Cura di sé, cura dell’altro, cura del mondo

Il percorso delle Associazioni
Il tema

Cura di sé, cura dell’altro, cura del mondo. Siamo partiti da qui a luglio 2013 e con noi le 24 associazioni protagoniste della terza edizione del percorso di giornalismo civico-partecipativo che attraverso 6 newsletter ci hanno raccontato il loro modo di ‘intendere la cura’. La cura di chi ci appare diverso, della famiglia, dell’infanzia, di chi sconta una pena, di chi viene da lontano, degli adolescenti: ambiti diversi e diversamente importanti da esplorare e da conoscere attraverso lo sguardo privilegiato di chi ha fatto della ‘cura’ l’impegno quotidiano. L’obiettivo: quello di favorire una riflessione critica su una parola che oggi viene diversamente tradotta in azione assumendo forme e significati differenti.

Fiammiferi

Il tema della cura di coloro che ci appaiono diversi ha fatto da apripista. Diversi perché disabili o malati, come gli addetti alle vendite di Secondo Magò (coop Zora) o come gli avventori del Seneca Cafè (Accaparlante), diversi perché, come B.L., hanno lottato contro un disagio psichico – e hanno vinto (Scacco Matto). Diversi come le persone di cui si prende cura Unicoop attraverso una strategia che mette insieme – fisicamente - la generazione dell’esperienza (anziani in casa di riposo) e quella dell’energia (bambini dell’asilo nido).

famiglia

Una diversità che diventa ricchezza, così come lo è la famiglia, protagonista del secondo numero della newsletter che ci ha portato a scoprire famiglie appena nate, che si scambiano consigli e supporto grazie all’Associazione Compagnia In…stabile, e mamme in difficoltà che con i loro bambini condividono il desiderio e la voglia di crescere insieme all’interno della casa di accoglienza di Africa e Mediterraneo. E, ancora,  “famiglie accoglienti”, come quelle descritte dalla Cooperativa sociale Paolo Babini, attraverso il racconto dell’esperienza di chi ha voluto mettersi in gioco e prendersi cura di minori allontanati dal nucleo/contesto di origine. Anche gli anziani fragili sono ‘famiglie’ e li sostiene Acli Bologna, stimolandoli a mantenere una vita sociale attiva.

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L'età più bella ma anche la più fragile, l’infanzia, è stata il tema della newsletter numero 3. Per la cooperativa L’Accoglienza prendersi cura dell’infanzia significa offrire a ragazzi con disturbi specifici dell’apprendimento un luogo dove esprimersi liberamente. Altrettanto liberamente si muovono i bambini che frequentano i corsi di psicomotricità organizzati dall’associazione Dinamica. I libri e le storie sono invece gli ‘attrezzi del mestiere’ di Casina dei bimbi e Circi: che siano un modo per trattare temi delicati o un’occasione per condividere passioni e interessi, una storia raccontata può servire più di mille discorsi.

La quarta newsletter ha dato spazio ad associazioni che lavorano per e concoloro che scontano una pena: inevitabile che il carcere sia il ‘luogo di lavoro’ per 3 delle 4 realtà coinvolte. Volontari per ricominciare offre ai bambini che fanno visita ai detenuti uno spazio di gioco e di spensieratezza, mentre Il Poggeschi ha fatto del carcere una redazione web, dove ogni due settimane nasce un nuovo numero del periodico ‘Ne vale la pena’. Oltre il muro va oltre i confini del carcere raccontando cosa succede al suo interno con il foglio ‘Sosta forzata’. Terra verde onlus invece si prende cura di chi dal carcere è uscito insegnando nella scuola cantiere le basi dell'edilizia, del giardinaggio e dell’artigianato artistico.

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Stranieri, profughi, vittime della tratta, persone che vengono da lontano e che, spesso, si trovano a vivere situazioni difficili: questo è stato il tema affrontato nella quinta newsletter. Ragazze costrette a vendere il proprio corpo che in Via Libera onlus hanno trovato consigli e aiuto per potersi curare e prendersi cura di loro stesse Ventotto i profughi del Nord Africa che hanno avuto la possibilità di vivere una quotidianità dignitosa grazie all’accoglienza del Consorzio Indaco e tanti gli stranieri che, per merito de ‘Il Mantello’ e dei suoi corsi di lingua italiana, si sentono un po’ meno stranieri. Magari anche un po’ più italiani. La solidarietà non passa mai di moda nemmeno nel centro di accoglienza Porta Aperta, che con il suo ‘charity shop’ vuole promuovere nuovi stili di vita.

Il percorso delle associazioni si è chiuso con la newsletter numero sei, dedicata alla cura delle adolescenze. Adolescenze che attraverso il teatro acquisiscono maggiore consapevolezza delle proprie emozioni e del proprio corpo con Eureka. Adolescenze che trovano nel cineforum di Itacauno spazio in cui svelarsi. Adolescenze che si mettono a servizio di un quartiere cittadino e aiutano a contrastarne il degrado grazie al Coordinamento Volontariato Lame. Infine adolescenze difficili, spesso rubate, che però si preparano ad un’età adulta felice con l’aiuto e la guida dello Sportello del Neomaggiorenne messo a disposizione dalla Fondazione San Giuseppe per l’aiuto materno e infantile.

24 associazioni e 24 esperienze che guardano il mondo in modi diversi ma sempre mettendo al centro ‘l’altro’, l’impegno personale nelle relazioni di reciproco aiuto perché, se è vero che la cura non ha voce nel mondo della crescita economica, essa è comunque parte delle nostre vite. E ne dobbiamo avere cura.

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