Assemblea plenaria Cgie: i consiglieri incalzano il governo
Già lunedì scorso alla Camera, i consiglieri del Cgie non avevano risparmiato le loro critiche al Ministero degli Esteri. Oggi, primo giorno di assemblea plenaria, le hanno ribadite alla Farnesina, contestando sia la relazione del viceministro Bruno Archi sia il modo di procedere dell’Amministrazione, rappresentata dal Direttore generale per le politiche migratorie Cristina Ravaglia.
Tra gli interventi dei parlamentari e l’inaugurazione della mostra "Partono i bastimenti" allestita nella Sala dei Mosaici, i consiglieri hanno dato vita a un serrato dibattito e dato il benvenuto ai loro due nuovi colleghi: Mario Zoratto (Ctim), fratello del compianto Bruno Zoratto, e Rodolfo Ricci (Filef).
"Diceva Longanesi che la bandiera italiana ideale doveva essere il Tricolore con su scritto "tengo famiglia". Negli ultimi tempi mi sono convinto che sulla bandiera dovrebbero scriverci "purtroppo"". Così ha esordito Gian Luigi Ferretti (Italia), secondo cui nelle politiche migratorie alle parole non corrispondono mai i fatti. "In Parlamento – ha aggiunto – ci hanno detto chiarimento che la moda del momento è pensare ad una nostra rappresentanza solo nel Senato delle regioni. Al contrario di quello che ha fatto la Francia, che aveva solo rappresentanti al Senato e ora, copiando la nostra legge, ha fatto votare i francesi all’estero anche per i deputati". Insomma "c’è un calo di attenzione generale: siamo qui a discutere quasi senza governo: il viceministro Archi fa parte di una forza politica che ieri ha dichiarato che passerà all’opposizione. C’è una scarsa attenzione del Governo e di questo Ministero in particolare" che per Ferretti è pure "sordo". "Mentre si tagliano i servizi, non si utilizzano a dovere i patronati: ma perché non si fa questa benedetta convenzione? Sono già sul territorio, perché il Mae è così sordo?".Farnesina sorda anche per Augusto Sorriso (Usa): lo dimostrerebbe proprio la relazione di Archi che "non ha tenuto conto di quanto scritto da Carozza. Sono proprio due discorsi diversi: credo che il Mae non riesca a capire i nostri problemi. Sulla riorganizzazione della rete consolare – ha aggiunto Sorriso, che risiede a Newark, una delle sedi che chiuderà l’anno prossimo – Archi ci ha detto che il problema è stato dibattuto: ma con chi? All’interno del Mae? Con noi certo no. Quello che ci ha proposto il Vice Ministro è un "Libro dei sogni": perché a noi, a Newark, ci dicono che a New York, la nostra sede ricevente, andranno solo 3 contrattisti in un Consolato Generale che già sta scoppiando. E poi: il risparmio qual è? Neanche l’affitto, visto che il Governatore del New Jersey ha offerto i locali. E l’Internazionalizzazione? Da Lavazza a Finmeccanica a Bracco, ci sono centinaia di imprese italiane a Newark, città con il porto più importante della costa est. Queste cose con chi le avete discusse?".
Ancora più critico Tommaso Conte (Germania): "da quando sto al Cgie non c’è mai stata una relazione così vuota nei contenuti, una relazione che non ha dato risposta a nessuna delle questioni indicate dal segretario generale". Da Destinazione Italiana - "50 progetti in cui non c’è una parola che si rivolga alle comunità all’estero" – alle elezioni dei Comites - "appena un seggio in ogni consolato: vi sembra credibile?" – fino alle sedi consolari, per Conte il Ministero sbaglia la sostanza ma pure la forma."Alla fine del giugno scorso siamo venuti qui in plenaria, torniamo a casa e leggiamo delle 13 sedi da chiudere senza che nessuno ci chiedesse un parere. L’abbiamo letto sulla stampa: un modo sprezzante di trattare il Cgie", secondo Conte che oggi rischiava di ripetersi. Archi, infatti, ha tralasciato nella sua relazione le prossime chiusure, di cui è stato dato conto al Consiglio generale dopo che il senatore Zin ha reso noto lo schema che il Mae aveva mandato al Senato. "Lei – ha detto Conte al vice ministro - non dice in questa sala che da gennaio ci saranno altre chiusure? A che gioco giochiamo? Quantomeno prima si rispettavano forme e leggi. Come fate a dire che si preservano i servizi consolari? Con così poco personale?". E, infine, sui corsi di lingua: "la direzione competente fa i salti mortali, ma la realtà è che veniamo da due anni di riduzioni. Lo Stato ha risparmiato più di 13milioni dalla riduzione degli assegni di sede e niente – ha denunciato Conte - è stato riversato sul capitolo competente ai corsi".
