“Le parole scappate” al Seneca Cafè

A Crevalcore laboratori rivolti ad anziani e bambini per parlare di malattia e disagio
accaparlante

Si può sviluppare intorno alla malattia il senso di una solidarietà reale? Possono le persone malate, anziane e i loro famigliari scacciare il più lontano possibile il senso di solitudine e vergogna che tanto spesso emerge dai racconti delle esperienze dirette? Può crescere la comunità mostrando attenzione e vicinanza a chi rischia di essere e sentirsi ai margini?

Al Seneca Cafè di Crevalcore abbiamo provato a dare una risposta positiva cercando una strada per condividere il peso della malattia, coinvolgendo non solo i diretti interessati (persone affette da Alzheimer e da demenze senili e loro familiari) ma anche i bambini delle scuole elementari, le famiglie, la cittadinanza.

L'occasione giusta è nata dall'incontro con un libro “Le parole scappate” di Arianna Papini, in cui l'autrice in modo denso, reale e poetico racconta la quotidianità di una nonna malata e di un nipotino dislessico.

Dalla lettura del libro è scaturita l'idea di un laboratorio che è stato proposto e realizzato in modo parallelo in alcune classi della scuola primaria e nel Seneca Cafè1.

Il laboratorio si è articolato in quattro incontri per ciascuna delle realtà coinvolte, quattro momenti in cui attorno ai nuclei forti del libro (il ricordo, le paure, il coraggio) bambini e insegnanti da una parte, persone frequentanti il Seneca Cafè dall'altra hanno sperimentato emozioni, storie, racconti di vita secondo i modi e le possibilità di ciascuno.

Il frutto di questi lavori è stato poi condiviso in due incontri comuni fra le classi e il gruppo del Seneca Cafè. In un momento piacevole come il fare merenda insieme, tutti i partecipanti hanno potuto conoscere ciò che “gli altri” hanno prodotto; i bambini hanno mostrato disegni e raccontato, i “nonni” con sorrisi e qualche lacrima hanno reso partecipe il gruppo delle loro forti emozioni.

Un incontro/laboratorio alla presenza di Arianna Papini ha concluso il percorso; i bambini, gli adulti e gli anziani insieme ad ascoltare la storia letta dall'autrice, a disegnare le emozioni che fanno stare male e quelle che fanno stare bene; i nonni ad inseguire le tracce di memoria della propria infanzia, i “nipoti” a scoprirle... E molte altre persone a guardare incuriosite quel gruppo numeroso, composito, sorridente ed affaccendato durante un sabato mattina di mercato.

Punto qualificante e innovativo dell'esperienza è stato il ruolo svolto dall'équipe del Progetto Calamaio, gruppo composto anche da animatori con disabilità. In questo modo una “diversità” si è presa cura di un'altra “diversità” proponendo nello stesso tempo ai bambini e alle loro famiglie un'immagine attiva e positiva delle persone con disabilità o che vivono una difficoltà.

Attraverso gli incontri, prima rivolti in modo separato ai bambini e agli anziani e poi vissuti in una condivisione di attività ed emozioni, si è sperimentata la possibilità di ribaltare ruoli e stereotipi, di condividere paure e difficoltà, di dare spazio a coraggiosi tentativi di fare fronte a ciò che ci fa far fatica, di sentirsi meno soli. Non è un caso che il laboratorio conclusivo, vera e propria festa in città a cui hanno partecipato un centinaio di persone, fosse proprio dedicato alle paure e al coraggio.

 

 

Per informazioni visita il sito www.accaparlante.it

(1) Nella scuola gli interventi sono stati animati dall' équipe formativa del Progetto Calamaio della Cooperativa Accaparlante, in particolare da Patrizia Passini, Tiziana Ronchetti, Lucia Cominoli nel Seneca Cafè da Davide Ognibene, educatore che sempre per conto della Cooperativa Accaparlante lavora da tempo al progetto.

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