Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia

“In prospettiva storica: paesaggi e memorie dei nuovi emiliano-romagnoli nel mondo”

Il progetto, tenendo conto della permanente emergenza procurata dal Covid 19 purtroppo non risolta nemmeno nel 2020, si è dipanato attorno alla questione principale posta alla base della ricerca: ricognizione bibliografica e documentale, in chiave interdisciplinare, di un fenomeno emergente quanto sfuggente, dai profondi riflessi sociali e culturali, quale la mobilità crescente delle classi anagrafiche comprese sociologicamente tra i “giovani adulti” (18-39). Questo fenomeno è stato in un primo momento narrato come “fuga dei cervelli”, poi ristretto alla “generazione Erasmus”; tuttavia i numeri dell’espatrio, negli ultimi cinque anni, sono diventati esponenziali.

Oggi si parte per l’estero da laureati, diplomati e persino con la sola scuola dell’obbligo; moltissime sono ragazze, e non secondo tradizione per “ricongiungimento familiare”; e si parte più numerosi dalle regioni considerate più attrattive, in modo rilevante dall’Emilia-Romagna.

In questo ambito sono state realizzate interviste a carattere biografico a giovani (in prevalenza donne) formatisi in Emilia-Romagna e attualmente protagonisti di esperienze di mobilità all’estero. Purtroppo, le limitazioni di cui sopra hanno permesso di svolgere solo la missione di

ricerca a Madrid e non quella analoga progettata per Parigi. Inoltre, la pandemia ha impedito di tenere il convegno scientifico internazionale progettato per tenersi presso il Dipartimento di Studi linguistici e culturali dell’Università di Modena nella primavera del 2020.

È stata realizzata insieme ad AS.ER.ES - L’Associazione degli Emiliano-Romagnoli in Spagna - una missione di ricerca-azione a Madrid, volta a creare processi d’interazione sul campo del fenomeno sopra descritto. Sono state realizzate, in modo specifico, interviste secondo il metodo biografico della storia orale con italiani residenti o anche solo dimoranti nell’area metropolitana di Madrid. Queste interviste costituiscono un patrimonio esperienziale che è stato discusso con il presidente di AS.ER.ES e rimane a disposizione dell’Associazione. L’incontro con il console italiano a Madrid, infine, ha consentito di tracciare una fotografia aggiornata del fenomeno, ivi compresa l’acquisizione dei dati demografici aggiornati riferiti agli italiani e specificamente agli emiliano romagnoli in Spagna.

È stato realizzato uno strumento digitale innovativo “Oral-Visual”, il P.I.M. (Portale degli Italiani Mobili), gestito in prima persona dal Laboratorio di Storia delle migrazioni costituito presso UNIMORE. Si tratta di una “semplice” pagina Instagram che risponde all’esigenza di documentare in presa diretta le geostorie degli italiani mobili, riservando uno sguardo speciale ma non esclusivo all’Emilia-Romagna. Questo strumento si sta rivelando particolarmente fertile nella capacità di sviluppare una moltitudine (siamo nell’ordine delle migliaia) di contatti che non si limitano al classico “mi piace”. Vi è infatti la possibilità di narrarsi in prima persona secondo modalità audio-visual (con foto e piccoli video), di essere intervistati dagli storici del laboratorio rilasciando una propria testimonianza, di partecipare anche solo in forma di “gioco” ai quesiti di geo-storia delle migrazioni che vengono postati sempre dal laboratorio. si tratta a tutti gli effetti, per quanto ancora in nuce, di una community.

Il 20 novembre 2020 ha avuto luogo un seminario di restituzione dei risultati del progetto con modalità on-line, cui ha presenziato la Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, con la partecipazione di una rappresentante del CGIE e la compresenza di oltre 50 persone, soprattutto emiliano-romagnoli per origine, residenti in Spagna, Argentina, Brasile, Francia, Italia. Il seminario ha avuto anche lo scopo di gettare le basi per un futuro convegno scientifico promosso dal laboratorio di storia delle migrazioni del dipartimento e auspicabilmente dalla Consulta (senza oneri finanziari) non appena le condizioni sanitarie lo consentiranno.

La ricerca ha dimostrato, pure nelle limitazioni di ampiezza imposte dalla pandemia, la fondatezza delle ipotesi di partenza. Esiste una necessità interpretativa dei nuovi fenomeni di mobilità che interessano la nostra regione e tanti nostri concittadini emiliano-romagnoli. Si conferma inoltre come i due strumenti principali e di maggiore efficacia per una restituzione che non sia solo destinata all’ambito scientifico-storiografico siano le fonti orali e gli strumenti digitali interattivi di cui il P.I.M. rappresenta solo un primo possibile prototipo. In questo senso anche le metodologie della Public History si sono rivelate di grande utilità per coniugare ricerca storiografica e comunicazione/disseminazione ad un pubblico più vasto e non specialistico.

Grazie all’impostazione “public”, i principali output connessi alle attività di comunicazione non sono sostanzialmente distinti dai risultati della ricerca: il corpus di interviste biografico possono essere base per iniziative culturali di varia natura per le nostre associazioni all’estero – sia in presenza, sia virtuali – così come il P.I.M rappresenta un potenziale strumento di comunicazione e interazione tra comunità all’estero e tra esse e il nostro centro regionale.