“Erostraniero”: un progetto per una città ospitale

UDI, Masci, Azione Cattolica e “Il Mantello” insieme per costruire una società senza ghetti
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Giugno 2013: la festa finale dei corsi di italiano di Ero Straniero si svolge a Fossoli con visita al Campo di Concentramento, luogo simbolo di Carpi. Essere lì con persone da ogni parte del mondo non è solo fare memoria della negazione della umanità e della diversità operata dai nazifascisti, essere lì significa esprimere la volontà precisa di costruire una città ospitale dove anche chi viene da lontano non debba più subire trattamenti indegni di un essere umano. In molte culture l’ospite è onorato, ma noi, chiusi nei recinti delle nostre sicurezze, stiamo perdendo questo valore.

Il progetto Ero Straniero, nato per volontà di Azione Cattolica, Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani (MASCI), Unione Donne in Italia (UDI) e della Cooperativa Sociale Il Mantello con il contributo di molti (Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, Fondazione Casa del Volontariato di Carpi, Commissione Pari Opportunità e altri soggetti), vuole invece costruire una città senza ghetti, cercando di ridare a chi viene da lontano dignità e visibilità con l’insegnamento della nostra lingua. Perché il lavoro, pur indispensabile, non basta se non è supportato dalla comunicazione. Diceva una badante: “quando sono arrivata e lavoravo da un malato di Alzheimer le prime parole che ho imparato sono state gli insulti che mi rivolgeva...”. Attraverso la lingua cerchiamo di ridare libertà e indipendenza alle donne che per anni non sono uscite di casa se non accompagnate, a chi non ha mai imparato a scrivere, a chi viene coi figli piccoli e li affida per due ore ai volontari, a chi pur avendo studiato fino alla laurea si accontenta di un lavoro duro e precario.

Prendersi cura è accogliere i sogni, le speranze, i sacrifici di chi investe nel futuro e riflettere, di conseguenza, sui nostri stili di vita basati sul “tutto e subito”. Insegnare nei nostri corsi aiuta a mettersi in gioco in una relazione che pian piano perde l’aspetto “scolastico” per diventare sempre più accompagnamento verso l’autonomia dell’altro, nel rispetto della sua libertà. Perciò occorre essere creativi e studiare nuove vie di integrazione: dalla semplice lezione di italiano a quella fatta al supermercato, dall'incontro con la farmacista a quello con la vigilessa oppure ancora al laboratorio di cucito. Ma significa anche ritrovarsi uniti dopo il terremoto e dare nomi alle emozioni, alle paure, alla solidarietà vissuta. Significa vivere insieme i momenti di festa per un semplice gelato, per la consegna degli attestati finali, come per l’occasione straordinaria della beatificazione di Focherini, nostro concittadino.

Occorre però accorgersi di nuovi bisogni nella città, come la necessità di decentrarsi sul territorio per raggiungere le frazioni e dare la possibilità a più persone di imparare o per insegnare anche a studenti di due scuole superiori dando loro una nuova opportunità per apprendere l'italiano. Ogni anno cresce la voglia di consegnare ai corsisti un pezzo della nostra storia, dalla Costituzione Italiana alla storia più vicina, quella locale. E ogni anno cresce la gratitudine per quanto riceviamo da ciascuno di loro e allo stesso tempo lo stupore per la generosità e l’impegno di tanti volontari..

Per saperne di più visita il sito www.erostraniero.it e guarda il video!

 

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