Abbattere il muro tra carcere e città

Le iniziative di “Oltre il muro” per avvicinare la realtà del carcere alla cittadinanza piacentina
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Abbattere le mura del carcere, abbattere le mura in genere non è impresa da poco. È possibile, però, pensare di aprire varchi, allargare fessure, spalancare qualche finestra. Per mettere in comunicazione il dentro e il fuori. Con tanta fatica ma con passione e qualche risultato incoraggiante. Accanto al suo impegno di assistenza diretta alle persone detenute negli sportelli interni alla casa circondariale, l’associazione “Oltre il muro” ha ereditatoanche tutto l’impegno di comunicazione avviato da un tavolo di organizzazioni di volontariato supportate e coordinate dal Centro di Servizio per il Volontariato di Piacenza – SVEP. Un impegno complesso che si sviluppa su tre percorsi: la realizzazione trimestrale del foglio “Sosta Forzata” che compie in questi giorni i suoi primi dieci anni e da sempre esce in allegato al settimanale diocesano “Il Nuovo Giornale”, il progetto “Tra noi e voi” con le scuole superiori della città, il premio di scrittura “Parole oltre il muro – Stefania Manfroni” e, con cadenza annuale, la giornata “Piacenza e il carcere”.

“Sosta Forzata” segna la sua prima uscita nel dicembre del 2003, è coordinato e diretto da una giornalista iscritta all’Ordine regionale. La redazione, composta da una quindicina di detenuti comuni, si riunisce ogni settimana per due ore in un’aula della cosiddetta “area pedagogica”, dove in mattinata lavorano le scuole e dove si svolgono in genere i colloqui con gli operatori e i volontari. Le persone detenute, di varie nazionalità, scrivono a biro in aula o nelle loro celle sui vari argomenti scelti di volta in volta nelle riunioni del mercoledì pomeriggio. Due sono i filoni tematici: la vita in carcere con tutti i problemi e la sofferenza che comporta e la personale storia di vita che, a colpi leggeri di scalpello, piano piano emerge nei racconti o nelle interviste. Questo primo, costante appuntamento con la città ha, nel corso degli anni, dato i suoi frutti: è nato il premio di scrittura, il mondo della scuola ha incominciato a interessarsi al tema della reclusione e del castigo, la stessa università ha partecipato con piccoli gruppi a poche ma significative riunioni di redazione, la giornata di sensibilizzazione ha raccolto negli anni adesioni sempre più numerose da parte dei cittadini e degli studenti. Anche gli eventi proposti nelle ultime edizioni del Festival del Diritto hanno potuto contare su un pubblico sempre più ampio e attento. Dopo anni di sollecitazioni, infine, anche il Comune ha ascoltato le richieste del giornale e del volontariato istituendo la figura del Garante delle persone private della libertà e nominando Alberto Gromi figura autorevole del mondo scolastico cittadino.

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La giornata di sensibilizzazione “Piacenza e il carcere” ha consolidato i rapporti con le scuole e con la città, offrendo ogni anno la possibilità di incontrare nuovi temi e nuovi ospiti. L’idea è partita con il concorso di scrittura, giunto ormai alla nona edizione, che prevede, appunto, una raccolta di testi scritti all’interno del carcere, inseriti in computer dai volontari, resi anonimi e pre-selezionati da alcune classi di istituti superiori di Piacenza. Ad una giuria tecnica, composta da scrittori e da persone impegnate nelle carceri, tocca il compito di scegliere i vincitori che ricevono come premio alcune somme in denaro davvero preziose per chi sta scontando una pena in prigione. Non potremo mai dimenticare la gioia di un papà marocchino, Tarik, che con i cinquecento euro del primo premio, ha pagato un anno di scuola alla figlia, tra l’altro protagonista del racconto. Il premio, dicevamo, fa da cornice alla giornata di sensibilizzazione che propone una serie di incontri in contemporanea nelle scuole su temi diversi e con ospiti di indiscusso valore. Negli anni l’associazione “Oltre il muro” ha potuto contare sulla presenza di Edoardo Albinati, Adriana Lorenzi e Marco Archetti scrittori, dei registi Davide Ferrario, Alessandro Angelini e Antonio Capuano, di Manlio Milani presidente della “Casa della Memoria”, Ornella Favero direttore di “Ristretti”, Desi Bruno Garante Regionale dei detenuti, di Paola Cigarini presidente della Conferenza volontariato Giustizia dell’Emilia Romagna, Grazia Grena impegnata sul territorio lodigiano negli inserimenti lavorativi delle persone condannate, di Michelina Capato regista teatrale della compagnia E.S.T.I.A. da sempre attiva nelle carceri milanesi e di Angelo Aparo responsabile del Gruppo della Trasgressione, Luciana Scarcia esperta in scritture di sé.

Una grande fatica che, di anno in anno, ha avvicinato giovani e adulti cittadini di Piacenza a un carcere che, agli inizi degli anni 2000, giaceva isolato e ignorato sui campi ai bordi della città.

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