Messalina (Pace Umanità) Ronzoni

Nota biografica

Messalina (Pace Umanità) RonzoniMessalina nasce il 15 dicembre 1915 a Noce di Poviglio. I genitori, Umberto e Maria Sgavetti, sono convinti socialisti, al punto – raro per l’epoca, nel milieu popolare – di convivere senza aver contratto matrimonio. Messalina, scomparsa a 90 anni di età, ha raccontato quel tempo italiano alla figlia Virginia. Ci viene restituito un ricordo che, dal rosso vivo, diventa un noir a tinte fosche. Prima vi è la vita in comune dei muratori riuniti nel palazzo “Lenin”, probabilmente la Casa del Popolo di Poviglio. Poi avanza il fascismo. Suo padre Umberto si vede costretto a fuggire in esilio, sua madre patisce sul proprio corpo la violenza politica. E’ un trauma non cancellabile, anche per la bambina: le “camicie nere” che irrompono nel palazzo e si avventano sulla madre… Umberto sbarca a Buenos Aires il 20 febbraio 1923 con la nave “Mosella”. Poi è stata la volta della madre, sotto choc, insieme a un fratello. Messalina il viaggio lo farà sola, bambina di 11 anni. Imbarcatasi a Genova il 6 gennaio 1926, con la sola assistenza di un caposervizio che portava cognome emiliano (Camellini), ne ha trattenuto - come narra la figlia Virginia – un “ricordo orribile”. Il viaggio è in terza classe. Ha i capelli tagliati corti. Viene derisa dagli altri ragazzi. Bravissima a scuola, una volta sbarcata deciderà di non parlare mai più l’italiano. Rimane, comune all’intero ambiente familiare, l’impegno sociale e politico. Come racconta Virginia. “La politica era il subtesto, l’implicito. Era un sapere di tutti, in famiglia”.

Luogo di provenienza: Noce di Poviglio (provincia di Reggio Emilia).

Principale luogo di destinazione: Villa Urquiza, Buenos Aires (Argentina).

Nota a commento

Virginia, storica di formazione, con una figlia di nome Julia, raccoglie il  testimone della memoria dalla madre Messalina per restituirlo ai propri contemporanei. Una storia “domestica” - dopo tutto vi si narra del fascismo - che ci  viene rinviata dall’“al-di-là” del mondo “nuovo”.

Fonte:

Testimonianza restituita ad Antonio Canovi a Buenos Aires da Virginia Aimi e Julia Estigma, il 21 novembre 2007.