Coordinatrice delle regioni, Silvia Bartolini ha sostenuto che "le elezioni dei Comites devono essere la priorità, per scongiurare il rischio di disarticolare la rappresentanza democratica". Se da ieri ci sono più risorse (2 milioni in più, in cui vanno ricomprese anche le elezioni per il rinnovo del Cgie - ndr) per Bartolini "c’è bisogno di un sistema misto: distribuire il pin nelle sedi consolari per votare online e verificare la possibilità di distribuirlo con una struttura mobile e istituire seggi dove non c’è altra soluzione,. Se queste elezioni saranno un flop per la partecipazione diventerà un problema per tutti e mi sembra di capire che qualcuno lo spera". Sulle sedi consolari, secondo Bartolini "c’è una confusione enorme. Non si può sostituire l’attenzione verso le comunità con quella verso le imprese! Se ci sono aree di sviluppo per il Paese non si può dimenticare la comunità residente da anni all’estero, che per altro continua a promuovere l’Italia. È un ragionamento anche poco innovativo, c’è bisogno di coraggio: diciamo da anni che certe ambasciate in Europa non servono più; con quali criteri si scelgono le sedi da chiudere? Dopo aver sentito il vice ministro Archi, temo molto che l’attenzione verso la nuova emigrazione, o la nuovissima degli ultimi mesi, divenisse alternativa a quella verso le comunità residenti". Infine, sulla rappresentanza, Bartolini ha ribadito il suo "simul stamut simul cadunt". Le Regioni, che stanno lavorando con un team di costituzionalisti dell’Università di Bologna, sono attivate alla conclusione che "sarebbe incostituzionale prevedere una presenza degli eletti all’estero solo in Senato: se si dà il diritto di partecipazione deve essere vero per entrambi i rami del Parlamento, anche se riformati. I Padri Costituenti quando hanno redatto la Costituzione non pensavano all’oggi ma al futuro; per riformare queste leggi, oggi, non si può pensare al risparmio!".
"Profondo disappunto" è stata la relazione di Michele Schiavone (Svizzera) alla relazione di Archi, una "fotocopia di argomenti già sentiti e di cifre sciorinate sempre alla fine dell’anno per dare l’idea che sono state recuperate con uno sforzo straordinario". La sua è una "delusione profonda" perché ha sentito "molte contraddizioni e una mancanza di prospettive, di iniziative politiche. Non solo viviamo un momento difficile, qui non ci viene indicata neanche la luce fuori dal tunnel. Da anni il Mae con decisionismo pratica le peggiori misure di ordine dirigistiche", ha proseguito Schiavone che ha definito uno "sperpero di denaro pubblico la proposta di inviare nuovi funzionari nelle Ambasciate per favorire il commercio estero, quando già ci sono le Camere di Commercio". E infine: "dal 22 al 25 maggio 2014 in Europa ci saranno le elezioni e da Archi neanche una parola, una indicazione sul voto! Qui si usa il degrado come alibi per la mancanza di politiche".
Per Dino Nardi (Svizzera) la relazione di Archi si avvicina molto "alle favole di Mantica", in più c’è solo il tentativo di "addolcire la pillola sulle chiusure di sedi per le quali vengono proposte le solite medicine che noi che siamo sul fronte sappiamo che non funzionano. Si parlava di totem e ora sono spariti. Nascono nuovi palliativi. È inconcepibile fare un dibattito tra sordi: Archi ci ha detto le stesse cose che ha riferito al Comitato di Presidenza. Il Cgie ha fatto delle richieste che sono state ignorate. Non è ammissibile!". Per Nardi al Ministero si sfiora "l’assurdo: "patronati" in questo palazzo è una parola tabù. La Farnesina ignora del tutto la rete delle sedi di patronato ed è inconcepibile se pensiamo, poi, che ci sono paesi che addirittura ce la invidiano", ha concluso Nardi denunciando infine quanto riferitogli da alcune associazioni italiane in Svizzera, secondo cui la Farnesina starebbe chiedendo loro l’elenco degli iscritti.
Secondo Luciano Neri (Italia), il Ministero non è sordo, anzi. "Mae e Governo stanno attuando un’operazione scientifica: accompagnare il Cgie e i Comites in pieno deserto senza borraccia per farli morire di morte naturale. Non solo ci avete ucciso, adesso pretendete anche di fare l’orazione funebre!", ha aggiunto rivolto ad Archi e Ravaglia. Il Cgie, secondo Neri, per la Farnesina "non solo è irrilevante, ma è proprio un ingombro da rimuovere". Quindi la controproposta: "liberiamoci noi dal Mae! È un ministero tarato sulla vecchia struttura diplomatica dell’800 che non esiste più. Contenere e controllare sono le sue parole d’ordine. La lobby del Mae è forte", ha aggiunto riferendo che "in Senato dove ieri è stato approvato l’emendamento da 5 milioni di euro, i milioni all’inizio erano 15, ma il Ministro Bonino si è attivato per impedire che quei finanziamenti fossero indirizzati alle nostre politiche".
