8 febbraio: centenario della tragedia della miniera di Dawson (New Mexico, USA)

8 febbraio 2023: il centenario della seconda grande tragedia (per numero di vittime) avvenuta nella miniera n.1 della Stag Canyon coal mine di Dawson, New Mexico
8 febbraio: centenario della tragedia della miniera di Dawson (New Mexico, USA)

Dawson, nello Stato americano del New Mexico, detiene il triste primato del numero più alto di lavoratori morti in disgrazie minerarie in tutta la storia dell’emigrazione italiana.

Il 22 ottobre 1913, il gas esplose allo Stag Canyon numero 2. Fra le 263 vittime, 140 erano italiane e, di queste, 38 avevano lasciato l’Appennino modenese per cercare fortuna in quel lontano Stato: 17 erano di Fiumalbo, 15 di Monfestino di Serramazzoni, 3 di Pievepelago, 2 di Riolunato e 1 di Fanano.

Dieci anni dopo, l’8 febbraio 1923, nel campo numero 1 si consumò un’altra tragedia: i morti furono 123, una ventina gli italiani. Fra questi, i modenesi Pacifico Santi di Fiumalbo, 31 anni, già scampato alla disgrazia del 1913, e Luigi Cassai nato a Pievepelago nel 1896. Il prossimo 8 febbraio nello Stato di New Mexico si celebrerà il centenario della tragedia del 1923.

La miniera di Dawson, la più vasta del New Messico, era considerata un modello e molto sicura, perché dotata di attrezzature all'avanguardia. Il 40 per cento dei minatori che vi lavoravano proveniva dall'Italia, ma c’erano anche greci, slavi, francesi, gallesi, scozzesi, messicani, tedeschi, polacchi, svedesi, finlandesi, giapponesi, cinesi e statunitensi.
La miniera era sfruttata dalla Stag Canyon Fuel Company. Il prodotto estratto, molto volatile e bituminoso, aveva ottime proprietà sia per uso domestico sia nelle fonderie del rame e per la costruzione di binari delle ferrovie. Dal 1899, quando fu aperta, fino al 28 aprile 1950, quando uscì l’ultimo carico di carbone dal pozzo numero 6, l’unico dei cinque esistenti rimasto in attività a quella data, produsse 33 milioni di tonnellate di carbone vendibili.

Moltissime disgrazie minerarie si sono verificate negli Stati Uniti e in Europa nel secolo scorso, con molte vittime tra i nostri emigrati. Negli States, gli episodi più gravi sono accaduti nel 1900 a Scofield (Utah) con 200 morti, nel 1907 a Monongah (West Virginia) con 362 morti, nel 1909 a Cherry (Illinois) con 259 (44 gli emiliani), nel 1913 a Dawson (New Messico) con 263 vittime (140 quelle italiane) e ancora Dawson, nel 1923, con 123 morti. In Europa, la più grave è stata quella di Marcinelle (Belgio) avvenuta l’8 agosto 1956: 262 i morti, 136 gli italiani.

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