Scoprire la “BibliotecaBlù” con gli occhi di un bambino

Se escludiamo il giorno della mia nascita, non ero mai andato in un ospedale.
Ma poi, un bel giorno di primavera, mi è capitato di ritornarci per una pericolosa quanto spettacolare caduta dalla bicicletta. No, non avete capito male, ho detto proprio un bel giorno. E adesso vi spiego il perché.
Quando sono finito nel fosso mi sono spaventato molto. Avevo male dappertutto ma non volevo piangere davanti ai miei amici anche se le lacrime erano lì pronte dietro gli occhi. Poi mi hanno portato in ospedale e già mi immaginavo siringhe enormi, dottori minacciosi, medicine amarissime.
Invece la prima cosa che vedo è un carrello che sembra un po’quello delle medicine, con la differenza che questo era colorato e colmo di libri e giochi. Due signore sorridenti mi dicono che posso prendere in prestito quello che voglio, e si fermano a chiacchierare con me illustrandomi i vari libri. Devono essere due maghe perché indovinano subito il mio genere preferito. Mi spiegano che nella BibliotecaBlù, in fondo al corridoio, ce ne sono molti altri. Il tempo con loro passa e quasi mi scordo di essere in ospedale, fino a quando entra un’infermiera a cambiare la flebo.
Il giorno dopo al posto delle due maghe, arrivano dei ragazzi che fanno l’università, oltre che i volontari alla BibliotecaBlù. Sono simpaticissimi, mi insegnano un gioco con le carte e scopro anche che sono fans del mio rapper preferito. Peccato che domani abbiano lezione e non possano venire, mi dicono che però ci saranno i clown Pepita e Banana. Non sono molto entusiasta, i clown sono roba da bambini. Invece mi dovrò ricredere: sono diversi ma in perfetta sintonia, uno fa il capo, l’altro si sottomette in modo ironico, portano al guinzaglio un cane immaginario ed eseguono dei giochi di magia facendo sembrare che sia io quello con poteri magici. E’ strabiliante! Persino mia madre ci casca e la vedo finalmente ridere. Di fatto una bella iniezione di fiducia e buonumore senza il fastidio dell’ago!

Dopo qualche giorno, se Dio vuole, posso alzarmi e mi dirigo curioso verso la BibliotecaBlù seguendo le orme sul pavimento. La prima cosa che mi colpisce sono i colori dei libri sugli scaffali, poi il suono dolcissimo di una voce che narra una storia ad un bambino. La voce appartiene ad una ragazza, molto carina, con i capelli blu e un piercing al naso. Il bambino la ascolta rapito, e anch’io devo dire che mi lascio incantare. Poi lei alza gli occhi e mi chiede se voglio qualcosa in prestito. Vorrei rispondere: “te” ma mi trattengo e cerchiamo insieme qualcosa da leggere. Mi consiglia un autore che non conoscevo e che ora è diventato il mio preferito.
Quando sono entrato in ospedale pensavo che avrei passato le giornate ad aspettare con angoscia l’arrivo dei medici, invece ho aspettato ogni giorno con gioia e impazienza l’arrivo dei volontari. Con loro non ho solo passato del tempo, per scacciare la noia delle lunghe giornate in ospedale, ma ho condiviso interessi, ho respirato il loro entusiasmo, la loro passione. I medici hanno curato le mie contusioni esterne, i volontari quelle interne, svelandomi un mondo fino ad allora sconosciuto. Troppo figo fare parte della BibliotecaBlù! Non appena crescerò…aspettatemi!
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