In una mostra i vent’anni di sport in Europa sotto il nazifascismo
29.10.2012
Dai giochi olimpici di Berlino del 1936 alla manifestazione del 1948, una mostra a Bologna studia il legame tra nazismo e sport e ripercorre le vite di venti sportivi la cui carriera fu distrutta dalle leggi razziali
Da Gino Bartali e il mito dell’esaltazione del corpo nel fascismo ad Arpad Weisz, l’ebreo ungherese che portò al trionfo Inter e Bologna prima di morire ad Auschwitz per colpa delle leggi razziali di Benito Mussolini: il 6 novembre sarà inaugurata la mostra “Lo sport europeo sotto il nazionalsocialismo. Dai giochi olimpici di Berlino ai giochi olimpici di Londra (1936 – 1948)”, che ripercorre attraverso filmati, fotografie, oggetti e documenti di archivio, in parte inediti, i diversi aspetti della storia dello sport nell’Europa degli anni Trenta e Quaranta, ricostruendo, oltre al contesto storico-politico, le vite di venti sportivi la cui carriera fu sconvolta dall’ascesa del Nazismo e del Fascismo.
Grazie alla collaborazione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna con il Mémorial de la Shoah di Parigi, la mostra sarà allestita, in anteprima nazionale, presso Casa Saraceni a Bologna e visitabile gratuitamente, da cittadini e scolaresche, dal lunedì al venerdì dal 6 novembre al 21 dicembre. La mostra verrà presentata per il pubblico italiano attraverso una versione bilingue italiano‐inglese e arricchita, rispetto alla versione originale, da una sezione dedicata all’Italia fascista. Un approfondimento tematico che metterà in luce alcune caratteristiche della politica sportiva dell’Italia fascista, dallo sviluppo dello sport di massa e di moderne strutture sportive alla costruzione di un corpo nuovo per l’italiano nuovo, obiettivo ultimo di un regime orientato verso una politica di potenza.
All’esposizione si affiancheranno incontri pubblici, visite guidate, videoproiezioni di documentari e film d’epoca e numerose altre iniziative a cura dell’Assemblea legislativa per parlare di sport nell’Europa nazista e fascista: tra le più significative i due incontri pubblici, previsti rispettivamente per il 6 novembre e il 4 dicembre, “Lo sport europeo dai fascismi alla democrazia” e "L’Italia fascista e lo sport, l’esaltazione del corpo e le leggi razziali: Primo Lampronti, Arpad Weisz, Gino Bartali”, con il contributo di prestigiosi esponenti del mondo accademico e dello sport, come Lilian Thuram, ex calciatore della nazionale francese, e di giornalisti e scrittori come Carlo Lucarelli.
Tutte le iniziative sono realizzate e promosse dall’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna in collaborazione con il Mémorial de la Shoah, con la partecipazione dell’Istituto Parri, di Aned e del Museo ebraico e con il patrocinio dell’Università di Bologna, del Coni regionale Emilia-Romagna, dell’Alliance Française, della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna e dell’Ufficio Scolastico Regionale.
La mostra sarà a ingresso libero e a richiesta si potranno organizzare visite guidate.
Per informazioni e prenotazioni:
Elisa Renda
Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna
Servizio Relazioni esterne e internazionali
Tel. 051/527 7644 - E-mail: erenda@regione.emilia-romagna.it