Presentata in Commissione Parità e Diritti la relazione sul Piano triennale 2016-2018 della Consulta

Il presidente della Consulta Fabbri: “Finanziate circa 70 iniziative in due anni. Punti da rivedere: le trasferte e il mancato ricambio generazionale”
Presentata in Commissione Parità e Diritti la relazione sul Piano triennale 2016-2018 della Consulta

Presidente Fabbri, Vicepresidente Stragliati

Una Consulta, quella degli emiliano-romagnoli nel mondo, che funziona nonostante alcune criticità. Il quadro delle attività del triennio 2016-2018 è stato tracciato dal presidente Marco Fabbri che ha presentato la relazione in commissione Parità e diritti, presieduta da Federico Amico.

Istituita con la legge regionale 5 del 2015 (poi modificata con la numero 6 dell’anno successivo), la Consulta poggia su un Piano che, si legge nella relazione, vuole perseguire una sempre più forte promozione a livello internazionale del “Sistema Emilia-Romagna” nei suoi aspetti sociali ed economici, puntando a integrazione e valorizzazione di competenze di pubblico e privato sul territorio impegnati in attività internazionali.

Fabbri ha parlato dello stato di attuazione del programma, degli interventi a favore delle associazioni e del funzionamento della Consulta.

Oggi, l’elenco vede in campo 85 associazioni e 2 federazioni di emiliano-romagnoli nel mondo, con la presenza più nutrita in Sudamerica. Le ultime due associazioni sono nate in Cina e Spagna, ha ricordato Fabbri. L’impegno finanziario è stato di 440mila euro nel 2015, 408mila nel 2016 e nel 2017. La stessa cifra è stata confermata nel 2018.

Diversi i progetti approvati. Nel 2017 ne sono stati finanziati 30 per un totale di 224mila euro. I 38 finanziati nel 2018 hanno toccato la cifra di 418mila euro. Gli interventi sono andati a favore di Associazioni di emiliano-romagnoli nel mondo, Enti Locali, Università, Associazioni di promozione sociale, scuole.

Nel triennio in esame, sono stati realizzati progetti, per 18mila euro, a favore di chi ha deciso di rientrare in regione, da non più di due anni, e che si trova in stato di indigenza.

Per le spese di funzionamento (riunioni e conferenze d’area), la Consulta ha beneficiato di 72mila euro nel 2016, 100mila nel 2017 e 132mila nel 2018.

il presidente Fabbri ha anche sottolineato alcune criticità. Le trasferte sono limitate, perché i massimali non sempre – come ad esempio per il meeting negli Usa – consentono eventi fuori dall’Italia. Un altro aspetto riguarda l’invecchiamento delle associazioni e quindi il mancato ricambio generazionale. Infine, esiste la difficoltà di intercettare la nuova immigrazione, a causa della mobilità, della comunicazione via web e della precarietà del lavoro, per cui i giovani non si rivolgono alle associazioni. “Valutiamo anche modifiche alla LR 5/2015- ha concluso Fabbri- sulle procedure di nomina della Consulta e sull’individuazione di altri soggetti destinatari degli interventi. Si è tanto parlato di parità di genere, ma, con imbarazzo, abbiamo constatato di aver ricevuto liste di soli uomini”.

La vice presidente Valentina Stragliati (l’altra è Maria Lina Bertoncini) ha ringraziato la Giunta e l’Assemblea per aver eletto – ed è la prima volta – un consigliere di opposizione: “La voglia di lavorare non è mai venuta meno. I contatti con le associazioni sono frequenti. Importanti, infine, i bandi per scambi culturali tra scuole, università e promozione dell’identità, attività che sono apprezzate all’estero”.

Per la consigliera Roberta Mori (Pd) “sembra una sfida vinta quella della Consulta, che è stata riportata in Assemblea. E’ uno strumento prezioso di raccordo, partecipazione e identità. E’ la globalizzazione che si umanizza nella conoscenza reciproca”.


Articolo di: Gianfranco Salvatori | Fonte: Cronaca bianca ER, la voce dell'Assemblea legislativa