Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali – Università degli Studi di Parma

“Gli Emiliano-Romagnoli nell’Argentina del Nord Ovest: un’emigrazione di lunga durata”

La ricerca presentata ha analizzato le esperienze migratorie degli emiliano-romagnoli nell’Argentina del Nord- Ovest, in particolare nelle province di Jujuy e Salta, ma un’appendice significativa si è svolta anche a Mar del Plata, con l’obiettivo di meglio comprendere le esperienze personali e di come esse abbiano contribuito allo sviluppo economico, sociale e culturale dei luoghi di approdo.

Attenzione particolare è stata dedicata alle esperienze lavorative dell’emigrazione deli emiliano-romagnoli, sia come lavoratori che come imprenditori. Indagando in questa direzione, la ricerca ha portato alla superficie l’importanza del tema delle pratiche alimentari già posto tra gli obiettivi principali nel progetto originario. Numerose sono state le conferme che la difesa/trasmissione delle pratiche e delle ‘memorie’ alimentari all’interno dei processi migratori rappresenti un elemento formidabile di difesa dell’identità. Ma anche di come, pur nell’inevitabile adattamento a gusti e materie prime differenti da quelle originarie, e ancor di più nelle discontinuità dei passaggi generazionali, la grammatica dei gusti abbia conosciuto – al pari degli elementi valoriali, linguistici e culturali – ibridazioni e metissaggi.

È questo il motivo che, proprio per analizzare più in profondità questi aspetti e per comparare l’esperienza andina con quella marittima, ha indotto a spostare i riflettori delle interviste a Mar del Plata, città della costa Atlantica, storica destinazione della migrazione emiliano-romagnola.

Metodologicamente, la scelta di lavoro ha privilegiato l’approccio qualitativo della Microstoria, anche se nel concretizzarsi del percorso di ricerca non sono mancati stimoli e sollecitazioni della storia ambientale, della ricerca d’archivio, della socio-storia e della storia comparata, come pure delle prospettive analitiche della Food History, attenta alle questioni dei sincretismi e delle ibridazioni alimentari nei processi di migrazione. Le numerose interviste effettuate, che hanno permesso di realizzare il Docufilm Approdo a Nord-Ovest. Storie di migranti emiliano-romagnoli, mostrano come il tema del cibo attraversi in modo lineare tutte le esperienze migratorie e connetta strettamente il vissuto in Argentina con le memorie di un’Italia talvolta immaginata sul filo delle esili memorie dei ricordi e dei racconti.

La pandemia di Covid 19 ha pesantemente colpito Italia e Argentina a partire dalla fine del mese di febbraio 2020. Da un lato, questi problemi sono stati alla base del prolungamento della scadenza del progetto decretata dalla Regione Emilia-Romagna per compensare, d’altro canto, le difficoltà emerse nel programmare le missioni in Argentina – in parte cancellate – e lo spostamento di alcune attività di restituzione sotto forma di webinar.

Come indicato in precedenza, sono significativi i risultati e le conoscenze acquisiti con la realizzazione di questo progetto di ricerca. In primo luogo, va sottolineata la pregnanza dell’esperienza migratoria nell’area di Salta e Jujuy, due aree rimaste sempre ai margini dei lavori di ricerca sull’emigrazione italiana in Argentina e che, invece, hanno rivelato l’esistenza di un quadro molto ricco e stimolante, che meriterebbe senz’alcun dubbio altri nuovi supplementi di indagine. In secondo luogo, altri nuovi supplementi di indagine andrebbero dedicati al tema del nomadismo alimentare, soffermandosi su alcuni snodi problematici che ancora aspettano approfondimenti di analisi come indichiamo nel quadro successivo.

In merito al quesito originalità, la ricerca ha fatto emergere numerosi elementi di riflessione estremamente importanti per meglio comprendere i contorni delle dinamiche migratorie nel Nord-Ovest dell’Argentina. L’originalità di queste acquisizioni risiede in particolare nel fatto che i luoghi cui approdarono i migranti emiliano-romagnoli erano estremamente distanti dalla capitale porteña e hanno quindi permesso una particolare forma di ibridazione delle esperienze migratorie suggerendo la necessità di indagare più in profondità in quale misura il ‘trapianto’ dei saperi e degli skills degli emiliano-romagnoli, in qualità di lavoratori e imprenditori, abbia contribuito allo sviluppo socio-economico dell’area.

Un secondo elemento di originalità riguarda a tutto tondo il tema dei nomadismi alimentari. Queste considerazioni prendono avvio dalla considerazione che il cibo rappresenta un’importante pietra angolare dell’esperienza migratoria e di come, nella diaspora, le abitudini, le pratiche e i ricordi legati al cibo rappresentino un elemento importante di identità, coesione e riconoscimento. Da questo particolare punto di vista, il cibo è dunque un elemento fondamentale dell’identità e di collegamento con i luoghi di provenienza, oltre che con il proprio habitat domestico e affettivo abbandonato, Preparare, servire, offrire e consumare il “cibo di casa” (che nel tempo diventerà via via il “cibo della memoria”) diviene un momento fondamentale per affermare e preservare la propria identità e condividere con altri – parenti, amici e conoscenti – una specifica componente delle proprie radici geografiche e culturali. Il cibo è dunque da considerarsi un complemento dell’identità, condiviso e trasmesso nelle generazioni, quale irrinunciabile elemento di un’esperienza di vita, che travalica la dimensione individuale per divenire patrimonio condiviso dalla collettività migrante.

Su questi temi, la ricerca svolta ha permesso di creare i primi rapporti con Casa Artusi e con la Cattedra Italica di Mar del Plata, con cui si intendono sviluppare in futuro collaborazioni e sinergie.

In relazione agli output emersi nelle attività di disseminazione e comunicazione realizzate, il principale risultato del percorso di ricerca è rappresentato dal Docufilm “Approdo a Nord-Ovest. Storie di migranti emiliano-romagnoli”, firmato da Nora Sigman, la quale ha avuto un ruolo determinante all’interno dell’intero progetto di ricerca. Il docufilm è ambientato per lo più nell’area di Jujuy e Salta e contestualizza le esperienze migratorie nei luoghi che hanno salutato l’arrivo dei migranti emiliano-romagnoli.

Nel marzo 2020 i primi risultati della ricerca sono stati presentati a San Salvador di Jujuy insieme a qualche anteprima del docufilm commentato da Nora Sigma e con un contributo di Stefano Magagnoli.

Il 20 novembre il gruppo di ricerca di Parma ha partecipato al Webinar organizzato dall’Università di Modena e Reggio Emilia, dal titolo “In prospettiva storica. Strumenti e fonti per le migrazioni contemporanee”. Un seminario di public history dedicato agli emiliano romagnoli nel mondo, con l’illustrazione della ricerca svolta e la presentazione commentata di alcuni spezzoni del docufilm.

Il 25 novembre e il 2 dicembre 2021 si sono svolti i webinar che hanno segnato la conclusione ufficiale del progetto, con la restituzione ai partner e alle controparti locali di tutte le acquisizioni del lavoro di ricerca. Il primo webinar, dal titolo “Cocinas nomades”, ha proposto una riflessione sulle ibridazioni alimentari e su come i processi di migrazioni rappresentino un formidabile veicolo di nomadismo alimentare. Nel secondo, “Una herencia transnacional: narraciones de emiliano-romagnoli en Argentina”, si è invece proposta la visione di alcuni spezzoni del docufilm con i commenti dell’autrice e del pubblico collegato.