I luoghi ricordano e raccontano tante storie all'Istituto D'Arzo

Memoria

Si tratta di un progetto di sperimentazione ed applicazione di tecniche memoriali- biografia di comunità e  scrittura autobiografica- per la raccolta/conservazione/trasmissione di memorie anche intergenerazionali  di protagonisti dei fenomeni storici studiati a livello locale in stretta connessione con la dimensione regionale e nazionale del quadro storico generale.

 

I  percorsi, frutto dell'esperienza già realizzata lo scorso anno, sono così definiti:

 

1)      Classe 5A AFM- sede di Montecchio Emilia - Referente prof. Fabrizio Azzali. Seconda parte della ricerca storica, iniziata l'anno scolastico scorso, su  un luogo simbolo della industrializzazione del territorio: la Fabbrica CAPOLO ( Casa del Popolo agli inizi del ‘900, industria del barattolo “ madre” dell’industria meccaniche della Val D’Enza e snodo fondamentale per la nascita del “ distretto Industriale” ) con la consulenza, l’accompagnamento e la supervisione della Prof.ssa Lorena Mussini e del Dr. Antonio Canovi. Gli studenti hanno approfondito lo studio dell’industrializzazione del territorio, delle trasformazioni del lavoro e del sistema produttivo, nonché della evoluzione  di un “distretto industriale” di primaria importanza locale, nazionale e internazionale. Ciò ha permesso ai giovani di focalizzare l’attenzione su un luogo definito rileggendone i principali fattori di cambiamento socio-economico in un periodo cruciale del Novecento: gli anni '60 e '70 del secolo scorso. Sono state attivate metodologie interattive e  già sperimentate in altri percorsi di ricerca-azione quali: la video-intervista, l’esplorazione significativa dei luoghi, l’approccio multi-dimensionale e multi-mediale ai materiali di studio e di analisi utilizzati, potenziando in questo senso la logica sistemica e di interconnessione fra il soggetto coordinatore e le altre Istituzioni coinvolte in ambito locale come i Comuni, Enti e Associazioni.

A differenza delle  metodologie impiegate nella prima parte della ricerca storica, si è puntato quest'anno sulla realizzazione di un prodotto in cui la dimensione narrativa è ridotta al minimo e la ricostruzione storico-memoriale è affidata alla viva voce dei protagonisti che, attraverso una serie di interviste  intervallate da immagini e documenti d'epoca (in buona parte inediti), fanno riemergere il tessuto personale e collettivo del periodo preso in considerazione.

La serie delle testimonianze raccolte dei protagonisti (operai non qualificati, operai-capireparto, donne operaie e donne del sindacato, religiosi e laici ex componenti del cda della fabbrica, ecc...) iniziata a febbraio, terminerà col mese di marzo.

 

2)      Classe 5C Indirizzo Professionale Grafico- Istituto D’Arzo- Sede di Sant’Ilario d’Enza( Re)- Referente Prof.ssa Pira Pasqualina. I ragazzi hanno affrontato lo studio luoghi simbolo del territorio della Val d’Enza come luoghi della memoria. L’approccio utilizzato ha consentito di rileggere quei luoghi attraverso le trasformazioni che sono intervenute nel tempo partendo dai documenti, in particolare, con l’aiuto dell’architetto del Comune di S. Ilario Federica Bartoletti  dal Piano paesaggistico del Comune,  hanno potuto riconoscere nei luoghi di oggi come essi erano del secondo dopoguerra fino al boom economico degli anni ’60 (fino al 1963).  Importanti sono stati i contributi del prof. Canovi che ha lavorato con gli studenti sulla geostoria della Val d’Enza con documenti e cartine toponomastiche e della prof.ssa Mussini che ha approfondito dal punto di vista storico la questione della trasformazione del territorio. Rilevante è stato anche il contributo della dott.ssa Vannini che ha lavorato sui documenti e ha condotto il dibattito con gli studenti. Oltre al lavoro di approfondimento suddetto si sta lavorando alla produzione del Logo del progetto, mettendo a frutto le competenze specifiche acquisite dagli studenti nell’ambito delle loro discipline di indirizzo.

 

Attività già svolte e previste in aprile e maggio nella sede di Montecchio:

 

Mesi di Febbraio-Marzo 2015. Attività di preparazione, studio, approfondimento dei percorsi ed accompagnamento degli studenti sui luoghi per l’esplorazione degli stessi, l'analisi di fonti e  documenti di varia natura e tipologia e l’incontro preliminare con testimoni significativi e l'acquisizione delle interviste e di immagini e filmati di complemento.

