli inni nazionali da parte della Corale Valli Alpine e del Coro Giuseppe Verdi.
L'ambasciatore d'Italia Vincenzo Schioppa per primo ha deposto una corona di fiori ai piedi delle tre croci dietro l'altare, seguito dal rappresentante del Governo del Sud Africa, dal console generale d'Italia a Johannesburg Gabriele Di Muzio, dal rappresentante del dipartimento delle prigioni, dal rappresentante militare italiano, dal presidente dell'Associazione Zonderwater Block Emilio Coccia, dal rappresentante della sezione di Milano della stessa associazione e quindi dai rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d'arma italiane e sudafricane e del Comites. Sono quindi seguiti i discorsi di Emilio Coccia, del rappresentante del governo del Sud Africa e dell'ambasciatore Schioppa, il quale ha poi fatto dono all'Associazione Zonderwater Block della bandiera italiana per cui i prigionieri di Zonderwater avevano combattuto e sacrificato la propria gioventù, fino a morire in terra straniera fra i reticolati. Infine la messa cantata dalle due corali ha messo il sigillo alla commemorazione.

Al Club Italiano del Capo la funzione in ricordo dei caduti in prigionia e di tutti i defunti

Nel giorno in cui la chiesa cattolica del Sud Africa festeggia tutti i santi, la comunità italiana ha onorato con una solenne funzione al Club Italiano del Capo i caduti in prigionia che riposano nel cimitero di Worcester e tutti i defunti delle famiglie presenti, ovunque sepolti. Presente il console d'Italia Edoardo Vitali, hanno fatto gli onori di casa la presidentessa Chrystal Grauso e il vice presidente Raffaele Panebianco, mentre il ruolo di regista è ricaduto sulle capaci spalle del Warrant Officer dell'esercito sudafricano Giuseppe Ricci, che si è appropriatamente definito portatore di "un cuore per due bandiere". Il Comites era rappresentato dal vice presidente Alberto Talotti.
Il cappellano padre Giovanni Mereghetti, assistito da un seminarista indonesiano e supportato a distanza da un gruppo di altri seminaristi del cammino neucatecumenicale, ha celebrato la messa e benedetto la lapide apposta sul muro della rimembranza davanti all'ingresso del club a ricordo dei trentasei prigionieri di guerra che riposano nel cimitero di Worcester.Il gruppo del Military Heritage, come ieri a Worcester, ha reso gli onori militari e sparato alcune salve di fucilate in segno di rispetto e fratellanza verso i caduti italiani. Marisa e Uliano Marchiò, sempre generosamente pronti a rispondere alle chiamate di servizio della comunità, con il prezioso supporto del tecnico del suono Ciro Ferrone, hanno provveduto ai canti e alle musiche, dal Silenzio all'alzabandiera, agli inni nazionali e ai canti religiosi. I coniugi Aurelia e Giovanni Borsero si sono prestati come ogni domenica alle letture liturgiche e Giuseppe Ricci ha letto la Preghiera per i Caduti. Corone di fiori sono state deposte ai piedi del muro della rimembranza dal console Vitali, dai rappresentanti delle organizzazioni militari e dagli esponenti delle associazioni comunitarie, largamente rappresentate da una folla numerosa e molto partecipe. Affidiamo alle immagini il racconto della celebrazione.
Particolarmente applaudito il discorso del console Vitali, il quale ha promesso che, qualsiasi sia la sorte del cimitero di guerra italiano nel cimitero comunale di Worcester, la sua attenzione e il suo impegno personali e quelli dei suoi successori nel conservare la memoria dei prigionieri qui sepolti non verranno mai meno, perché, ha detto, "si devono anche a loro il prestigio e la considerazione di cui gli italiani godono oggi in questo paese". Lo aveva preceduto il vice presidente Raffaele Panebianco nell'assicurare la collaborazione del Club Italiano a sostegno delle iniziative future destinate a conservare e tramandare la memoria dei caduti. A nome del gruppo Military Heritage, Anton Hart ha voluto spiegare quanto sia importante dimenticare le inimicizie del passato e costruire ponti fra le nazioni nel ricordo di coloro che fecero eroicamente sacrificio della gioventù e della vita per amor di patria. Il giorno prima a Worcester aveva raccontato come durante la guerra egli fosse stato "adottato" da quattro prigionieri di guerra italiani che lavorarono nell'azienda agricola della sua famiglia e come il loro ricordo e l'affetto verso di loro siano rimasti sempre vivi nella sua memoria e nel suo cuore nonostante siano trascorsi settant'anni. Storie come la sua sono comuni in tutto il paese".