Associazione Il Poggeschi per il carcere e per conoscere una realtà ignorata

logo-poggeschi

 

Tre aggettivi per descrivere l’associazione Il Poggeschi.

Vivace, curiosa, impegnata.

 

Quando nasce l’Associazione e con quali obiettivi?

Nel 2006, ma operava dentro il carcere di Bologna già dal 1996 come gruppo informale. L'intento, attuale e di allora, è quello di portare in carcere i giovani e il loro entusiasmo per aiutare nei detenuti la ricostruzione di un proprio tessuto relazionale per un pieno reinserimento sociale.

 

Nel mese di marzo avete ricevuto il Premio Marco Biagi per il progetto con l'associazione Streccapogn “Coltivare cittadinanza” per il reinserimento sociale dei detenuti attraverso il lavoro della terra. Ci parlate di questa iniziativa?

Si tratta di un progetto rivolto a detenuti nel carcere della Dozza che possono accedere ai permessi premio e alle misure alternative alla detenzione. Si propone di offrire loro l’opportunità di una formazione nell’ambito della agricoltura biologica, insieme ad occasioni per avviare una nuova rete relazionale distante dagli ambienti da loro precedentemente frequentati. Il nome dato al progetto intende sottolineare l’importanza che questi percorsi di reinserimento puntino anche a favorire nelle persone che provengono da esperienze di devianza e detenzione, l’acquisizione di un loro sentirsi cittadini di un territorio e di una comunità.

 

All’interno di questo numero di Percorsi-news ci parlate del progetto Ne vale la pena, il periodico online prodotto da una redazione mista composta da detenuti, volontari e professionisti. Come si comunica la vita nel carcere?

Di carcere di solito si parla solo in occasione di eventi di cronaca nera, ma la realtà ristretta è molto di più di questo. Ne vale la pena vuole proprio essere una finestra sulla Dozza, sia per raccontare cos'è questo luogo e chi sono le persone che ci vivono e lavorano, sia per avere un riscontro dalla società fuori, e l'essere online ha il vantaggio dell'interazione, sempre filtrata dai volontari, ma comunque reale. Un obiettivo che ci diamo è anche quello di avere un livello qualitativo alto, mai banale, per poter fare un'informazione credibile e approfondita.

 

Progetti in cantiere per il futuro?

In collaborazione con l’associazione “Planimetrie culturali” ci è stato assegnato il 3° premio di “Bologna città civile e bella” promossa dal comune di Bologna. Attraverso questo progetto si intende recuperare alcuni spazi abbandonati della città, attraverso un’attività di giardinaggio partecipato, coinvolgendo detenuti ed ex detenuti, anche qui con l’obiettivo di restituire loro la consapevolezza di essere cittadini di un territorio, attivando un circuito di socialità e custodia.

Verranno inoltre portate avanti le altre attività che già sono avviate, quali i laboratori di tecniche e tematiche varie all’interno di alcune sezioni della Dozza, la sensibilizzazione nelle scuole sul tema giustizia e carcere, le iniziative di riflessione e confronto attraverso seminari offerti alla cittadinanza.

Azioni sul documento