 

Mese di Aprile 2015 Realizzazione di prodotti multimediali, in particolare:

5A AFM- Montecchio: realizzazione di un videoclip, video-interviste per il percorso sull’industrializzazione e lo studio della Fabbrica CAPOLO; referente prof. Azzali Fabrizio. Consulenti e  supervisori dr.ssa Lorena Mussini, dr. Antonio Canovi;

 

Attività già svolte e previste in aprile e maggio nella sede di S. Ilario:

 

Mesi di Gennaio-Febbraio-Marzo: 

-Visita al Museo Cervi con la guida della Dr.ssa Vannini: proiezione di documenti e dibattito;

-Lezione del prof. A. Canovi : Geostoria della Val D'Enza, proiezione documenti e cartine toponomastiche;
-Visita ai luoghi della memoria di Sant'Ilario D'Enza con l'architetto del Comune Federica Bartoletti

"Presentazione di materiale fotografico dei luoghi di ieri e di oggi" - Trasformazione del territorio;
-Lezione della Prof.ssa Mussini dell'Istituto Parri di Bologna sulla storia del ‘900.

Mese di Aprile 2015
Realizzazione di un LOGO per il progetto Con-Cittadini e prodotto conclusivo: IL VIDEO

 

Mese di Maggio 2015: Organizzazione di una iniziativa per la restituzione  del percorso progettuale.

 

Inoltre esperti, storici, amministratori e docenti hanno insieme gli esiti dei progetti di ricerca azione realizzati dagli studenti dell'IIS "Silvio D'Arzo" nell'ambito di conCittadini, in collaborazione con l'Istituto per la Storia e le Memorie del '900 Pari ER e l'Istituto Alcide Cervi.

  

MemoriaLocandina Giornata di studi 25.2

 

Presentazione dei percorsi di ricerca-azione

Percorso A)- Due Classi Quinte dell'Indirizzo Tecnico Industriale 5A (23 s) e 5 B ( 18 s) preparati dal Prof. Azzali Fabrizio, con la consulenza del dr. Antonio Canovi ( storico esperto di storia orale), della dr.ssa Lorena Mussini ( Sezione Didattica Istituto Parri E.R.) e del dr. Nico Guidetti ( video registrazione e montaggio film), hanno realizzato un DOC-FILM- dal titolo “ LA FANTASIA DELLE MANI”- sulla nascita, agli inizi del '900, della fabbrica CAPOLO e il suo sviluppo fino agli Anni Trenta del regime fascista.

 Percorso B)- Due Classi Quinte dell'Indirizzo Professionale Grafico- Sede di Sant'Ilario d'Enza 5A ( 16 s) e 5B (20 s) preparati della prof.ssa Pira Pasqualina, con la consulenza della dr.ssa Morena Vannini ( Sezione Didattica Istituto Cervi),  della dr.ssa Lorena Mussini (Sezione Didattica Istituto Parri E.R.),  hanno prodotto un Medio-Metraggio con testimonianze significative sul tema della Memoria declinata al Femminile e con particolare attenzione per la conquista, da parte delle donne, dei diritti fondamentali a partire dal  Secondo Dopoguerra fino agli Anni Settanta. Il Documentario, montato e costruito interamente dagli studenti, presenta un discorso molto interessante che si snoda su alcune tappe fondamentali del lungo cammino della parità delle donne sul piano politico, giuridico e lavorativo. Al centro dell’impianto narrativo sta la famiglia Cervi e, in particolare, una figura femminile molto interessante, la compagna di Aldo Cervi, Verina Castagnetti, rivissuta tramite le testimonianze dei due figli, Antonietta e Adelmo.

Considerazioni di carattere educativo-didattico sui prodotti degli studenti al termine dei percorsi

