A Roma il seminario sulla diffusione della lingua italiana all'estero

Silvia Bartolini rappresenta le Regioni all'Assemblea Cgie
A Roma il seminario sulla diffusione della lingua italiana all'estero

Silvia Bartolini

E' iniziata il 4 e dura fino al 7 dicembre, presso il ministero degli Affari esteri a Roma, l’Assemblea plenaria del CGIE (Consiglio generale degli italiani all’estero). Il primo giorno dei lavori è stato dedicato all’elezione del vicesegretario  generale  di nomina governativa,  in sostituzione del compianto Andrea Amaro che era anche componente della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, commemorato nel corso dell'ultima riunione della Consulta a settembre. Agli interventi di un deputato e di un senatore in rappresentanza del Parlamento sono seguite le relazioni del governo e del comitato di presidenza del CGIE. La giornata si è conclusa con il dibattito.

Tra i temi in discussione il 5 dicembre, la legge di stabilità, con i capitoli di bilancio riguardanti le collettività all’estero, la riforma della legge elettorale e le relative implicazioni per il voto all’estero, gli interventi dei presidenti delle commissioni tematiche del CGIE, la preparazione del seminario sulla rappresentanza e gli interventi delle Consulte regionali. Per la Consulta degli emiliano-romagnoli del mondo sarà presente la presidente Silvia Bartolini. 

Parte fondamentale dei lavori è costituita dal seminario del 6 dicembre intitolato “La diffusione e l’insegnamento della lingua e cultura italiana all’estero: attori, criticità e buone prassi – Una riflessione di prospettiva”. Già a partire dal seminario sulla promozione della lingua italiana all’estero, svoltosi durante la Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo a Ravenna nell’ottobre 2008, Silvia Bartolini si era fatta promotrice dell’impegno delle Regioni a organizzare un seminario sul tema con il governo e il CGIE, considerando che la conoscenza della lingua è il primo veicolo dell’italianità nel mondo e il primo strumento per il mantenimento delle radici e per lo sviluppo dei legami coni discendenti e le nuove generazioni all’estero.  

Ora, dopo ripetuti incontri del coordinamento delle Consulte regionali affidato a Silvia Bartolini (ultimo in ordine di tempo il seminario a Bologna sull’insegnamento della lingua durante la Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo nel settembre 2012), questo sforzo si concretizza nel seminario del 6 dicembre, all’interno dell’Assemblea  plenaria del  CGIE e alla presenza del sottosegretario agli esteri e del ministero dell’Istruzione, università e ricerca (Direzione generale affari internazionali), per i quali terrà una relazione unitaria il direttore generale per gli italiani all’estero e le politiche migratorie, il Ministro Cristina Ravaglia.

A rappresentare le Regioni è stata chiamata Silvia Bartolini, che farà un intervento unitario portando l’esperienza delle Consulte regionali e degli uffici emigrazione nell’organizzazione dei corsi di lingua per gli italiani all’estero: un’esperienza che “deve confrontarsi con tagli geometrici del 70 per cento che non consentono di pagare gli insegnanti e rendono problematico l’insegnamento della lingua, trainante per il sistema Italia”. Si tratta quindi, per le Regioni – dirà Silvia Bartolini – di “operare insieme e fare massa critica, con un’attenzione particolare al controllo di qualità dei diversi enti gestori dei corsi”.  

Questo seminario si è reso possibile grazie all'impegno comune di CGIE e Consulte regionali e a un'attenzione e una sensibilità del tutto nuove da parte dell'attuale governo. La presidente della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo ha espresso la propria soddisfazione perché nel seminario sono stati invitati – come richiesto dalle Regioni e dal CGIE – anche i responsabili degli enti preposti alla diffusione delle lingue straniere come il Goethe Institut, l’Istituto Cervantes, il Centre St. Louis, “per comprendere – ha detto Silvia Bartolini – se riusciamo a trovare nuove formule che funzionino, sull’esempio di quelle degli istituti stranieri, per razionalizzare e qualificare l’insegnamento dell’italiano”.