Il turismo delle radici: (ri)scoprire l’Emilia-Romagna

Il Turismo delle Radici interessa potenzialmente un bacino stimato tra i 60 e 80 milioni di discendenti degli emigrati italiani nel mondo, che risiedono soprattutto nelle Americhe, in Sud-Africa, in Australia e nei Paesi europei. Non si tratta di semplici viaggiatori: il turista delle radici è soprattutto un investitore e un “ambasciatore” dei territori che custodisce nella sua storia familiare.
Il turismo delle radici: (ri)scoprire l’Emilia-Romagna

Ufficialmente gli Italiani residenti all’estero sono poco piu di 5 milioni, stando ai dati dell’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero).

A questo numero, vanno aggiunti i tanti nostri concittadini che ancora non hanno comunicato all’AIRE lo spostamento della propria residenza all’estero. Ma se qualcuno si prendesse la briga di fare una ricerca sui cognomi e sulle storie di tanti nostri connazionali all’estero, scoprirebbe che quel numero potrebbe crescere di quasi 10 volte: tra i 60 e gli 80 milioni di persone sparse per il pianeta hanno origine italiana. 

Un numero importante, dietro al quale si nascondono le storie di chi ha lasciato i tetti natii per necessità o per spirito di avventura.

E qualcuno, come un Pollicino dei nostri giorni, vorrebbe ripercorrere quel viaggio a ritroso per scoprire le origini dei propri genitori, dei propri nonni o ancora più indietro. Da qui nasce il fenomeno del “turismo delle radici o di ritorno”, uomini e donne che tornano in Italia armati di pazienza e chiedono di poter spulciare le anagrafi dei comuni o i registri delle parrocchie per ricostruire l’albero genealogico della propria famiglia. O più semplicemente, tornano in Italia per visitare i paesi dai quali i propri avi sono partiti. Dell’importanza in termini numerici ed economici di questo fenomeno si è accorto anche il nostro governo, che già nel 2018 aveva lanciato attraverso il Ministero degli esteri azioni volte a sostenere questo tipo di turismo.

Un fenomeno di cui anche la nostra regione può beneficiare. Infatti, il nostro territorio e l’Appennino in particolare, hanno visto un gran numero di donne e uomini partire per Europa, Americhe e Australia nei decenni scorsi. Come Consulta, negli anni, abbiamo sempre cercato di raccontare le storie di queste persone e abbiamo favorito il ritorno di molti di loro qui in Emilia-Romagna. Abbiamo cercato di intercettare soprattutto i più giovani perché possano conoscere la storia e la cultura di questa terra e lo abbiamo fatto con tanti progetti, iniziative e attività e anche con Migrer, il Museo dell’emigrazione emiliano-romagnola https://www.migrer.org/

Certo in periodo di Covid è più difficile per tutti viaggiare, per questo “sfogliare” le pagine del nostro Migrer può aiutare a far conoscere le proprie “radici” ai tanti nostri emiliano-romagnoli sparsi per il mondo. La ricchezza delle nostre città ma soprattutto quella dei nostri borghi https://borghipiubelliditalia.it/emilia-romagna/, la varietà dei nostri paesaggi https://www.emiliaromagnaturismo.it/it e la creatività della nostra gente https://www.emiliaromagnacreativa.it/

di Gianfranco Coda, Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo


 

 Approfondisci: 

- La Farnesina promuove il turismo delle radici - sito del Ministero degli Affari Esteri