“ LA FANTASIA DELLE MANI”è un prodotto corale per l'originalità della tessitura narrativa che riesce a tener unite narrazioni individuali e collettive. Il territorio, che rappresenta lo sfondo e l'oggetto di studio, condensato nella fabbrica-simbolo del distretto Industriale, la CAPOLO, diventa una comunità mnestica vale a dire una comunità che non solo trasmette memoria ma anche che produce memoria. Dunque il racconto complessivo così come è stato montato risulta composto di vari tasselli: di documenti, di ricordi personali, di suggestioni del presente, di esplorazioni dei luoghi più significativi; una vera e propria autobiografia collettiva, in cui tutti si possono riconoscere. Lo schema base di questa Biografia di Comunità riproduce le modalità tipiche della memoria episodica e descrittiva dei fatti, centrata sulla memoria visiva, propria del testimone oculare, la quale però trapassa e travalica il “qui e ora” grazie al documento ed alla fonte storica. In questo passaggio generazionale del racconto dal testimone oculare ad altri soggetti e ad altre generazioni c'è sicuramente una deformazione, una manipolazione, una distorsione; ma c'è anche il segno del riconoscimento, dell'appartenenza. Il disvelamento di qualcosa che anche prima forse si vedeva, ma non si guardava, non si riconosceva. Qualcosa che ora, invece, si guarda anche- o soprattutto- col senso ed il significato dei testimoni oculari e, in questo “ gioco di sguardi” incrociati e  asimmetrici, sul piano temporale e spaziale, quei fatti sono Ri-costruiti,  Ri-appresi e Ri-conosciuti come anche propri. Come se fossero stati Ri-vissuti in prima persona. Ed è appunto in questo Come Se che è racchiuso il valore aggiunto di questo filmato il quale è basato fondamentalmente sull'operazione della Immedesimazione. Le metodologie didattiche sperimentate per la ricostruzione filmica infatti sono state quelle dell'intervista impossibile e della ri-attualizzazione dell' evento, con un’attenta e scrupolosa ricostruzione dell'ambiente e dei protagonisti di quegli eventi.

Il secondo prodotto, il Medio-Metraggio, mostra in generale lo stesso schema della memoria episodica; ma questa volta compare un’applicazione interpretativa, perché i conflitti dell'oggi sono percepiti dai giovani come pressanti, però con la consapevolezza che questi conflitti, come la violenza sulle donne, l'erosione di alcuni diritti fondamentali dei lavoratori, affondano le radici nel passato, specie per il modo con cui è stato “memorializzato“ nel tempo. Ecco allora che la memoria diventa il luogo delle manipolazioni e talora anche di “scippi” se non viene corretta, integrata e contemperata dalla ricostruzione dei contesti storici. Altro aspetto innovativo sul piano metodologico e didattico del filmato è che la rielaborazione di questo tema va controtendenza: cioè si muove dai giovani agli adulti, risale dalle generazioni presenti a  quelle del passato prossimo. Sono i giovani di oggi che hanno costruito e montato questo medio-metraggio che svolgono un’ educazione memoriale alle generazioni più vecchie ed adulte perchè, a partire dalle contraddizioni del presente,  i giovani hanno  voluto ripercorrere il tragitto  accidentato e travagliato della conquista dei diritti al femminile, passando nel luogo simbolo delle memorie e delle esperienze  familiari più drammatiche della Seconda Guerra Mondiale e delll’immediato dopoguerra: Casa Cervi.

 

Osservazioni conclusive

Il valore aggiunto di entrambi i prodotti è l'apertura alla cittadinanza e lo stretto legame col territorio. Nel 1^ caso, si evidenzia la capacità di svolgere il tema dell'industrializzazione ripercorrendone le trasformazioni che hanno accompagnato la nascita e la crescita del Distretto Industriale di Montecchio Emilia che ha modellato il paesaggio e  la comunità, plasmato anche  il territorio della Val D'Enza.

Nel 2 ^ caso, si rivela la capacità di creare una cornice spazio-temporale unitaria per narrazioni diverse di battaglie individuali e collettive per l'affermazione di diritti importanti per le donne, in ambito socio-politico, familiare, lavorativo.

In entrambi i prodotti un risultato fondamentale conseguito è stato il fatto che le storie narrate siano diventate testo, scritto o multimediale, così da potere- a loro volta -diventare strumento di riconoscimento e di adesione da parte della comunità alla ricostruzione proposta, alla narrazione intessuta di storia e memorie dei luoghi.

Infine,  questo discorso memoriale intrecciato all'analisi geostorica del luogo e incardinato sulla esplorazione fisica dei luoghi studiati, non solo ci restituisce una dimostrazione efficace della territorialità della memoria, ma  attesta anche che, all’interno di una comunità, i confini naturali che separano e definiscono- nel tempo e nello spazio- luoghi  diversi, generazioni  diverse e segmenti temporali differenti non coincidono, quasi mai,  con i legami e le relazioni profonde, complesse ed  intricate che  gli individui- che lì vivono e abitano- sviluppano fra di loro. L’analisi geostorica di questi processi socio-culturali ci aiuta a comprendere meglio la trama complessa e densa di chiaroscuri della memoria collettiva di quella comunità.

GIORNATA DI STUDI

Montecchio Emilia, 25 febbraio 2015                                                                          a cura di Lorena Mussini

                                                                                                                                  Sezione Didattica Istituto PARRI E.R.

Azioni sul documento