Mar del Plata: il Museo Municipale “José Hernández”

Un viaggio nei luoghi della storia argentina che fanno parte ormai della tradizione di tanti emigrati italiani
Mar del Plata: il Museo Municipale “José Hernández”

Museo Hernandez

Vogliamo rendere omaggio alle tradizioni argentine, che, in fin dei conti, fanno anch´esse parte del nostro “essere” quotidiano dopo tanti anni di comunione di due culture consimili. Ed è perciò che oggi ci teniamo a visitare (anche se solo con l´immaginazione) il Museo Municipale Josè Hernandez, questo posto tra passato e presente, testimone di quello che fu in tempi lontani, la vita dei “gauchos” che anche oggi –chitarra in mano e fra “chacareras o zambas”- ci conquistano con le parole poetiche e filosofiche delle loro canzoni e dei loro balli di costume. Il proposito di stabilire con il Brasile una corrente di interscambio più attivo di quello che già esisteva, indusse ad un consorzio portoghese a fondare un luogo per la salatura di carne bovina in una zona di Mar del Plata poiché era il posto geograficamente più adeguato per tale fine. Quel stabilimento e le altre installazioni rimasero a carico di José Coelho de Meyrelles,arrivato in questo posto verso la fine dell´ anno 1856. Dopo alcuni spostamenti, lo spazio per la salatura di carne si decise sull´attuale Viale Luro fra le Vie Santiago dell´Estero e Santa Fe e un molo di ferro di fronte all´odierna Punta Iglesia. Sui terreni compresi tra le Vie San Luis, San Martín, Santiago dell´Estero e la Diagonal Alberdi, venne costruito un grande recinto di pali a picco. La popolazione intorno al terrenbo della salatura cominciò ad essere chiamata “Puerto de la Laguna de los Padres” . Poi, per problemi economici e di salute, José Coelho de Meyrelles vendette i suoi beni al Sig. Patricio Peralta Ramos. Costui, un imprenditore completamente consacrato ai lavori rurali, nel 1860 acquistò un appezzamento di terreno nel campo: 32 leghe; esso racchiudeva le tenute agricole di “Laguna de los Padres” , “San Julián de Vivoratá”, e “La Armonía de Cobo”. Consapevole del grande futuro che avrebbe avuto questa zona, formò una società per lo sfruttamento della salatura fondato da Meyrelles.

L´edificio – L´edificio appartiene al “casco”/ dimora dell´antica tenuta agricola Laguna de los Padres, costruita nel 1882 quando il suo proprietario era Eusebio Zubiaurre. Nella sua struttura, la costruzione si mantiene all´originale e fu dichiarata di interesse patrimoniale dall´Ordinanza Municipale di “General Pueyrredón” nº 9564 e dichiarata inoltre Monumento Storico Architettonico, d´accordo alla Legge Provinciale nº 13421. Agli inizi fu una moderna ed estesa proprietà con parecchi padiglioni, un capannone per la tosatura delle pecore, un altro per il bagno di esse ed una casa per il maggiordomo. La casa principale è composta da tre corpi con una pianta in U e presenta il sistema di galleria doppia, interna ed esterna. Le stanze dell´ala destra e sinistra, costituiscono le 8 sale di esposizione e mostre i cui pavimenti e decorazioni sono stati mantenuti come d´origine. Le quattro stanze del settore che sta al fronte sono state allestite per il funzionamento del museo (uffici, deposito, bottega). Il giardino si collega direttamente con le zone della Riserva Integrale “Laguna de los Padres” , zona di parco magnificamente tenuto. Quando venne fondato il Museo gli si assegnò il nome di “José Hernández” in memoria degli anni che lo scrittore vi passò lí (verso il 1846). Lo storiografo Julio Gascón –sulla base di una rassegna scritta da Don Rafael Hernández, fratello di José- ci riferisce: “José Hernández si fece “gaucho”, ma “gaucho” per davvero a contatto diretto con gli uomini del campo, durante la sua lunga permanenza nelle tenute agricole di Camarones e della “Laguna de Los Padres” . Questi campi –durante il tempo in cui vi rimase José Hernández- erano popolati da un bestiame selvaggio, maldestro e randagio. Cosí, egli –alle prese con il territorio e gli animali- divenne destro nell´ allacciare le bestie, diventando inoltre un buon cavallerizzo. IL MESSAGGIO DEL MUSEO È: a)La vita delle persone che vissero nell´ambito rurale nei secoli scorsi e nel presente, e che costituisce il centro d´interesse del nostro racconto; in esso abbordiamo il momento di contatto tra europei e indigeni nella regione della “pampa”, le situazioni di interscambio e i conflitti tra ambedue i gruppi; b) l´occupazione del territorio del sudest “bonaerense” da parte della popolazione creola e le successive campagne militari; c) la fondazione di paeselli, guardie e fortini che finalmente occasionarono lo spostamento di gran parte della popolazione indigena verso l´ovest della “pampa”; d) la vita nella tenuta agricola, i compiti dei lavoratori rurali, la cultura creola che sono aspetti importanti del messaggio del museo.

La collezione del museo - Si tratta di oggetti e documenti, nella maggior parte vincolati alla vita quotidiana; oggetti di fabbricazione indigena; strumenti appartenenti al lavoro quanto alla produzione rurale; fotografie e documenti delle prime tenute agricole regionali; abbigliamenti ed oggetti personali di maggiordomi, donne e manovali (fine prima parte).

Luciano Fantini, Mar del Plata, Argentina

 

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