Deluso da Archi anche Francesco Papandrea (Australia) che dal vice ministro si aspettava "risposte alla relazione di Carozza. Sulla rete consolare dal governo sentiamo solo storie e nessuna corrispondenza alle nostre richieste. Il dialogo di cui parla Archi non c’è stato: è stata piuttosto un’informativa unilaterale". Residente in Paese dalle distanze enormi come l’Australia – dove chiuderanno Brisbane e Adelaide – Papandrea ha ironizzato sul "funzionario ambulante" (itinerante - ndr) e annunciato che venerdì al Ministro Belloni chiederà un "confronto vero e un impegno ad ascoltare le opzioni alternative a quelle del Governo che facciano rispettare i costi previsti".Nel suo primo intervento in plenaria, Mario Zoratto (Francia) si è presentato come "voce autentica dell’emigrazione" dicendosi "commosso" di entrare a far parte del Consiglio generale e "preoccupato per il dibattito in seno alle istituzioni". Pronto a fare la sua parte in seno al Consiglio, Zoratto ha ricordato ai colleghi che è ora di promuoversi di più sul territorio per avere "più contatti e visibilità".
"Voglio ricordare Mirko Tremaglia e Bruno Zoratto, che ha creduto con passione alla causa dell’emigrazione, ma anche Oreste Motta nostro infaticabile amico, e tutti quelli che ci hanno lasciato", ha aggiunto. "Oggi nel mondo ci sono 240 milioni di migranti. Al tema - emigrazione serve un grande approccio culturale e più spessore, sia politico che intellettuale".
Per Nicola Cecchi (Toscani nel Mondo) il Vice Ministro Archi "è un signore in scadenza, la sua è stata una relazione di cortesia. Piuttosto dovremmo chiederci se questo Ministero e questo Governo abbiano o un’idea per il futuro degli italiani all’estero o no. Le chiusure hanno un filo logico o il Paese sta nelle mani dei ragionieri? Se c’è una visione, quando ce la vengono a dire? Si può raccontare o non esiste? Se è così potremmo farla insieme".
All’accenno di Cecchi, Carozza ha precisato che "Archi è ancora viceministro e quindi nostro interlocutore fino a quando sta al Governo. Sulle cifre è stato puntuale. La posta del Cgie era più alta e lì non abbiamo ricevuto risposte". Secondo Gianfranco Segoloni (Germania) le nuove regole per le elezioni dei Comites serviranno "a dire che le elezioni non servono", mentre per Alberto Bertali (Inghilterra) "Destinazione Italia" non servirà "se il Paese non cambierà la sua politica. Anche gli altri stati cercano investimenti esteri e noi abbiamo bisogno del contorno: la giustizia ha tempi troppo lunghi e c’è troppa burocrazia. A queste condizioni chi dovrebbe venire ad investire in Italia?". Per Salvatore Tabone (Francia) "il voto online è un pericolo per la democrazia e già se ne sono accordi in Germania, Olanda e Francia che infatti l’hanno vietato perché non dà sicurezza".
Primo intervento da consigliere anche per Rodolfo Ricci (Italia), nominato in sostituzione di Sandirocco. "Voglio parlare di nuova emigrazione perché è un’emergenza nazionale. Per l’Italia si tratta di un 50% in più tra il 2011 e il 2012, un dato che si sottovaluta perché ci si basa sull’Aire che da sempre sottostima gli italiani all’estero. Nel 2012 – ha proseguito - in Germania l’Aire segnala 10mile 500persone in più, mentre per il Ministero dell’Interno tedesco sono 38.500, cioè tre volte tanto. Se proiettiamo questo dato anche su altre aree, capiamo che parliamo di processi grandi e consistenti che ricordano l’emigrazione del secondo dopoguerra".
Voto online sotto accusa anche da Cerciello (Usa) che ha citato lo scontro in Florida tra Bush e Gore per poi concludere: "meglio non votare che votare con il voto online". Colpito dalla annunciata chiusura dell’IIC del Lussemburgo, Mario Tommasi si è chiesto come mai ha dovuto saperlo dal collega Montanari e non dal suo Ambasciatore che ha visto appena venerdì scorso: "forse non lo sanno neanche loro?", si è chiesto prima di ricordare che il Lussemburgo "è uno dei paesi fondatori dell’Ue, dove risiedono 25.600 italiani. Di brutte figure ne abbiamo fatte già tante: i corsi di italiano soppressi dal 2005, l’accordo culturale non ratificato dal 2002, la chiusura del consolato".
Si è affidato all’ironia Valter Della Nebbia (Usa): "vivo a 800 chilometri dal consolato. Per ritirare il pin che mi consentirà di votare online spenderò circa 1000 dollari tra aereo e albergo: come faccio ad avere il rimborso? Come si pensa di mettere un limite economico al diritto di voto? Sono sicuro – ha concluso – che avete già calcolato queste piccolezze