Silvia Bartolini
Il Catalogo dell’emigrazione femminile emiliano-romagnola si presenta come un quaderno di scuola, con tanto di “anelle” che si aprono consentendo così di poter aggiungere di volta in volta schede individuali e capitoli. Questo lavoro integrabile all’infinito già nel suo aspetto, vuole rappresentare la volontà di aprire e tenere aperto un percorso di rafforzamento e valorizzazione della memoria che spero potrà continuare per il tempo ….. necessario. Principalmente questo lavoro di implementazione dovrà essere svolto dalle nostre Associazioni di emiliano romagnoli ma anche da tutti coloro che possono segnalare storie di donne corregionali emigrate. Tante persone in Italia e soprattutto all’estero, conoscono storie di donne, siano esse mogli, figlie, mamme, nonne o solo conoscenti, alle quali sarebbe giusto rendere adeguatamente il merito del loro sacrificio ed impegno, ed ora è possibile farlo inviando alla Consulta testi e fotografie per la futura pubblicazione nel catalogo. La ragione di questo loro impegno è evidente: il contributo della componente femminile al fenomeno migratorio dalla nostra regione è stato sempre molto importante ma mai adeguatamente valorizzato. Sono state davvero molte le donne che hanno visto partire prima gli uomini di casa, in cerca di fortuna, di una vita migliore sollevando dal proprio peso la famiglia che restava: sono rimaste ad accudire bambini ed anziani, sobbarcandosi da sole l’onere della conduzione familiare, spesso fra stenti e angosce. Di queste, tante hanno raggiunto i mariti, i compagni e i padri all’estero, e hanno ricominciato nella difficoltà di non conoscere la lingua, di adattarsi ad abitudini e riferimenti nuovi, di vivere almeno inizialmente, condizioni non molto diverse da quelle lasciate. Hanno continuato nel ruolo indispensabile di supporto e di assistenza domestica, portando avanti tradizioni e sentimenti di appartenenza e coltivando le peculiarità regionali, trasmesse alle generazioni successive e alle nuove comunità di insediamento. Altre donne sono partite – alcune fuggite - per ragioni politiche durante il ventennio fascista, da sole o al seguito di familiari perseguitati. Ognuna ha avuto il suo percorso e le proprie convinzioni ideologiche, convinzioni che hanno permesso ad alcune di emergere, nelle nuove patrie o di continuare a dedicarsi all’impegno sociale. Altre donne hanno rivelato all’estero propensioni imprenditoriali o professionali tramutate in iniziative di successo. Più recentemente, molte giovani donne sono espatriate per ragioni di studio, di ricerca di lavoro ovvero di arricchimento culturale ma soprattutto nella speranza di trovare una collocazione professionale anche più adeguata ai propri studi. Attraverso le esperienze di emigrazione, si comprende molto bene, che le donne all’estero sono state le migliori tutrici e i più affidabili veicoli di diffusione della lingua e della cultura italiana e delle tradizioni regionali. Grazie a loro, spesso le giovani generazioni conoscono la nostra lingua ed ora desiderano perfezionarla. Si deve anche alle donne che guidano le nostre associazioni all’estero la promozione di iniziative socio-culturali capaci di diffondere la conoscenza dell’Emilia-Romagna e di affermarne le eccellenze. Sono animatrici, almeno quanto gli uomini, di progetti di qualità e sono orientate a trasmettere la loro esperienza in favore dell’inserimento dei giovani. Vorrei che con questo pur modesto contributo che come Consulta degli emiliano romagnoli nel mondo abbiamo voluto realizzare, si ricordasse con più attenzione una parte importante della storia dell’Emilia-Romagna, che è costituita dalla massiccia emigrazione dei nostri corregionali ed in questo ambito vorremmo che si celebrasse adeguatamente l’eroismo della vita quotidiana che le donne in emigrazione hanno vissuto. A tutte loro è dedicato questo catalogo.
Silvia Bartolini