Coordinamento Volontariato Lame di Bologna: una comunità educante e solidale anche in periferia
Tre aggettivi per descrivere la vostra realtà organizzativa.
Plurale, collaborativa, radicata sul territorio.
Coordinamento Volontariato Lame (C.V.L.): 15 associazioni per un obiettivo comune. Quale?
L’impegno verso i minori e le loro famiglie allo scopo di creare una comunità educante e solidale, nonché un territorio capace di attivarsi per l’inclusione, lo sviluppo sociale e il benessere collettivo, favorendo il coinvolgimento di tutte le risorse presenti: pubbliche e private, spirituali e materiali, italiane e straniere, giovani e anziane, femminili e maschili.
La vostra organizzazione opera nella zona Lame di Bologna. Quali peculiarità presenta questo territorio rispetto agli altri agglomerati della città?
Si tratta di una zona abbastanza periferica, soprattutto verso Pescarola, un po’ scollegata dal resto della città e caratterizzata da famiglie più numerose rispetto agli altri agglomerati urbani, un 12,7% di popolazione straniera, nuove e vecchie povertà. La carenza di servizi, luoghi di aggregazione e attività per la comunità alimenta poi un sentimento di non appartenenza dei cittadini che abitano la zona, insieme a difficoltà legate alla convivenza e alla percezione di un senso di insicurezza.
All’interno della newsletter descrivete il progetto Alle Lame: la periferia si fa comunità: un lavoro contro l’esclusione?
E non solo. Il percorso formativo seguito dai ragazzi a rischio devianza per imparare a imbiancare un muro, pulire le grate condominiali o tagliare l'erba, ha voluto insegnare loro anche l’importanza di prendersi cura del territorio in cui si vive e il rispetto per quegli spazi comuni che si abitano quotidianamente.
Quali sono gli obiettivi del C.V.L. per il futuro?
Continuare a fare rete per l’assunzione, da parte di tutti, di una responsabilità sociale condivisa. Per questo il Coordinamento Volontariato Lame ha in cantiere, all’interno del progetto “Case Zanardi” del Comune di Bologna, la realizzazione di attività pomeridiane contro il disagio giovanile e l’abbandono scolastico, nuovi percorsi per adolescenti (finalizzati alla costituzione stabile di una squadra di “manutentori di quartiere”), laboratori di falegnameria per ragazzi, la formazione di alcune donne straniere per assemblare pannolini riutilizzabili, interventi di mediazione sociale e un piccolo “emporio solidale” per la distribuzione di generi di prima necessità.