Maria Rosa Casarini

Nota biografica

Maria Rosa CasariniMaria Rosa arriva in Belgio all’età di 7 anni. E’ il 1948. L’Italia vive una profonda condizione di crisi, tra la ricostruzione che stenta e la radicale frattura politica tra “bianchi” e “rossi”. Il papà, partigiano, proprio in seguito alla repressione politica se ne era dovuto andare in Belgio. Ora lo raggiungevano la moglie e i tre figli (un quarto nascerà in Belgio). Maria Rosa - grazie all’intercessione di un fratello della mamma, Carlino Gazzola - comincia a frequentare adolescente le manifestazioni sindacali e politiche, insieme a tanti altri italiani del bacino siderurgico e carbonifero di Seraing. La famiglia è comunista, lei è una “pioniera”. Il suo primo lavoro è operaio. L’associazione di riferimento si chiama “Italia Libera”. In questo ambiente conosce il futuro marito - Gino Ghirardelli, nativo di Novafeltria e poi trasferitosi a Rimini - referente del Pci per il Belgio, l’Olanda e il Lussemburgo. Ma agli immigrati era preclusa proprio l’attività politica: ricorda le riunioni clandestine, il tesseramento mascherato, e insomma tutta una socialità operaia e italiana che non poteva mostrarsi alla luce del sole. Gino, ad esempio, utilizzava il titolo di “libraio ambulante” per coprire il proprio lavoro di organizzatore politico Per ovviare a questo stato di cose, agli albori di una nuova stagione culturale e politica più favorevole ai diritti di cittadinanza, prende corpo il progetto della “Leonardo da Vinci” a Seraing. La nuova associazione, concepita come una Casa del Popolo dei lavoratori italiani, apre ufficialmente i propri locali il 7 settembre 1963; tre settimane dopo, il 28, Maria Rosa e Gino si sposano. Sono anni ricordati con grande affetto per il loro amore e per le cose che stavano realizzando. Tra gli obiettivi realizzati attraverso mobilitazioni di piazza e pressioni politiche, sia in Belgio che in Italia, giunge il riconoscimento della silicosi come malattia professionale. Senza quella lunga e appassionata battaglia civile, condotta in prima persona dai lavoratori italiani in una prospettiva universale, assolutamente non etnica, ancora oggi gli ex minatori e i loro familiari avrebbero una pensione di fame. Accanto alla lunga militanza nella “Leonardo da Vinci”, Maria Rosa prende parte alla fondazione dell’associazione emiliano-romagnola di Seraing. Alla morte di Gino, ne ricopre la carica di presidente, attualmente trasmessa a William Ferrari. Dice oggi di sé: “Io sono quasi belga”. Perché la vita si è fatta in Belgio ma la cittadinanza formale rimane, per scelta, quella italiana.

 

Luogo di provenienza: S. Nicolò di Piacenza.

Principale luogo di destinazione: provincia di Liegi (Belgio).

Nota a commento

La storia collettiva operaia di un distretto minerario e siderurgico, nel profilo biografico di una emigrante italiana che a partire dalla militanza comunista ha scelto di vivere e lottare per i diritti di tutti.

Fonte: Colloqui con Antonio Canovi, agosto 2010