Il Senato approva il sostegno alla stampa italiana all'estero

Grazie a un emendamento alla legge di riforma dell'editoria saranno stanziati due milioni di euro, dopo che anche la Camera dei deputati avrà detto il suo sì
Il Senato approva il sostegno alla stampa italiana all'estero

L'indice di un numero del 2011 del trimestrale ER

Con 232 voti a favore, 18 contro e 30 astenuti, il Senato ha approvato la legge di riforma dell’editoria e, con essa, l’emendamento che prevede un sostegno finanziario alla stampa italiana all’estero. Si tratta di due milioni di euro per giornali e riviste italiani pubblicati all'estero e per le pubblicazioni edite in Italia ma distribuite prevalentemente all’estero (anche tramite abbonamento a titolo oneroso per le pubblicazioni online), ripartiti tenendo conto della loro diffusione presso le comunità italiane all'estero, del loro apporto alla diffusione della lingua e della cultura italiane, del loro contributo alla promozione del sistema Italia all'estero e della loro consistenza informativa.

“Grande soddisfazione” è stata espressa dal presidente della Federazione Unitaria della Stampa Italiana all’Estero (Fusie), Giangi Cretti, per il quale si tratta, di fatto, di una prima, importante, risposta alla mutata condizione socio-economica della comunità degli italiani all’estero, alle cambiate modalità di produzione e di fruizione dell’informazione, che  impongono, oggi, un aggiornamento delle disposizioni normative che presiedono all’erogazione dei contributi per l’editoria italiana all’estero”, Inoltre - ha proseguito Cretti – “l’emendamento approvato dal Senato, così come è stato sottolineato pure nel dibattito in Aula, rafforza l'importanza e la necessità dell'informazione italiana all'estero per il mantenimento, la trasmissione e la promozione della lingua e della cultura italiane; e ciò sia per il ruolo di collante tra i milioni di italiani all’estero e la realtà italiana, ma anche e soprattutto per il ruolo di strumento di promozione dello stesso Sistema Italia nel mondo".

Ora tocca alla Camera dei deputati dare il voto favorevole per la definitiva conversione in legge del decreto.